Cos’è il code switching?
Il code switching può essere correlato al destinatario e ancora una volta questo cambio può essere il risultato di ciò che si vuol fare, ad esempio se vuoi allontanarti da una persona, o avvicinarti ad essa, se vuoi mostrare solidarietà oppure il contrario, potresti sentire la necessità di cambiare il tuo modo di parlare. Pertanto è utile comprendere cos’è il code switching e come la dimensione sociale ed in generale i fattori sociali della scelta di una lingua sono responsabili di questo fenomeno. Questo non avviene solo nelle persone che parlano lingue straniere, si può constatare che esiste un code switching anche all’interno della stessa lingua italiana, ma per quanto riguarda i dialetti. Per esempio, ipotizziamo una persona che parla un italiano perfetto, in un contesto di lavoro in cui la dizione è richiesta, ma poi un giorno in quel contesto incontra qualcuno che proviene dalla sua stessa città natale, il suo istinto sarà quello di abbandonare l’italiano standard e di iniziare ad usare il dialetto che li accomuna.
Spesso, quindi, questo termine è associato alle famiglie in cui è presente un fenomeno di bilinguismo o di plurilinguismo, ed avviene quando una persona passa da un codice linguistico ad un altro, all’interno di un dominio o situazione sociale.
Cos’è il code switching al contrario?
Utilizza lo stesso principio del precedente, ma viene usato per sottolineare la distanza che intercorre tra due persone, come potrebbe essere scegliere di parlare in dialetto mentre siamo arrabbiati oppure scegliere di parlare un italiano perfetto in un contesto dove altri parlano dialetto per sentirci più importanti.
Un caso comune è quello in cui ci ritroviamo a riportare le parole di un’altra persona, situazione che avviene frequentemente nelle famiglie con bambini bilingue. Effettivamente può accadere che il bambino vada a scuola ed un suo compagno gli faccia un complimento, come per esempio «you’re gorgeous!» il bambino tornerà a casa dalla madre e le dirà in italiano «mamma, oggi mi hanno detto you’re gorgeous!».
Sempre in contesti di bilinguismo il code switching può presentarsi quando sentiamo il bisogno di mettere in evidenza qualcosa: un parlante cambia lingua o ripete qualcosa in entrambe le lingue per enfatizzarla.
Inoltre spesso succede che una parola nel nostro dialetto (o lingua madre nei bilingue) esprima meglio un concetto emotivo, e non esistendo il corrispettivo in italiano, scegliamo quindi di usare la parola dialettale seguita dalla sua spiegazione. Dunque quando si parla di cos’è il code switching, si sta facendo riferimento a un sistema che può dipendere dalla persona, dall’argomento, dai sentimenti e dalle ragioni affettive.
Attenzione però, non bisogna confondere il code switching con il code mixing!
Il code mixing, a differenza del code switching, è considerato un tipo particolare di cambio di codice per alcuni studiosi: l’idea è che se facciamo code mixing si prendono elementi dai due linguaggi ma si crea anche qualcosa di nuovo, ed è questa la grande differenza. Per questa ragione il code mixing è considerato una forma di ibridazione linguistica.
Oggi, piuttosto che parlare di cos’è il code switching e code mixing, gli studiosi preferiscono direttamente parlare di diversi tipi di code switching. Abbiamo infatti:
- Inter-sentential switching: la prima frase completa è in una lingua, l’altra frase nell’altra lingua. «ora vado a casa, I’ve had enough». Questo è molto più simile al code switching tradizionale che tutti conosciamo;
- Intra-sentential switching: lo switching avviene all’interno dei confini di una frase, come «ci vuole un po’ di skill» si tratta di una frase metà in italiano metà in inglese, il complemento oggetto è nella seconda;
- Tag-switching (extra-sentential switching): in questo contesto bisogna domandarsi, cos’è il code switching esterno? A quanto sembra, c’è bisogno di un tag, ovvero delle parole etichetta che non hanno un significato se isolate dal proprio contesto, ma lo acquisiscono se associate ad altre parole. Esempio: qui abbiamo un tag-switching con il tedesco «You have seven sisters, oder?» oder è un termine tedesco per dire «non è così?». La persona in questione, probabilmente originaria dalla Germania, parla in inglese ma inserisce una parola proveniente dalla sua lingua materna.
- Intraword switching: Deutsching usato come un verbo, viene presa una parola di una lingua (deutsch che significa tedesco) aggiunto ad un altro morfema, in questo caso ing per creare l’infinito di un verbo inglese: così facendo creiamo un nuovo verbo che prima non esisteva, unendo appunto le due lingue e ciò può avvenire in maniera volontaria o accidentale. Un altro esempio più semplice può essere nella frase «la scheda video del pc sta crashando» crash è il termine inglese, unito alla terminazione verbale -ando. Il code switching non è sinonimo di non saper parlare bene una lingua, al contrario, spesso chi ne fa uso padroneggia più di una lingua e saggiamente è libero di scegliere se utilizzare la sua lingua madre o cambiare il codice linguistico passando alla sua L2 (lingua secondaria) o in alcune situazioni, al dialetto.
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