Squarcia il velo di Maya del pregiudizio e scopri l’alimentazione cinese tra storia, ritrovamenti e curiosità.
Cibo, cielo e popolo
L’alimentazione cinese ha subìto innumerevoli cambiamenti nel corso dei secoli, eppure il tema del cibo resta tuttora per i cinesi un elemento pivot della loro cultura. Un noto proverbio cinese recita: «Per il popolo il cibo è come il cielo» («民以食为天» min yi shi wei tian ), ciò rende l’idea dell’importanza del cibo come nutrimento, piacere e caratteristica distintiva del ceto sociale.
Alimentazione cinese: riti e storia
Limitare l’alimentazione cinese ad una mera azione volta al sostentamento o al piacere prescindendo dalla dimensione rituale sarebbe un grave errore. L’alimentazione fu un elemento socialmente distintivo anche in relazione al rito. I sovrani e le élite neolitiche offrivano agli antenati cibo riposto in stoviglie di bronzo. In particolare, i sovrani Shang e Zhou si avvalevano di pregiati e lavoratissimi contenitori di bronzo per presentare le loro offerte. Per quanto riguardava, invece, la loro alimentazione, i ricchi erano chiamati mangiatori di carne (肉食者 roushi zhe), il popolino invece non aveva questa fortuna. Molte delle informazioni sull’alimentazione cinese ci sono pervenute tramite i ritrovamenti di scene di banchetti nelle tombe, soprattutto dei Nobili Han. Questi sepolcri presentavano un corredo assortitissimo di recipienti bronzei, vassoi laccati, cibarie e tavolini bassi, affinché il defunto potesse ricreare dopo la morte lo sfarzo culinario sperimentato in vita. Nella tomba della Marchesa di Dai, nel sito di Mawangdui di epoca Han, sono stati addirittura ritrovati dei menù su listarelle di bambù.
Ritrovamenti organici e alimentazione documentata
Sempre analizzando l’alimentazione cinese per il periodo Han, scopriamo che gli Han –oltre all’alimentazione di base di orzo, miglio (più a nord), frumento, riso (più a sud)– si nutrivano anche di ortaggi come fagioli di soia, germogli di bambù, radici di loto, cipolle, zenzero, taro, lenticchie, meloni, fagioli rossi, carne e pesce spesso conditi con salsa di soia, zucchero, miele, aceto, zenzero. Per quanto riguarda la frutta abbiamo: pere, giuggiole, prugne, arance, cachi e meloni. Ma come ci è pervenuto tutto ciò? L’archeologia moderna è stata capace di ritrovare nelle mummie ben conservate – in particolare quella della marchesa di Dai– semi non digeriti di melone per esempio.
Alcolici
Anche gli alcolici fanno parte della nostra rassegna sull’alimentazione cinese. Gli alcolici derivano dalla fermentazione (发酵 fajiao) di miglio e riso, che fin dall’antichità venivano utilizzati per distillare una birra forte o liquore di riso, simile al sakè giapponese. Sotto l’impero Han arrivò dall’Asia Centrale il vino d’uva e in epoca Tang si iniziò a distillare l’acquavite, alcolico fortissimo che inebriava ispirando l’estro artistico di poeti come Li Bai. In epoca Song il vino di riso diventa speziato, una bevanda calda e dal gusto variegato.
Curiosità affascinanti
Lo sapevate che la maggior parte della popolazione cinese è intollerante ai latticini? Sapete il perché?
Ebbene, nel Medioevo l’alimentazione cinese si era arricchita di cibi occidentali: uva, pesche, spinaci, pepe e latticini si erano aggiunti alle tavole. A partire dai Song meridionali, i latticini vennero considerati cibo barbaro scomparendo quasi del tutto dall’alimentazione quotidiana, ecco spiegata la radice genetica dell’intolleranza.
Un’altra curiosità riguarda il tofu. Vi starete chiedendo perché non sia stato menzionato prima. Sostituire il tofu alla carne non è una trovata di tipo Hipster recente, come purtroppo per ignoranza si pensa: il tofu inizia a diventare un sostituto della carne già nelle cerchie buddiste e daoiste, entrando a far parte dell’alimentazione cinese comune a partire dall’epoca Song.
Alimentazione cinese: stereotipi e orrori
Di stereotipi sull’alimentazione cinese ce ne sono a bizzeffe, ma pochi sanno che dietro questi stereotipi si cela, in realtà, la disperazione di un popolo affamato e non la crudeltà di un popolo ingordo. Soprattutto nella parte sudorientale della Cina, i mercati vendevano cibi che a noi occidentali farebbero storcere il naso. A Guangzhou si mangiava la zuppa di serpente, ma anche cavallette, ad Hainan bruchi cotti nel bambù. Marco Polo testimonia che gli abitanti di Hangzhou mangiavano «carne che nessun cristiano avrebbe mai potuto mangiare».
Il cannibalismo non era escluso dall’alimentazione cinese: si mangiava la carne dei vecchi, delle giovani donne e dei bambini ma solo perché la disperazione portava i familiari a gesti estremi, mica era preferito. La Cina fu spesso tormentata da carestie e la gente si arrangiava. Anche nel periodo maoista la Cerealizzazione a tutti costi e il Grande balzo in avanti hanno mietuto tante vittime per la fame, e spinto la gente a mangiare anche i figli degli altri. Squarciamo il velo di Maya degli stereotipi e usiamo il pensiero critico.
Fonte immagine di copertina: Pixabay