Peste suina in Campania: facciamo il punto

Peste suina in Campania: facciamo il punto

Da circa tre settimane, di tanto in tanto, i quotidiani locali, le testate giornalistiche online e persino ANSA e la Rai, forniscono informazioni su un nuovo flagello che imperversa in Campania: la peste suina africana.

Cosa sappiamo davvero fino ad ora della peste suina? Cosa comporta questa infezione? E soprattutto a che punto siamo con le misure di contenimento delle infezioni?

Peste suina africana, cos’è?

Secondo dati forniti dal Ministero della Salute, la Peste suina africana o anche PSA è una infezione altamente letale ed infettiva, della famiglia Asfaviridae, genere Asfivirus, che colpisce i suini domestici e selvatici ma che non viene trasmessa all’uomo. 

È apparsa per la prima volta in Africa nel 1921, arrivando in Europa un decennio dopo. Inizialmente sottovalutata, fino a quando non arriva nel Caucaso, regione in cui trova l’ambiente ideale per la sua diffusione tra allevamenti familiari e cinghiali. Giunge rapidamente nell’ex URSS e si espande in Europa, riportando oggi migliaia di focolai sparsi. Ad inizio 2022 viene confermata la positività di un cinghiale in Piemonte.

La creazione di un vaccino è tuttora molto complessa in quanto questa malattia non produce anticorpi neutralizzanti. La trasmissione della Peste Suina Africana avviene tra suini e cinghiali attraverso il contatto con animali infetti, ingerendo carni o prodotti a base di carne animale infetti, contatto con oggetti infetti dal virus o morsi di zecche, di una specie fortunatamente poco presente in Europa. La modalità più diffusa di infezione è la circolazione di animali infetti, prodotti di carne di maiale e lo smaltimento illegale di carcasse. L’infezione resiste anche 100 giorni nei salumi o ad alte temperature e fino a 18 mesi nel sangue.

Quali pericoli comporta per l’uomo?

Questa malattia non è un pericolo per l’uomo, né attraverso contatto né attraverso gli alimenti. Tuttavia, l’uomo può essere un probabile veicolo di trasmissione.

Quindi il vero pericolo, se non risiede nella salute dell’uomo, può essere riscontrato nel discorso economico: la peste suina comporta una gran perdita per gli allevamenti suini. Le norme prevedono l’abbattimento dei suini infetti, blocco del commercio e della esportazione nei pressi del focolaio, tutte cose che per la pregiata carne italiana, riconosciuta in tutto il mondo, va a significare una grande perdita.

Come comportarsi per evitarne la diffusione?

Per i cittadini, sprovvisti di allevamenti, vigono sia le regole del buon viaggiatore, ossia non portare con sé, da viaggi UE ed extra UE, carni fresche o surgelate, che non siano accuratamente etichettati, sia la regolamentazione del bravo cittadino, che vieta lo smaltimento di alimenti in maniera impropria e senza seguire le norme della raccolta differenziata e soprattutto di non somministrare cibo in aree in cui vi potrebbero accedere cinghiali.

La cosa più importante da fare, in caso di avvistamento di carcassa di cinghiale in natura, è quella di avvertire, senza muovere la carcassa, il servizio ASL. Per gli allevatori vi sono le norme di biosicurezza da rispettare, in entrata o uscita dagli allevamenti e l’obbligo di contattare la propria ASL in caso di decessi anomali tra gli animali. Anche per i cacciatori vigono le regole per la biosicurezza e regolamenti riguardanti il trattamento delle carni cacciate.

Qual è la situazione in Campania?

Attraverso il bollettino epidemiologico nazionale possiamo essere costantemente aggiornati sulla situazione, nonché capire i movimenti della Peste Suina Africana in Italia.

Peste suina in Campania: facciamo il punto
Fonte: https://storymaps.arcgis.com/stories/7f16f51731654a4ea7ec54d6bc1f90d4

Da inizio Gennaio 2022, mese in cui è stata confermata la prima infezione da peste suina in Piemonte, la malattia ha continuato a progredire nella sua discesa. Inizialmente ritrovata anche in Liguria, Lazio, Calabria, a maggio viene confermata la sua presenza anche in Campania, in alcune carcasse di cinghiale.

Il primo comune ad essere stato colpito, a fine maggio, è stato Sanza, nel salernitano. L’infezione è stata riscontrata, analizzata dall’istituto Zooprofilattico di Portici, in ben cinque carcasse. Viene dichiarata infetta anche una parte della Basilicata, in provincia di Potenza.

Successivamente, in seguito alla pubblicazione della ordinanza n°1 del Presidente della regione Campania, Vincenzo De Luca, il quale decide di istituire una zona di restrizione in ben 17 comuni Campani tra Vallo di Diano ed Alto Cilento, al fine di arginare e controllare la diffusione della malattia, il consigliere regionale Corrado Matera ci ha tenuto a sottolineare l’importanza dell’attivazione di un fondo ristori per gli allevatori di suini colpiti dall’epidemia.

Nonostante alcuni atti di vandalismo, che segnano come sempre l’inciviltà di alcune persone, in particolare a Padula, dove erano stati apposti dei cartelli per segnalare una zona infetta, ad oggi quindi possiamo affermare che sono state messe in atto tutte le misure di controllo e prevenzione possibili e che il tutto è altamente monitorato, al fine di evitare ulteriori contagi.

Fonte immagine: Pixabay

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