Nell’area costiera ionica nel «grande giardino, uno dei luoghi più belli che si possano trovare sulla terra» di Reggio Calabria, viene coltivato un agrume pregiato: il bergamotto.
«… il cameriere si sollevò sulla punta dei piedi per infilargli la rendigote di panno marrone; gli porse il fazzoletto con le tre gocce di bergamotto». (Da “Il Gattopardo” di Tomasi da Lampedusa-1958)
Il bergamotto (dal turco bey armudi = “pero del signore”), il cui nome scientifico è Citrus bergamia della famiglia delle Rutaceae, è un agrume coltivato in Italia, soprattutto in Calabria, infatti l’area della costiera ionica, riparata dal vento che sferza nello stretto di Messina, consente a tale frutto di crescere rigogliosamente, al punto da essere divenuto il simbolo della regione e dal 2001 riconosciuto DOP in Europa. Noto fin dal XVII-XVIII secolo e coltivato a circa 2 km dal mare in un’area di circa 1500 km2, il bergamotto è oggi noto non solo per la fragranza estratta dal frutto (per ottenere un kg di essenza occorrono 200 kg di frutti), ma anche per i suoi numerosi benefici.
È soprattutto fra novembre e gennaio che nelle zone vicine a Reggio Calabria (fra Melito di Porto Salvo, Prunella e Caredia- Lacco) si raccolgono maggiormente questi frutti, in un’area climatica particolarmente soleggiata e con un tasso di umidità adeguato alla produzione del bergamotto. Tali frutti vengono raccolti da piante che si ricavano dall’innesto di tre rami dell’albero del bergamotto su un ramo di arancio amaro di un anno, e tale innesto, dopo un inizio di produttività a 3 anni, raggiunge il massimo della produttività a 8 anni, arrivando anche a donare un quintale di prodotti annualmente. Sono principalmente tre le varietà del bergamotto: il femminello con i frutti piccoli e lisci, il prolifico fantastico e il castagnaro dai frutti grossi e rugosi.
Dal frutto verde e immaturo si realizzano le scorzette candite, le caramelle e la cosiddetta bergamottella, da cui si ottiene l’olio essenziale nero o l’estratto di bergamottella. I Neroli o nero di bergamotto e i liquori (come il bergamino, il bergamello, l’elisir digestivo e l’Amarotto) si ottengono dai frutti di color verde cinerino.
Il frutto giallo e maturo di solito non è venduto, tuttavia è possibile acquistarlo direttamente dai contadini calabresi e usarlo per ottenere spremute molto amare, succhi, granite e bevande gassate (come il Bergò) o, tagliato a spicchi, per impreziosire primi piatti, per condire insalate o per aromatizzare tazze di tè e tisane: infatti si tratta di una fonte naturale di acido citrico.
Ricco di sodio, potassio, magnesio e calcio, il succo può essere versato in poche gocce (10 gocce corrispondono a circa 40 calorie) in acqua tiepida al mattino per ridurre il colesterolo (LDL, quello “cattivo”), prevenire il diabete II e abbassare la glicemia e i trigliceridi. La buona abitudine quotidiana di diluire il succo di mezzo frutto in acqua è utilissima anche contro la stipsi e l’intestino pigro.
Ma il vero prodotto prezioso ricavato dal bergamotto è l’olio essenziale, profumatissimo e esportato in tutto il mondo, che è ottenuto grazie alle macchine “pelatrici” dalla buccia dei frutti (da cui, se lavorata, si creano anche le tabacchiere), dai rami, dai fiori e dalle foglie della pianta, ed è alla base di numerosi fragranze, prima fra tutte l’Acqua di Colonia.
L’olio essenziale di bergamotto è usato non solo in cosmetica alla base di creme (soprattutto contro l’eccesso di sebo delle pelli grasse e miste) e profumi, ma anche per l’aromaterapia, infatti ha ottime proprietà rilassanti per l’ansia e gli stati depressivi, poiché concilia il sonno e calma: si possono versare poche gocce nel diffusore per ambienti o nelle vaschette dei termosifoni per ottenere un effetto olfattivo meno invasivo.
Usato inizialmente negli anni ’50-’60 nei self- tan e nelle creme solari, si scoprì che gli psoraleni contenuti nell’estratto di olio di bergamotto penetravano nella pelle rendendola più sensibile alle scottature, pertanto oggi esso è usato solo in certi cosmetici di uso personale come gli shampoo, infatti è conosciuto anche per le sue proprietà purificanti e anticaduta.
È anche antisettico e antibatterico: aiuta a liberare le vie respiratorie e ha un effetto balsamico per la gola se inserito in suffumigi, e in caso di infezioni come la candida o di micosi, combatte la diffusione dei batteri, disinfettando. L’azione anestetica è connessa a quella cicatrizzante dell’olio utile anche nelle manicure o nei pedicure, e a quella antiossidante, infatti l’essenza di bergamotto è usata anche negli oli e creme da massaggi per riavviare la corretta microcircolazione.
Dunque il bergamotto, che solo da pochi anni è stato riabilitato per le sue numerose virtù benefiche, nonostante resti ancora un prodotto usato soprattutto dalle industrie farmaceutiche e cosmetiche, è davvero da considerarsi “oro verde”.
Eleonora Vitale