Sembra solo un neologismo divertente e senza senso ma il Kepurp esiste davvero ed è la nuova creazione dello chef Ciro Salatiello
Ecco l’ideatore di Kepurp. Nato a Calvizzano, un paese a nord di Napoli, Ciro Salatiello ha frequentato l’istituto alberghiero di Formia. Autore di tre libri di successo: “In cucina con Ciro Salatiello”, scritto in collaborazione con i medici sociali della SSC Napoli, “Gli ingredienti di una vita”, che narra la scoperta della storia che si cela dietro antiche ricette e documenti storici inediti, e “La cucina napoletana”, Salatiello è stato ospite di numerosi programmi televisivi e di una rubrica gastronomica in radio, “Le ricette dei Campioni”.
Il Kepurp nasce durante un viaggio di famiglia a Londra. Le giovani figlie di Salatiello avevano voglia di fermarsi a mangiare il rinomato kebab. Lo chef, che desiderava invece provare le ricette anglosassoni, propose alle sue figlie che al rientro a Napoli le avrebbe portate a mangiare il “Kepurp”. La parola nata per scherzo e per dissuadere le adolescenti dalla richiesta è così diventata, al loro rientro, il nome di un vero e proprio piatto. Il kebab di polpo (‘o purp, come si dice nel dialetto partenopeo) divenne, infatti, presto realtà.
Il prodotto inizialmente veniva assemblato grazie all’utilizzo di banalissimi silos di succhi di frutta presenti negli hotel, ed adibiti per la prima colazione. Negli anni si è arrivati quindi al “kepurp da tavola”, riscontrando successi e plausi da colleghi e personaggi di spicco, quali Cannavacciuolo, dal presidente della Repubblica di Malta Wella G, fino ad arrivare a New York. Il kepurp si presenta in varie forme, il suo punto di forza è comunque la freschezza, il profumo, e soprattutto è adatto per chi segue un regime dietetico a basso contenuto di grassi. Al momento conta l’interesse di numerosi finanziatori per l’apertura di un nuovo concept per la nascita di uno street food Kepurp.
La versione 2.0 è stata presentata da Ciro Salatiello anche nel suo libro “La grande cucina napoletana“.
Il Kepurp di Ciro Salatiello: la ricetta
Il piatto, in apparenza difficile, è possibile da preparare anche in casa. Occorrono solo pochi ingredienti ed il gioco è fatto:
1,5 kg di polpo eviscerato (uno di grosse dimensioni o più polpi piccoli);
1 bottiglia di plastica da 1,5 l;
sale q.b.
Il procedimento consiste nel coprire il polpo con acqua fredda e lasciarlo cuocere per circa 40 minuti, aggiungere quindi il sale e terminare la cottura per altri 5 – 10 minuti.
Lasciar raffreddare il polpo nell’acqua di cottura.
Nel frattempo preparare la bottiglia tagliandone la parte curva superiore.
Scolare quindi il polpo e, possibilmente senza tagliarlo in pezzi, inserirlo delicatamente nella bottiglia, pressandolo ed avendo cura di non lasciare spazi.
Praticare dei fori sul fondo e sui lati della bottiglia in modo tale da consentire all’acqua restante di fuoriuscire completamente. Meglio sarebbe mettere un peso sulla bottiglia per pressare ulteriormente il polpo e mantenerlo in pressione.
Riporre la bottiglia in frigo e lasciarla raffreddare per tutta la notte. In alternativa si può surgelare e scongelare la bottiglia all’occorrenza, prima di servire.
Il giorno dopo estrarre il polpo dalla bottiglia. La gelatina naturalmente presente nel polpo consentirà che, una volta estratto, esso mantenga la sua forma cilindrica.
Ottenuto il cilindro di polpo, potrà essere servito in varie maniere. Si potrà affettarlo a fettine sottili (magari con l’affettatrice), come se fosse una soppressata, oppure tagliarlo in verticale ottenendo degli “straccetti” simili, appunto, al kebab… ed ecco pronto il Kepurp!
Il polpo, una volta tagliato, potrà essere condito a piacere come si condisce il normale polpo all’insalata. Suggerito con un cucchiaio di olio rigorosamente extravergine di oliva ed una spruzzata di succo di limone.
Più leggero dell’esotico kebab e di certo più adatto al panorama della città di Napoli, il Kepurp è ad oggi un’originalissima variante culinaria molto gradita ed apprezzata da grandi e piccoli.