La filosofia politica è una branca della filosofia, il termine politica non sta ad indicare l’oggetto della filosofia bensì la sua funzione e il suo fine ultimo. La filosofia politica è anche lo studio di tutto ciò che riguarda le attività dell’uomo che sono legate alle cose dello Stato e l’analisi di tutto ciò che riguarda il pubblico, incluso problemi di natura economica e sociale. Tra i filosofi che hanno elaborato una propria concezione di Stato ci sono: Platone, Aristotele, Cicerone, Seneca e Agostino.
Uno dei problemi principali trattati dalla filosofia politica è il rapporto tra politica e morale. Questi due concetti molto spesso risultano antitetici, entrambi rientrano nella sfera del dominio dell’azione umana. Questa contrapposizione è dovuta anche alla definizione della politica data Aristotele che la riteneva come l’insieme dei mezzi che permettono di ottenere gli effetti voluti. Dunque, assimilava la politica al potere; sappiamo che questa definizione di per sé è amorale poiché gli effetti voluti non coincidono col bene comune e con l’agire secondo morale. Anche Machiavelli, nelle sue opere, sostiene che la gestione del potere sia a-morale.
Un’altra contrapposizione presente nella filosofia politica è lo stato di natura confrontato allo stato costruito dagli uomini, socialmente, che è lo stato politico. Il filosofo Locke afferma che è possibile una vita sociale nello stato di natura ma manca di un giudice che risolva i conflitti. A ciò, di conseguenza, provvede lo stato politico.
A questo punto subentra un altro concetto cardine della filosofia politica, ossia quello della giustizia. Quest’ultima è il centro della filosofia politica di Platone che afferma che la giustizia e le cose del mondo confluiscano in un ordine tale che rispecchi l’idea suprema del Bene. Infatti, non si può affrontare la giustizia senza conoscere prima il bene. La giustizia è armonia per uno Stato e si applica a pieno quando ogni componente dello Stato svolge il proprio ruolo.
Rimanendo nel campo della giustizia secondo la filosofia politica, per il filosofo giusnaturalista la giustizia nasce insieme allo Stato. Quest’ultimo, costruito da uomini, assicura la giustizia e prima di esso vi è solo il libero arbitrio. La nascita dello Stato corrisponde alla presenza di un sovrano che emana delle leggi e regola la convivenza tra gli uomini rendendo possibile l’applicazione della giustizia. Dunque, il potere in questo caso assume un aspetto positivo, lo stesso potere positivo che gli attribuisce Locke ma solo nella misura in cui possa favorire la convivenza tra gli individui.
Marx invece ha una visione negativa del potere, in quanto lo considera strumento utilizzato dai padroni per ostacolare i tentativi di emancipazione delle classi meno privilegiate. Il potere non assicura giustizia, anzi per farle fronte, bisogna prescindere dalle regole e dal rispetto di queste ultime. La strada da seguire consiste nel riformare il sistema economico e produttivo. La burocrazia e gli apparati pubblici non fanno altro che rendere la società sempre più atomistica e l’uomo sempre più un oggetto assoggettato al potere economico, politico e legislativo.
Fonte Immagine “La filosofia politica: riflessioni su giustizia e potere” : Pixabay