Dispenser acqua per trattare l’acqua di rubinetto: scuole e università contro la plastica

Sono in aumento i progetti scolastici che hanno come obiettivo il contrasto alla plastica monouso attraverso la progressiva sostituzione dei distributori di bottigliette d’acqua con dispenser acqua che filtrano l’acqua di rubinetto. La differenza è piuttosto marcata: mentre i primi incentivano il ricorso all’acqua confezionata con il PET e, quindi, inquinano, i secondi promuovono uno stile di vita sostenibile, nel quale l’acqua pubblica -risorsa preziosissima- è al centro di una nuova mentalità.

Dispenser acqua: in tutta Italia una lezione di sostenibilità

30 e lode all’Alma Mater bolognese che è stata tra le ultime a far installare oltre cento dispenser acqua all’interno degli spazi universitari. Secondo il rettore Giovanni Molari “Ognuno di noi ha un ruolo cruciale nel proteggere l’ambiente per le generazioni future e ogni piccolo gesto conta nel nostro impegno comune per la sostenibilità ambientale”. 

E quando questo impegno si moltiplica, come sta succedendo in Italia, il contributo nella lotta alla plastica diventa quantificabile. Per un’idea di massima è sufficiente considerare che ogni erogatore offre 80 litri d’acqua al giorno, con un risparmio ipotetico di circa 250 mila bottigliette di plastica.

A prendere parte a questi progetti, da nord a sud della penisola, sono tantissimi istituti scolastici e gli atenei che fanno parte della Rete delle Università per lo Sviluppo sostenibile tra cui IULM, LUISS, il Politecnico di Milano e di Torino. 

I dispenser acqua piacciono agli studenti e alle loro famiglie, che spesso scelgono di installarli in casa propria (ne esistono anche versioni adatte all’uso domestico). L’acqua erogata è quella di rubinetto ma senza spiacevoli retrogusti: viene, infatti, filtrata con i carboni attivi, privata del cloro usato per la sua potabilizzazione e sottoposta a un passaggio sotto raggi UV, che hanno una funzione battericida e virucida.

Così facendo -anzi, bevendo- si smette di gravare sull’ambiente sia dal punto di vista del risparmio di plastica sia sotto il profilo delle emissioni: l’acqua del dispenser, infatti, non deve viaggiare su strada per raggiungere i diversi punti della rete di distribuzione. È acqua alla spina, fresca e, come tra poco vedremo, della migliore qualità.

Com’è l’acqua dei dispenser?

Se partiamo dal presupposto che l’acqua di rubinetto italiana gode già di un’ottima qualità capiamo facilmente come la sua ulteriore purificazione attraverso i dispenser la rende eccellente ed adatta a tutti.

In Italia il controllo dell’acqua del sindaco è affidato alle verifiche capillari da parte del Ministero della Salute, delle Regioni e degli enti locali: i test sono giornalieri e settimanali, eseguiti a migliaia lungo tutta la rete idrica. Si verifica il rispetto degli standard di potabilità stabiliti dalla legge, che includono limiti precisi per microbi come l’Escherichia coli e gli Enterococchi, per le sostanze organiche (pesticidi e solventi), per i metalli pesanti (per esempio piombo, cadmio, arsenico), nonché le consuete valutazioni fisico-chimiche (pH, durezza, torbidità). 

Non tutti sanno, invece, che i test sulla qualità dell’acqua in bottiglia non sono condotti con la stessa frequenza e rigore di quelli per l’acqua di rubinetto. Inoltre la tracciabilità delle bottiglie d’acqua potrebbe non essere altrettanto trasparente a causa della complessità della catena di distribuzione. A preoccupare sotto questo aspetto è il fatto che il trasporto e lo stoccaggio delle bottiglie, quando non eseguito in condizioni ottimali, può causare il rilascio di microplastiche nel liquido, con evidenti rischi per la salute.

Un rischio che invece non si corre consumando acqua erogata dal dispenser, perché l’acqua di rubinetto italiana – che per l’80% proviene da fonti sotterranee ed è quindi purissima e ricca di sali minerali- viene ulteriormente filtrata e raffinata.

Insomma, l’acqua che bevono studenti e personale scolastico quando attingono ai dispenser è la migliore acqua possibile, sotto ogni punto di vista: ecologica, salutare, buona. 

Con il sostegno delle istituzioni, che possono favorire variamente queste buone pratiche, la diffusione dei dispenser acqua può essere ancora più capillare sul territorio e farci forse perdonare il triste primato di nazione con il più elevato consumo di acqua in bottiglia.

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