La cucina piemontese è un racconto di sapori opulenti, che riflette la duplice anima del suo territorio: quella aristocratica della corte sabauda e quella tenace della tradizione contadina. Nel corso dei secoli, il Piemonte ha assorbito influenze dalla vicina Francia, dando vita a una gastronomia ricca e complessa. Gli ingredienti protagonisti spaziano dalla pregiata carne di vitello Fassona al Tartufo Bianco d’Alba, dai tajarin all’uovo al riutilizzo ingegnoso delle frattaglie, il tutto accompagnato da vini tra i migliori d’Italia.
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Quella piemontese è una cucina che celebra la carne, ma offre anche straordinarie alternative vegetali. Il Ministero delle politiche agricole e alimentari ha infatti riconosciuto ben 341 prodotti piemontesi come “tradizionali” (P.A.T.), posizionando la regione al sesto posto in Italia per numero di specialità tutelate.
La tavola piemontese: una sintesi delle portate
| Tipologia di piatto | Specialità rappresentative |
|---|---|
| Antipasti | Vitello tonnato, carne cruda all’albese, tonno di coniglio, peperoni con bagna cauda. |
| Primi piatti | Agnolotti del plin, tajarin al tartufo, gnocchi al castelmagno. |
| Secondi piatti | Brasato al barolo, fritto misto, bollito misto, finanziera. |
| Dolci | Bonèt, gianduiotti, panna cotta, baci di dama. |
I grandi antipasti piemontesi
L’antipasto in Piemonte è un rito, una portata ricca che da sola potrebbe costituire un pasto. Tra i più celebri troviamo il vitel tonnè (vitello tonnato), un piatto iconico della cucina torinese. Consiste in sottili fette di girello di Fassona bollito e servite fredde con una salsa a base di tonno, uova, capperi e acciughe. Il suo nome deriva dal piemontese “tannè”, che significa “conciato”, non dal francese. Altra specialità è il tonno di coniglio, un metodo di conservazione contadino in cui il coniglio, dopo la cottura, viene sfilettato e conservato sott’olio, assumendo una consistenza simile a quella del tonno.
I primi piatti della tradizione
La pasta fresca all’uovo è la regina dei primi piatti piemontesi. Gli agnolotti del plin, piccoli e pizzicati a mano (il “plin”), sono una pasta ripiena farcita con arrosto di carne. Vengono serviti tradizionalmente al tovagliolo (scolati e senza condimento), con burro e salvia o con il sugo dell’arrosto. Imperdibili sono i tajarin, sottilissimi tagliolini all’uovo originari delle Langhe, che trovano la loro massima espressione conditi con burro fuso e una generosa grattata di Tartufo Bianco d’Alba.
I secondi di carne e le salse storiche
La carne di Fassona e i grandi vini rossi sono protagonisti dei secondi. Il brasato al Barolo è uno stufato di manzo cotto lentamente nell’omonimo vino, un piatto che unisce due eccellenze del territorio. Il gran bollito misto è un’opulenta celebrazione della carne, composta da sette tagli di polpa e sette “ammennicoli” (parti come lingua, testina e cotechino), servita con le salse tipiche, i “bagnet”. Tra queste, la bagna cauda, una salsa calda a base di aglio, olio e acciughe, è un piatto conviviale a sé stante, in cui intingere verdure di stagione. Dalla cucina di recupero nascono la finanziera e il fritto misto piemontese, piatti storici che utilizzano le frattaglie (il “quinto quarto”) in preparazioni agrodolci complesse e saporite.
I dolci: bonèt e l’arte del cioccolato
Il dessert più iconico della regione è il bonèt (pronunciato bunét), un antico budino a base di uova, cacao, amaretti e rum. Ma il Piemonte, e in particolare Torino, è la capitale italiana del cioccolato. Qui sono nati i gianduiotti, cioccolatini cremosi che uniscono cacao e pasta di Nocciola Piemonte IGP. La tradizione cioccolatiera include anche i cremini, i cri-cri e il Bicerin, una storica bevanda calda torinese a strati di caffè, cioccolata e crema di latte. Per maggiori informazioni sulle eccellenze enogastronomiche, è possibile consultare il sito ufficiale di VisitPiemonte.
Gianluca Zambrano – Alice Testa
Articolo aggiornato il: 07/10/2025

