Perché il gossip ci affascina? Il caso Corona e Falsissimo

Perché il gossip ci affascina? Il caso Corona

Dai retroscena della fine di un amore alla macchina mediatica di Fabrizio Corona, il pettegolezzo sul mondo delle celebrità ha rapito ancora una volta l’attenzione di tutti. Ma perché il gossip ci affascina così tanto? E come è riuscito il “Re dei paparazzi” a trasformare la curiosità in un algoritmo perfetto di engagement?

Il gossip ha sempre esercitato fascino sul grande pubblico. Che si tratti di curiosità, di un desiderio di fuga dalla propria realtà o di “piacere” per le disgrazie altrui, le vite degli altri – soprattutto quelle dei famosi – ci catturano, spingendoci a volerne sapere sempre di più. Negli ultimi giorni, accanto alla parola “gossip”, un nome su tutti emerge prepotentemente: quello di Fabrizio Corona. Con “Falsissimo“, il re dei paparazzi torna alla ribalta annunciando, sul suo nuovo canale YouTube, di essere pronto a svelare i segreti più scottanti di icone della moda, influencer, politici e non solo.

Così, nelle ultime settimane, la cronaca rosa ha rubato la scena, diventando fulcro delle conversazioni di molti di noi, a scapito di tematiche sicuramente più cruciali per il nostro paese, che sono finite nelle retrovie. Siamo stati catturati dall’ennesimo circo mediatico – o da questioni legate al “circolino”, come direbbe il “Signor Falsissimo” – con gli occhi incollati agli schermi, desiderosi di scavare sempre più a fondo, di saperne sempre di più e meglio.

Tutto è iniziato con l’apertura del vaso di Pandora sulla cosiddetta “Royal family” italiana: i Ferragnez. Dopo aver messo in atto una strategia social mirata a ottenere engagement sul suo nuovo profilo Instagram fatta di suspense e creazione di aspettativa, Corona ha lanciato il 27 gennaio l’attesissimo Episodio 4, parte 1, sulla storia d’amore – o almeno così sembrava – tra Chiara Ferragni e Fedez. Da quel momento, la vicenda ha scatenato un infuocato dibattito online, per poi valicare i confini del web, approdando sui media tradizionali e diventando virale.

Ma perché il gossip ci affascina così tanto? E come è riuscito Fabrizio Corona a rendere un pettegolezzo un fenomeno mediatico?

Perché il gossip ci affascina? la psicologia dietro al pettegolezzo

Un tempo si trattava di semplici chiacchiere davanti  ad un caffè, poi si è passati dalle riviste alle pagine dei tabloid. Oggi il gossip si diffonde con una velocità senza pari, raggiungendo occhi e orecchie di chiunque grazie alla capacità di condivisione delle piattaforme e dei social, diventando sempre più interattivo e coinvolgente. Si è arrivati addirittura a raccontare della propria vita privata con serie tv e documentari, anticipando la caccia al pettegolezzo e prendendo il controllo della propria narrazione, con tanto di guadagni. Un esempio? Ilary Blasi con “Unica”, un docu-film in cui lei stessa svela apertamente i dettagli della sua vita coniugale ancor prima che altri lo facciano al posto suo.

Insomma, il pettegolezzo e i retroscena delle vite dei famosi, tutto ciò che dovrebbe rimanere nascosto, in qualche modo sollecita il nostro interesse e ci spinge a volerne  sapere sempre di più. I mass media, ovviamente, ci nutrono con  queste storie. Che si tratti di foto rubate, di programmi tv che esplorano la vita privata degli ospiti – come “Verissimo” con Silvia Toffanin – o di podcast controversi come “Falsissimo” di Corona, il gossip ci affascina e la curiosità umana viene continuamente alimentata da contenuti inediti.

Ma cosa ci attrae così tanto? La psicologia ci fornisce delle risposte

Nelle ricerche di psicologia sociale “il pettegolezzo assolve alcune funzioni importanti tra cui aiutare a definire il modo di comportarsi nei riguardi degli altri”. Dibattere sul comportamento di terzi, attribuendo giudizi di merito positivi o negativi, ci consente di creare una sorta di classifica condivisa in cui stabiliamo ciò che è socialmente accettabile e ciò che non lo è, il giusto e lo sbagliato. Così facendo apprendiamo quali categorie di comportamento seguire, quali punti di riferimento avere ben in mente per agire, in prima persona, con più sicurezza nei contesti sociali. Ma c’è anche di più, il pettegolezzo “rende più interessanti le nostre interazioni, ci aiuta a comunicare un’immagine di noi – più o meno coinvolgente – anche attraverso la condivisione e l’affermazione di valori”.

