Il Women’s History Month si celebra ogni anno durante il mese di marzo. È un modo per riconoscere il ruolo fondamentale che le donne hanno ricoperto e continuano a ricoprire nella società. Questo mese serve a celebrare i successi di tutte le donne, ma, soprattutto, ricorda le battaglie che ogni giorno devono combattere per ottenere pari diritti e opportunità.
Questa celebrazione nasce negli Stati Uniti, nel 1981, quando venne istituita la Women’s History Week. Nel 1987, la settimana si trasforma in un intero mese celebrativo, precisamente il mese di marzo. L’iniziativa era volta a onorare tutte le donne che, durante il corso della storia, hanno combattuto per migliorare la società e per ottenere uguaglianza e visibilità.
Le donne che hanno fatto la storia
Durante questo mese, vengono organizzati eventi in tutte le parti del mondo. Ogni anno viene scelto un tema specifico per orientare le celebrazioni e le varie attività: donne della scienza, donne nella politica e leadership femminile sono solo alcuni dei temi che fungono da filo conduttore per incontri, film, convegni e tanto altro.
Il Women’s History Month invita a ricordare figure straordinarie come Rosa Parks, Marie Curie e Kamala Harris, nell’epoca contemporanea, che nel 2021 è stata eletta la prima vicepresidente donna e nera negli Stati Uniti. Tuttavia, è importante sottolineare che la storia delle donne è caratterizzata, anche e per la maggior parte, da donne comuni, che scendono in campo ogni giorno e contribuiscono al progresso della società.
Il Women’s History Month oggi
Nel corso degli anni, il mese della storia delle donne ha puntato i riflettori su temi fondamentali, che affliggono ancora le società odierne: si parla di violenza di genere, parità salariale e maternità. Movimenti come #MeToo e Time’s Up hanno portato queste problematiche al centro del dibattito politico e sociale.
È diventato anche il momento ideale per promuovere l’inclusione, toccando vari aspetti dell’essere donna. È il momento perfetto per parlare di donne migranti, donne LGBTQIA+, donne africane e indigene, protagoniste della lotta per i diritti della propria vita.
Il discorso di Trump
Il 26 marzo 2025, Trump ha tenuto un discorso sul Women’s History Month alla Casa Bianca, celebrando il contributo delle donne alla società americana. Durante il suo discorso, Trump ha elogiato donne come Susie Wiles, la prima donna a ricoprire il ruolo di capo dello staff della Casa Bianca, definendola “the most powerful woman in the world”. Ha anche riconosciuto Karoline Leavitt, la più giovane addetta stampa, lodandola per il suo impegno.
Tra i vari omaggi, ha espresso il suo sostegno a temi legati alle donne, tra cui la fecondazione in vitro, annunciando che il suo governo avrebbe introdotto importanti vantaggi legislativi per le donne.
Tuttavia, non sono mancate cadute di stile da parte del presidente degli Stati Uniti d’America, che sembra contraddistinguersi per terminare spesso i discorsi con qualche frase sessista e fuori luogo. Trump ha criticato la posizione dei democratici, che vorrebbero abolire il concetto di femminilità e che appoggiano le questioni transgender. Il presidente sostiene che non esiste la possibilità di cambiare il proprio sesso biologico, invalidando, così, tutte le lotte delle persone transgender, che non si sentono a proprio agio in un corpo che non gli appartiene.
“No matter how many surgeries you have or chemicals you inject, if you’re born with male DNA in your body, you can never become a woman” (min 14:31) è la frase che fa discutere il web e la società negli ultimi giorni. La cosa più triste è, sicuramente, vedere e sentire gente che applaude a simili affermazioni, che portano la società a secoli indietro, annullando tutti i progressi ottenuti finora.
Infine, ha fatto riferimento con soddisfazione ai suoi successi con le università, affermando che molte istituzioni hanno ceduto alle richieste della sua amministrazione, tra cui la Columbia University.
Il Women’s History Month e le sue sfide
Il Women’s History Month è un’esortazione a guardare il passato per comprendere meglio il presente e impegnarsi per un futuro migliore e più inclusivo. È un modo per educare le nuove generazioni alla tolleranza. Ogni donna, ogni storia e ogni battaglia merita di essere ascoltata e riconosciuta. Affermazioni come quelle fatte dal presidente americano non possono essere accettate: bisogna proteggere tutte le donne e tutti coloro che si sentono donna. Non serve fare distinzioni, se lo scopo è quello di celebrare le loro battaglie e conquiste. Tutte le donne sono guerriere.
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