Gli oppiacei da sempre sono una delle più grandi piaghe delle società odierne, portando intere comunità a sviluppare una forma di dipendenza dal loro consumo. L’insorgere dei gravi effetti collaterali di tipo fisico, psicologico e sociale, rendono la dipendenza da oppiacei una vera e propria crisi sanitaria a livello globale, capace di colpire individui appartenenti ad ogni fascia d’età e contesto socio-economico. Coloro che sviluppano tale dipendenza si ritrovano a sperimentare importanti danni agli organi e spesso l’overdose, che è causa di numerose vittime ogni anno. Questa piaga è ormai un serio problema di salute pubblica, al quale vi è la necessità di rispondere in modo coeso e preciso, soprattutto a partire dalle istituzioni mondiali. Per poter imparare a tenere alla larga questi tipi di sostanze stupefacenti, è doveroso conoscere cosa sono e cosa provocano, per poter aiutare sé stessi e gli altri.
Cosa sono gli oppiacei: la storia dello stupefacente
Questa sostanza è caratterizzata da una storia che attraversa i secoli: infatti, vi sono documenti risalenti ad epoche remote, alcuni anche datati al 3400 a.C., che ne attestano il suo uso in territori quali la Mesopotamia. In seguito, la conoscenza degli oppiacei e, di conseguenza, le prime forme di dipendenza si diffusero in Grecia, dove Ippocrate li incorporò nei suoi trattati medici, e successivamente nell’Impero Romano, viaggiando poi attraverso la Via della Seta, creando un ponte culturale tra Oriente e Occidente.
Nel XIX secolo, la Cina si trovò coinvolta nelle Guerre dell’Oppio con l’Impero Britannico. L’abbondante esportazione di oppio causò un aumento del consumo, portando a tensioni diplomatiche e conflitti armati. Questo periodo segnò una fase cruciale nella percezione mondiale di questo stupefacente e dei suoi effetti negativi. Il 1806 fu l’anno che aprì le porte ad un nuovo capitolo, infatti, si riuscì ad isolare la morfina dall’oppio, divenendo un farmaco ampiamente utilizzato per il controllo del dolore, ma anche una sostanza con alto potenziale di dipendenza.
Nel corso del XX secolo, con lo sviluppo degli oppioidi sintetici come il fentanyl e l’ossicodone, la storia degli oppiacei si legò sempre di più all’evoluzione della farmacologia moderna. Oggi, la storia degli oppiacei si intreccia con la crisi contemporanea legata all’abuso di queste sostanze. L’aumento dei casi di dipendenza e overdose ha sollevato domande critiche sulla gestione del dolore e sull’uso responsabile degli oppiacei.
Gli effetti degli oppiacei e la loro dipendenza
Derivanti dal papavero dell’oppio, gli oppiacei sono composti chimici che possono esistere in forme diverse, dall’estratto naturale del lattice o succo del del fiore precedentemente nominato, fino ad arrivare a prodotti sintetici come il metadone, distribuiti generalmente sotto forma di compresse o liquidi. Sono tutt’ora al centro di una discussione circa il loro impatto sulla salute delle persone.
È importante delineare due tipi di oppiacei: deboli, come la codeina e il tramadolo, e forti, come la morfina. La prima categoria è comparabile agli antinfiammatori, caratterizzati da un effetto tetto, quindi, una volta superato un determinato dosaggio, non si ottengono ulteriori benefici significativi. La seconda categoria è utilizzata come principale terapia contro il dolore oncologico.
La differenza sostanziale con gli oppiacei deboli è che quelli forti non hanno un dosaggio massimo, offrendo ai medici una maggiore leva nel bilanciare il sollievo al paziente, ma possono portare con più facilità a sviluppare una forma di dipendenza da oppiacei. Di conseguenza, gli effetti collaterali variano in base al tipo di sostanza assunta. Tra i più indesiderati vi sono stipsi, prurito, vampate al viso, nausea, vomito e tanto altro. Se combinati con specifici farmaci che aumentano i livelli di serotonina, alcuni oppioidi possono scatenare la sindrome serotoninergica, un disturbo grave che genera una cascata di sintomi che includono spasmi muscolari involontari, tremori, agitazione, sudorazione eccessiva e ipertermia, rappresentando una seria minaccia per la salute.
Grazie al loro potere analgesico e sedativo, capace in alcuni casi di suscitare una sensazione di euforia, gli oppiacei sono causa di forte dipendenza, sia fisica che psicologica. Costipazione, confusione, sonnolenza sono solo alcuni degli effetti che si possono sperimentare a seguito di essa. Le crisi d’astinenza, a seguito di una brusca interruzione dopo un uso prolungato delle vari sostanze, possono comportare tremori, insonnia, dolori muscolari e tanto altro. La comparsa di questi sintomi varia a seconda del tipo di oppiaceo assunto. Nelle forme più gravi, l’overdose rappresenta una seria minaccia, talvolta fatale.
Ad oggi, la dipendenza da oppiacei è riconosciuta come un significativo problema di salute pubblica richiedendo un impegno collettivo per la prevenzione, il trattamento e il sostegno delle persone coinvolte attraverso un approccio multidisciplinare. Come per tutte le altre sostanze stupefacenti, la prevenzione è fondamentale: una miglior gestione della distribuzione del farmaco da parte dei professionisti sanitari, alternative non farmacologiche per combattere il dolore contribuiscono a migliorare la società e la qualità di vita delle persone in difficoltà.
La dipendenza da oppiacei in Italia
Come in molti altri paesi, in Italia vi è una preoccupazione crescente sull’uso di questi stupefacenti. Negli ultimi anni, il nostro paese ha osservato un aumento di casi di dipendenza, spingendo le autorità a rafforzare gli sforzi per contrastarne la diffusione. Gli stupefacenti quali gli oppiacei sono oggi soggetti a rigide regolamentazioni da parte delle autorità sanitarie. La prescrizione di farmaci quali la morfina, infatti, è riservata a medici qualificati, che valutano la necessità all’utilizzo. Per le farmacie e le strutture sanitarie autorizzate esistono specifiche normative che garantiscono maggior sicurezza, attraverso procedure di monitoraggio e tracciabilità sulle varie forniture. Al di fuori dell’uso medico, come per altri stupefacenti quali la metanfetamina e l’LSD, l’assunzione di queste sostanze è illegale e può comportare sanzioni penali.
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