A livello neurologico il pettegolezzo ci offre una via di fuga dalla nostra realtà, ci permette di distogliere l’attenzione da noi stessi. Quando focalizziamo i nostri pensieri sulle vite degli altri, ci sentiamo coinvolti, utili, soprattutto se questo ci aiuta a distrarci dalle nostre preoccupazioni e dalle questioni che ci toccano da vicino. Per di più, gli studi dimostrano che “ficcare il naso nella vita degli altri” procura piacere, al pari di un’attività benefica. Una ricerca del 2017 evidenzia come il gossip aumenti i livelli di ossitocina – ormone della felicità e del piacere – nel nostro corpo. Ad entrare in gioco è anche la dopamina e, assieme ad essa, tutto il complesso di meccanismi legati alla ricompensa. Ma vi è l’altra faccia della medaglia: ossitocina e dopamina creano assuefazione e dipendenza ed è lì che si origina il circolo vizioso: più facciamo gossip e più ne desideriamo dosi maggiori. 

La Schadenfreude: il piacere per le disgrazie altrui

Uno dei “lati ombra” della nostra psiche, che emerge quando facciamo gossip, è la “Schadenfreude”, termine tedesco che etimologicamente deriva dalle parole Shaden (danno) eFreude (gioia). Sta ad intendere il piacere che deriva dal guardare alle disgrazie altrui. Si tratta di una sorta di “aggressività mediata attraverso il comico” e, in aggiunta, “protetta”; chi sparla e ne gioisce resta, almeno idealmente, impunito, in quanto nessuno può essere condannato per aver contribuito a diffondere un “si dice”. Inevitabilmente, come qualsiasi atto di violenza, anche quello verbale crea una “scarica di eccitazione”: il brivido dell’azzardo, per di più, impunito. 

La Schadenfreude ha origine dal prendere coscienza dell’imperfezione umana; la si può provare per diversi motivi: il desiderio di sentirsi superiori, il sollievo nel guardare al fallimento altrui – per via di un senso di giustizia o di rivalità – o nel ridimensionare qualcuno così da poter ricreare una sorta di parità momentaneaInfatti, proprio in merito a quest’ultima ragione, gli studiosi sottolineano che questa emozione, seppur negativa, ha anche un risvolto edificante:  “funge da meccanismo di costruzione della comunità, perché può contribuire a far sentire le persone più simili, riducendo la distanza tra loro”. La Schadenfreude, da questa diversa prospettiva, può essere intesa come la “nostalgia per un’epoca in cui le persone erano più vicine”

Psicologi del comportamento, difatti,  affermano che alla base del pettegolezzo vi sia “il rovesciamento parziale o totale dei ruoli e il ripristino temporaneo dell’equilibrio di potere”. In altre parole, chi crede di essere più “sfortunato” potrà sferrare un attacco a chi invece la fortuna sembra averla. Chi è povero proverà piacere nel vedere il ricco crollare per via di problemi finanziari – come per il “Pandoro Gate” della Ferragni, per intenderci. 

La Schadenfreude, dunque, ci aiuta a capire perché il gossip ci affascina: spettegolare ci fa sentire meglio con noi stessi, anche se solo per un momento.

Già nell’antica Roma, i poeti satirici schernivano a colpi di endecasillabi i potenti; oggi abbiamo Fabrizio Corona che fa lo stesso a suon di like e pubblicazione di telefonate private registrate. Insomma, se al suo tempo Gioviale aveva tra i suoi bersagli l’imperatore Adriano, oggi nel mirino del gossip ci sono i famosi, i personaggi pubblici e dello spettacolo perché la loro imponenza mediatica li mette sullo stesso piano dei “potenti”.

La reattanza psicologica: il piacere per il proibito

Un altro fattore che entra in gioco quando si tratta di gossip è: la reattanza psicologica (reactance bias). Questo meccanismo si attiva quando percepiamo che la nostra libertà di scelta o di pensiero viene limitata (o auto-limitata da noi stessi).

Anche se molti affermano di essere disinteressati o persino di voler rifiutare il gossip, la ricerca sull’argomento cresce. Quello che accade è una “reazione a catena inversa“: più cresce l’indignazione di massa sull’argomento più, paradossalmente, si finisce per amplificarne la diffusione. In altre parole, quando qualcosa ci viene imposto o ci rifiutiamo di approfondire un tema per partito preso (ad esempio: “Perché parlare di  questa storia? c’è altro di più rilevante”), la nostra curiosità aumenterà e finiremo per fare l’esatto opposto. In aggiunta, se il terreno di diffusione della notizia sono i social, con annessi “bombardamenti visivi” al tema in questione, sarà difficile resistere alla tentazione di volerne sapere qualcosa anche noi.

Insomma il paradosso è questo: più gridiamo “Basta gossip!”, più il gossip ci affascina, come quando giuri di non toccare il cioccolato e poi ti ritrovi le dita appiccicose di Nutella.

