Sindrome dell’abbandono: perchè tutti ne parlano

Sindrome dell'abbandono

Sindrome dell’abbandono: perché ne sentiamo parlare così spesso al giorno d’oggi? Cosa distingue la sindrome dell’abbandono quale disturbo della personalità diagnosticabile, dalla pura e normalissima paura di essere abbandonati dalle persone che amiamo? Si può porvi rimedio?

Per rispondere a queste domande, occorrerà partire dalle origini e fare chiarezza su ciò che si intende per Sindrome dell’abbandono.

La Sindrome dell’abbandono è l’eccessiva preoccupazione legata al pensiero e all’eventualità che persone a noi care ci lascino soli. Molti bambini ne soffrono in relazione alla figura materna, spesso come conseguenza della morte di una persona cara o di abusi emotivi o fisici. Dunque occorrerà in via preliminare distinguere la consueta paura da parte del bambino di essere lasciato solo dalla figura materna, dalla patologica preoccupazione che le persone intorno a lui scompaiano come prodotto di traumi psicologici su cui in alcuni casi sarà necessario intervenire a livello psicoterapeutico. Il bambino affetto da Sindrome dell’abbandono accuserà ansia da separazione, eccessiva preoccupazione al pensiero di essere lasciato solo e conseguente difficoltà a concentrarsi e a svolgere le attività più banali.

Ma sono sempre di più gli adulti che manifestano i sintomi della Sindrome dell’abbandono. Sorge spontanea la seguente domanda: è possibile che oggi si sia più soggetti alla Sindrome dell’abbandono per una crescente precarietà e vuotezza dei rapporti umani cui assistiamo impotenti? L’attuale momento storico, pregno di preoccupazioni materiali, profondamente mutato dall’invasione della tecnologia nelle relazioni e negli scambi umani, ci rende più facilmente prede di disturbi quali questo tipo di sindrome?

Non è facile dare una risposta definitiva a questo dubbio. La Sindrome dell’abbandono che affligge persone in età adulta può essere correlata a un eccessivo attaccamento a un partner, a un amico, a una persona cara appartenente alla famiglia. Studiare i sintomi con cui essa si presenta può essere utile a riconoscerla.

Sindrome dell’abbandono: i segnali per riconoscerla e i danni a lungo termine

Tra i sintomi della Sindrome dell’abbandono più peculiari per identificarla citiamo un sentimento di angoscia al pensiero di essere lasciato solo dalla persona verso cui si nutre l’eccessivo attaccamento o di uscire e svolgere attività in sua assenza. Il soggetto afflitto da tale patologia può anche accusare disagi e dolori fisici come mal di testa, mal di stomaco, nausea, fino a dei veri e propri attacchi di panico quando viene “abbandonato” dalla persona amata. Questo presunto abbandono può essere letto dal soggetto patologico in qualunque gesto: anche una chiamata mancata o un impercettibile atteggiamento di distacco nella persona con cui si è instaurato questa relazione morbosa può generare ansia, angoscia, preoccupazione smodata e panico.

Se ci si riconosce nella maggior parte dei sintomi sopracitati, è opportuno consultare una figura altamente specializzata per intraprendere un iter psicologico al fine di uscire dal tunnel della Sindrome dell’abbandono. Sicuramente essa non può essere annoverato tra i disturbi mentali più gravi studiato in psicologia e psichiatria, ma gli effetti a lungo termine possono essere altamente nocivi e ostacolare una normale conduzione di vita, agendo negativamente sul percorso esistenziale di chi soffre di tale sindrome, ma anche su quello di chi vive a stretto contatto con il soggetto afflitto.

I danni a lungo termine cui si può incorrere se si soffre di Sindrome dell’abbandono riguardano sia la sfera socio-affettiva sia quella più strettamente emotiva e personale.
Se non si interviene prontamente, la sindrome di cui ci stiamo occupando può innescare disturbi d’ansia, disturbi depressivi, problemi di rabbia incontrollata, bassa autostima, attacchi di panico sistematici. In relazione al rapporto con gli altri, il soggetto afflitto da tale disturbo può sviluppare difficoltà relazionali, disagi sociali, impossibilità di fidarsi di qualcuno, disturbi ossessivi e dipendenza affettiva.

La Sindrome dell’abbandono, dunque, va opportunamente distinta dalla comprensibile e sana paura di perdere le persone cui si tiene, e intesa come disturbo della personalità caratterizzato da un’incontrollata e patologica paura di essere lasciati soli dai propri affetti. In alcuni casi, può risultare necessario rivolgersi a una figura competente per curarla.

 

 

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