#UnVioladorEnTuCamino è l’hashtag ricondiviso in tutto il mondo dopo il flash-mob organizzato dal collettivo femminista “Lastesis” davanti alla Seconda stazione di polizia del Cile, a Valparaìso.
Da settimane, il Sud America è attraversato da molteplici rivolte sociali.
In Colombia, a Bogotà, la popolazione è scesa in strada contro le misure di austerità relative al salario minimo, alle pensioni e alle tasse. La rabbia dei manifestanti si è indirizzata verso l’incapacità del Governo nel combattere la corruzione, creare posti di lavoro e promuovere accordi di pace con le Farc, le forze armate rivoluzionarie colombiane. In Ecuador, a scatenare la contestazione contro il Presidente Lenin Moren è stato l’aumento del costo del carburante, dovuto alla sospensione dei contributi economici governativi in vigore dagli anni Settanta. Il bilancio delle proteste del mese di novembre è di otto morti, circa 1.300 feriti e più di mille arresti. In Venezuela, si è riaccesa la miccia tra i sostenitori dei due Presidenti, Nicolas Maduro e l’auto-proclamato Juan Guaidò. In Bolivia, Evo Morales è stato costretto a dimettersi, in seguito all’esplicita richiesta del comandante delle forze armate, e si è autoesiliato in Messico.
Si tratta di una canzone contro il patriarcato e le principali forme di violenza contro le donne (molestie in strada, abusi, stupri, femminicidio, sparizione forzata) e mette in evidenza la mancanza di giustizia. Le donne cilene, infatti, criticano la società e i poteri esecutivi e giudiziari per inazione di fronte a molti crimini commessi, indicandoli come complici. Una delle ultime novità è una parodia dell’inno dei Carabineros: il nome della performance “uno stupratore nel vostro modo” si riferisce allo slogan “un amico nel vostro senso”, slogan utilizzato dalla polizia nel corso del 1990.
Su tutti i social network, all’hashtag #UnVioladorEnTuCamino è possibile trovare innumerevoli interpretazioni della coreografia, in tutte le lingue e in tantissimi Paesi del mondo.