No Kids: un fenomeno in continua crescita

No kids: un fenomeno in continua crescita

Di recente molti ristoranti, hotel, stabilimenti balneari hanno ormai aderito alla tendenza No Kids. È risaputo che i bambini non sempre sono tranquilli: piangono, corrono e giocano creando tanta confusione. Questo può recare fastidio a molte persone che vorrebbero solo godersi il tempo libero in pace. È per questo motivo che si è diffuso l’utilizzo della No Kids area: vale a dire che molte strutture vietano o limitano a aree specifiche l’ingresso ai componenti più piccoli della famiglia. Se da una parte questa soluzione crea tranquillità, a molti altri, ovvero le famiglie con i figli, crea solo enormi problemi. Non solo i ristoranti, ma anche le compagnie aeree hanno adottato la no kids zone.

Come nasce la tendenza No Kids?

I primi casi di tendenze No Kids si sono verificati negli Stati Uniti; scelte simili si sono poi diffuse anche in Europa. Anche in Italia sono molti coloro che hanno fatto questa scelta. La prima compagnia aerea a proporre i posti senza bambini è la Corendon Airlines, che dispone di cabine a cui potranno accedere solo i passeggeri di età superiore ai 16 anni. Dunque Corendon soddisfa il bisogno dei passeggeri che desiderano viaggiare in tranquillità e, allo stesso tempo, far viaggiare tranquilli anche i genitori, che si godono il volo senza pensare al fatto che i figli facciano rumore.

In generale la tendenza No Kids sembra essere assai presente nella nuova generazione, in particolar modo la fascia di età più favorevole alle No Kids Zone è quella compresa tra i 20-30 anni. Spopolano anche le coppie No Kids (definite anche childfree): persone che preferiscono non avere figli, non per motivi economici, ma proprio come scelta di vita vera e propria. Le nuove coppie, infatti, preferiscono godersi appieno le proprie giornate senza badare ai propri bambini. 

Controversie legate all’uso della No Kids Zone

Caso particolare è avvenuto in Corea del Sud, dove vi sono più di 400 zone No Kids; in particolare, nell’isola di Jeju, che ha la più alta concentrazione di locali che vietano l’ingresso ai minori di 13 anni.  La deputata Yong Hye-in ha tenuto un discorso a Seoul, portando con sé suo figlio di due anni, durante il quale si è battuta contro questa tendenza, affermando che sono troppi i luoghi che adottano la No Kids Zone senza un motivo valido. Inoltre la deputata ha affermato che sta diventando sempre più difficile creare famiglia nelle città dove vengono proibite ai bambini determinati posti. Non a caso in Corea del Sud è l’unico Paese al mondo ad avere un tasso di fertilità molto inferiore rispetto agli altri paesi del mondo. Si ha dunque un crollo drastico della natalità. Purtroppo l’opinione pubblica non si è schierata in suo favore.

Dopo la diffusione delle No Kids Zone, si è generata una nuova tendenza completamente opposta: molti ristoranti hanno vietato l’ingresso ad altre fasce d’età, ad esempio agli uomini con più di 40/50 anni. Sul web inoltre risulta che dei locali abbiano vietato l’ingresso anche ai professori e alle coppie. 

Dunque la No Kids Zone non è ben vista da tutti, in quanto porta all’esclusione dei bambini e di conseguenza limita molte famiglie numerose nella scelta dei posti da frequentare. Ciò nonostante, resta comunque una moderna soluzione per tutti coloro che o per indole o per stress non tollerano schiamazzi e confusione causati dai bambini. 

Fonte immagine: FreePik

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