Sindrome da rientro: tutta colpa degli ormoni…dello stress

Sindrome da rientro: tutta colpa degli ormoni...dello stress

Si guarda sempre il mare con spirito romantico e sguardo sognante. L’ultimo sguardo che lanciamo al mare prima di rientrare a casa dalle vacanze, però, è un autentico tripudio di amore e precoce nostalgia. Che quest’anno la scelta delle vacanze sia ricaduta sul mare, sulla montagna o su una città d’arte fa poca differenza; il momento in cui si è costretti a consumare l’ultima colazione in hotel e poi a svuotare gli ultimi cassetti risulta immancabilmente traumatico.

Stare in vacanza piace a tutti: ma piace perché è un’esperienza limitata nel tempo (e quindi troppo breve per iniziare a provare l’insofferenza della routine) o perché siamo liberi di organizzare la giornata secondo le nostre preferenze e di svolgere quelle attività a cui spesso non possiamo dedicarci durante l’anno?

L’opinione degli esperti

Gli esperti rispondono: per entrambi i motivi. Se la vacanza durasse tutto l’anno, risulterebbe un’esperienza alienante e noiosa, così come ci appare la routine lavorativa. Ma è anche vero che è la prospettiva di abbandonare spiagge idilliache, panorami da cartolina, la nuova comitiva, i giri in canoa, le agognatissime visite ai musei, gli aperitivi serali e le nottate con birra e stelle cadenti ad avvilirci.

Incatastiamo nelle valigie con indolenza la stessa roba che avevamo piegato con cura e precisione all’andata, ripensiamo all’inflessibile capo messo temporaneamente nel ripostiglio dei pensieri, alle serate in pigiama davanti alla televisione e a quell’esame intenzionalmente dimenticato.

In che cosa consiste la sindrome da rientro?

Questa strana nostalgia viene definita “sindrome da rientro”, un’espressione mutuata dal disturbo che affligge i soldati di ritorno dalla guerra che devono affrontare problemi psicofisici di riadattamento. Ovviamente eliminando opportunamente i caratteri tragici e patologici, una sindrome del ritorno colpisce anche i vacanzieri che devono accettare il ritorno a un tenore di vita ben diverso da quello goduto durante le vacanze.

La sindrome esiste davvero, al di là di ogni diceria, scetticismo e incredulità. Parola degli studiosi: tutta colpa dei surreni, che producono i cosiddetti “ormoni dello stress”, ovvero adrenalina e cortisolo. Il processo ha origine nelle informazioni stressanti che l’organismo mette in circolo e che vanno a sollecitare la risposta dell’ipotalamo, che stimola l’ipofisi, che a sua volta interviene sui già citati surreni.

Lo stress generato da eventi esteriori così repentini da poter risultare traumatici è il vero responsabile di questo disagio certamente non grave ma non per questo poco fastidioso. Spesso il nostro corpo, incapriccito, risponde a tono a questo rimpatrio forzato, facendoci sentire spossati, ansiosi, lievemente depressi, insonni o al contrario sempre stanchi e insonnoliti, rendendoci lunatici e facilmente irritabili.

È una fase di transizione immancabile, una sorta di limbo dalla cui permanenza temporanea non ci si può astenere: fa parte del gioco, del cambio di stagione. È come tornare a indossare i jeans e riporre per l’anno prossimo le infradito.

Quali sono i rimedi più consigliati?

I consigli degli esperti per combattere la sindrome del ritorno da veri vacanzieri-soldati sono semplici: prendersi cura della propria alimentazione senza variarla bruscamente, privilegiando frutta, verdura e bevendo almeno un paio di litri d’acqua; trascorrere più tempo possibile all’aria aperta, a contatto con la natura, praticando sport o facendo lunghe passeggiate; cercare di ritagliarsi momenti di svago dedicati al proprio benessere che richiamino quelli tanto apprezzati in vacanza; non riprendere il lavoro o lo studio in maniera affrettata, ma concedersi qualche giorno di riposo e di riadattamento graduale; programmare qualche gita fuori porto nel futuro imminente che possa confortare con una prospettiva piacevole. La sindrome da rientro verrà superata senza problemi con una dose generosa di pazienza, gradualità e spirito d’iniziativa.

Soprattutto – e questo è un promemoria tutto personale – smetterla di singhiozzare sulle foto delle vacanze: è facile apprezzare un’esperienza breve e intensa, la vera arte di saper vivere è nell’innamorarsi del proprio ordinario e non credere mai all’equazione “quotidiano=noioso”. La responsabilità di rendere eccitante e briosa la propria vita appartiene a ciascuno di noi e le vere rivoluzioni sono sempre quelle che si consumano nella normalità.

Fonte immagine: Pexels

Altri articoli da non perdere
Mallone: il piatto povero dell’Agro Nocerino Sarnese
Mallone: il piatto povero dell'Agro Nocerino Sarnese

Il mallone è una pietanza tanto antica quanto povera, tipica della cucina dell’Agro Nocerino Sarnese. Si tratta di una pietanza Scopri di più

Content creator vegani: 3 da seguire assolutamente
Content creator vegani

In questo articolo scopriremo 3 fantastici content creator veg e i motivi validi per cui seguirli su Instagram. Oggi sempre Scopri di più

La lavasciuga: l’elettrodomestico di cui non puoi più fare a meno

Al giorno d'oggi, tra i mille impegni lavorativi e non, tra le tante passioni dei ragazzi e le situazioni d'emergenza Scopri di più

Piatti tipici arabi: i 5 migliori
Piatti tipici arabi: i 5 migliori

La cucina araba presenta dei sapori particolari e diversi al palato per l'abbondante quantità di uso di spezie come la Scopri di più

La ricetta del pollo marinato allo zenzero e coriandolo: la guida definitiva
la ricetta del pollo marinato allo zenzero e coriandolo

Se sei in cerca di nuovi sapori per i tuoi piatti la cucina thai farà al caso tuo. Scopri la Scopri di più

Storia della cassata siciliana: il dolce più conosciuto dell’isola
Storia della cassata siciliana

La cassata siciliana è il dolce più famoso della Sicilia con una storia molto particolare. È una torta tradizionale a base Scopri di più

A proposito di Duilia Giada Guarino

Il mio nome è Duilia e sono laureata in Filologia moderna. La mia vocazione più grande è la scrittura, in tutte le sue forme.

Vedi tutti gli articoli di Duilia Giada Guarino

Commenta