Preservativo femminile. Ne avete mai sentito parlare? Probabilmente no. Eppure, i profilattici (ovvero i dispositivi medici utilizzati durante i rapporti sessuali per prevenire una malattia sessualmente trasmissibile o per ridurre la probabilità che si generi una gravidanza) possono essere sia femminili che maschili.
Il preservativo femminile rientra nella categoria dei cosiddetti “contraccettivi barriera” (non ormonali) ed è, in sostanza, una guaina trasparente che si inserisce nella vagina prima di un rapporto sessuale. Non va assolutamente confuso con il diaframma anticoncezionale, dal quale differisce sia per aspetto che per livello di protezione. La guaina, collegata a due anelli flessibili posti alle sue estremità, consente di raccogliere lo sperma e, in questo modo, di proteggersi da gravidanze indesiderate (perché viene evitato il contatto diretto tra lo spermatozoo e la cellula uovo) e di limitare la trasmissione di malattie veneree (come la gonorrea, la clamidia, la candidosi, l’AIDS, etc.).
Proprio per questo, la LILA (Lega Italiana per la Lotta contro l’Aids) lo ha promosso come metodo contraccettivo dedicandogli la giornata delle donne nel 2008.
Ottenuta l’autorizzazione della Food And Drugs Administration, il preservativo femminile è stato commercializzato in Europa a partire dal 1993. Tuttavia, in Italia è considerato un metodo piuttosto innovativo, perché entrato nel mercato solo di recente (e senza troppo clamore). A differenza del nostro Paese, in cui il profilattico femminile, non è facilmente reperibile né presente nei consultori, in Brasile il governo lo distribuisce gratuitamente a tutte le donne che ne fanno richiesta e in Francia, su sollecitazione di moltissime associazioni, è stata lanciata una campagna specifica rendendolo disponibile a prezzi accessibili.
Si tratta, senza dubbio, di un’opzione in più per le donne che vogliono gestire in prima persona la propria sessualità e la propria protezione.
Il preservativo femminile è costituito da due anelli flessibili, collegati mediante una morbida membrana, sintetica o naturale, di lunghezza pari a 17 cm, paragonabile a quella del condom classico aperto indossato dall’uomo. A differenza di quest’ultimo, però, il profilattico femminile presenta una base più larga, in modo da consentire agilmente l’ingresso del pene all’interno della vagina.
Durante le prime applicazioni, è possibile riscontrare difficoltà nel corretto posizionamento del preservativo femminile. Tuttavia, è importante sottolineare che non bisogna utilizzarlo insieme al condom maschile, né più di una volta e, ovviamente, è necessario gettarlo in caso di lacerazione, rottura o scadenza.
Nessun metodo contraccettivo – sia meccanico, ormonale, impiantabile o naturale – garantisce una copertura totale da gravidanze indesiderate e da malattie sessualmente trasmesse. Tuttavia, il preservativo femminile offre una valida protezione, paragonabile a quella offerta dal preservativo maschile.
Tra i vantaggi del preservativo femminile:
– la possibilità di essere inserito in vagina anche prima del rapporto (fino a 8 ore) e il fatto che non richieda l’immediato ritiro del pene dopo l’eiaculazione (quindi non sarà necessario interrompere il rapporto per inserirlo);
– una migliore trasmissione del calore rispetto al preservativo maschile, che rende le sensazioni legate al rapporto più naturali;
– un costo relativamente basso (circa 6€ per 3 preservativi).