Il gossip che ci affascina: “Falsissimo” e le sue verità

Fabrizio Corona, una delle figure più dibattute del panorama mediatico italiano, è riuscito a cogliere perfettamente tutte queste dinamiche, portando il gossip ad un altro livello, rendendolo un vero e proprio algoritmo di engagement. Ex fotografo e imprenditore, conosciuto per “Vallettopoli, oggi è il volto di Falsissimo, nuovissimo podcast che ha scalato rapidamente i numeri di YouTube, e non solo, portando il pettegolezzo patinato in una dimensione ancora più coinvolgente. 

Il format alla base? un mix tra documentario investigativo e intrattenimento spinto. Sfondo nero, piano americano, uno sgabello e Corona come narratore solista accompagnato dalla sua band fatta di chat e conversazioni telefoniche private come colonna sonora portante; il tutto condito da una narrazione magnetica, alimentata da suspence, linguaggio pungente e sguardo dritto in camera.

In ogni episodio di Falsissimo è Corona a dettare le regole del gioco del pettegolezzo. “Credete alla favole” ripete, scimmiottando la televisione, i giornali e i social. Lui, d’altro canto, si erge a paladino della verità; concede al pubblico delle rivelazioni inaspettate che, sebbene parziali o ambiguamente verificate, spingono il pubblico a volerne ancora un pezzetto. È così che il Robin Hood che toglie ai ricchi per riempire le sue tasche crea la sua macchina mediatica: lancia delle briciole che, seppur sostanziose, non completano il quadro della “verità”; per ottenerla bisogna pagare un abbonamento.

La “Verità” di queste ultime settimane è su una delle coppie più chiacchierate d’Italia: Fedez e la sua “Bella Stronza” che non è Chiara Ferragni, come tutti ci aspetteremmo, ma un volto inaspettato, un nome che Fabrizio ci svela con tanto di conversazioni telefoniche inedite dove lui si improvvisa paciere tra i due amanti. È così che il re dei paparazzi dà inizio alla sua saga a puntate:C’era una volta una favola social, fatta di filtri pastello, attici da milioni di euro e dichiarazioni d’amore da copertina. Ma cosa succede quando il sipario cala e la realtà inizia a bussare? “

Insomma Chiara e Fedez hanno passato anni a costruire l’immagine della perfetta famiglia tradizionale, anche se non convenzionale – braccialetti da milioni di euro, cabine armadio che sembrano appartamenti, tatuaggi, compleanni festeggiati nei supermercati – e tutto viene spazzato via da un uomo che, di fronte alle diffide sulla pubblicazione di materiale che potrebbe distruggere tutto, risponde fregandosene: “QUESTA È ADRENALINA PURA!“.

Ballando e mostrando gli addominali sulle note di One Step Beyond dei Madness, l’intro del suo podcast diventata viralissima, Corona non si risparmia nemmeno su Chiara Ferragni. Dopo averle concesso qualche giorno di respiro, facendola sembrare agli occhi del pubblico la moglie tradita dal marito, Fabrizio lancia l’episodio 5 con un’apertura provocatoria: “Chiara ma perché vuoi fare la parte della santarellina?”. Al nome di Chiara si unisce quello di Achille Lauro, accusato di essere diventato l’amante dell’influencer, addirittura con il benestare di Fedez

Insomma, la vicenda Ferragnez, con la sua miscela di lusso, tradimenti e finta famiglia ideale, sembra ormai una soap opera moderna e Corona la “Signora in giallo del Circolino“.

Perché ne parliamo anche noi?

Forse, più che chiederci perché se ne parla, dovremmo interrogarci sul perché ne parliamo anche noi. Il gossip, d’altronde, riflette la società: soddisfa i nostri bisogni, concretizza le nostre paure, desideri e “lati ombra”. Ci permette di evadere dalla nostra realtà quando ci opprime, di confrontarci con le vite degli altri e, a volte, ridimensionarle per stare meglio con noi stessi o per  sentirci parte di una comunità esternando un giudizio condiviso.

Fabrizio Corona con Falsissimo, ha saputo sfruttare  tutte queste dinamiche, trasformando il gossip in un fenomeno mediatico che si auto-alimenta. Ma mentre continuiamo a discutere delle sue rivelazioni, forse dovremmo chiederci: Cosa dice di noi questa nostra insaziabile curiosità? Perché il gossip ci affascina così tanto?

Una cosa è certa: finché ci saranno storie da raccontare e un pubblico disposto ad ascoltare, il gossip continuerà ad avere un ampio spazio nel nostro panorama informativo: aggiungiamoci figure come Corona, che sapranno sicuramente come sfruttarlo, e di “Belle stronze” e saghe che strizzano l’occhio al Decameron e ne avremo, senza dubbio, ancora per un po’.

Fonte immagine: screenshot canale YouTube 

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