La sindrome della crocerossina, nota anche come sindrome di Wendy, fa riferimento a un modello comportamentale basato su una relazione in cui uno dei due si prende eccessivamente cura dell’altro. Chi soffre di questa sindrome nelle relazioni interpersonali tende a porre i bisogni dell’altro prima dei suoi e ad avere un eccessivo desiderio di prendersi cura dell’altra persona. La sindrome prende il nome dal personaggio di Wendy tratto dalla storia di Peter Pan, una bambina che si prende cura dei fratelli e dello stesso Peter Pan, quasi assumendo un ruolo materno, proprio come fanno le persone che soffrono di ciò. Queste persone si sentono spesso responsabili delle emozioni degli altri e si sentono in dovere di essere sempre perfette e impeccabili in tutto ciò che fanno. Anche quando non ne hanno voglia, queste risponderanno sempre di sì a qualsiasi richiesta, anche se ciò significa superare i propri limiti.
Vediamo insieme i tratti caratteristici della sindrome della crocerossina:
Da cosa dipende la sindrome della crocerossina
L’emergere della sindrome dipende da molti fattori tra cui esperienze di vita come traumi; esperienza di parentificazione del bambino, abusi emotivi; credenze culturali o familiari secondo cui bisogna mettere i bisogni dell’altro prima di ogni cosa e che prendersi cura di se stessi è sopravvalutato; modelli comportamentali interiorizzati basati sulla cura dell’altro.
Come capire se si soffre della sindrome della crocerossina
- trascurare i propri bisogni: se avete la tendenza ad abbandonare volutamente i vostri bisogni a tal punto da non riconoscerli più, molto probabilmente soffrite di questa sindrome;
- difficoltà a stabilire dei limiti: il no non fa parte del vostro vocabolario;
- dipendenza affettiva: vi sentite dipendenti dagli altri e senza la validazione altrui credete di non valere;
- senso di colpa: portate con voi il senso di colpa in modo perenne, e per questo evitate qualsiasi conflitto.
Come guarire dalla sindrome della crocerossina
Il primo passo per guarire e iniziare a stabilire dei confini con gli altri è iniziare a prendere consapevolezza dei propri atteggiamenti e iniziare un lavoro emotivo, meglio se col supporto di uno psicologo o psicoterapeuta. Quest’ultimo, infatti, può rappresentare un importante punto di svolta per imparare a costruire relazioni sane e a gestire le risorse interiori per stabilire dei confini sani. Anche imparare a prendersi cura di sé è fondamentale per combattere la sindrome: leggere un libro piacevole, scoprire nuovi hobby e interessi, visitare un posto che ci piace, fare skincare. Si tratta di attività attraverso le quali si impara a passare del tempo con se stessi e non sentirsi egoisti per questo. Ciò include dedicare tempo ad attività che generano piacere e benessere, stabilire confini chiari nelle relazioni e imparare a dire di no in modo assertivo quando necessario. Inoltre, riuscire a comprendere i propri bisogni e saper comunicare in modo positivo contribuisce ad un miglioramento netto dei rapporti interpersonali e del benessere individuale.
In conclusione, possiamo affermare che chiunque può uscire dalla sindrome della crocerossina se ne ha il desiderio e riconoscerne la sintomatologia e farsi aiutare è il primo passo verso una vita più serena.
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