ApritiModa, solo per il weekend del 19 e 20 ottobre, ci ha aperto gratuitamente le porte dei laboratori e degli atelier più prestigiosi d’Italia per farci scoprire dall’interno i segreti e le bellezze del mondo della moda.
ApritiModa e la scoperta delle eccellenze del Made in Italy
ApritiModa nasce nel 2017 a Milano da un’iniziativa della giornalista Cinzia Sasso insieme alla collaborazione di Eleonora Grigoletto, Lidia Pezzoni, Emma Pradella, Mariavittoria Zaglio, Vittoria Pierucci, Sofia Patanella e Sabrina Viotti.
L’obiettivo iniziale fu quello di dare al grande pubblico la possibilità di vedere direttamente dall’interno cosa si celasse dietro il lavoro di grandi artisti, stilisti e artigiani, e dal 2017 ad oggi solo per un weekend all’anno, solitamente ad Ottobre, ciò viene reso possibile. Solo l’edizione scorsa sono stati esplorati 103 luoghi da più di 20mila persone, e quest’anno si è cercato di fare lo stesso.
Oggi in tutta Italia, per l’ottavo anno consecutivo, sono state 100 le porte aperte, 100 le storie raccontate, di luoghi, di persone e di imprese, dal nord al sud del paese. Si è trattata di un’occasione speciale che ci ha concesso di conoscere meglio, dal dietro le quinte, ciò ci viene invidiato da tutto il mondo, la moda Made in Italy.
Negli anni ApritiModa ci ha dato la possibilità di entrare non solo all’interno di atelier, aziende di fama mondiale come Armani, Prada, Versace e Dolce&Gabbana, ma anche nei piccoli laboratori come Gallia&Peter Cappelli e Pino Grasso Ricami, l’ombrellificio artigiano Maglia, il guantaio Omega di Napoli, la Sartoria Litrico ma anche l’Antica Manifattura Cappelli che abbiamo avuto la fortuna di poter visitare direttamente per l’occasione.
Uno sguardo all’interno dell’Antica Manifattura Cappelli
L’Antica Manifattura Cappelli, il più antico laboratorio di cappelli romano, nasce nel 1936 per mano della famiglia toscana Cirri che lo porterà avanti per tre generazioni.
Nel 2003 sarà proprio Patrizia Fabri, una loro cliente abituale che acquistava cappelli per le sue collezioni, a rilevare l’attività e trasformarla in un luogo contemporaneo in cui dare forma alle sue idee per trasformarle in vere e proprie opere d’arte per il pubblico.
L’obiettivo fu quello di mantenere viva quest’antica tradizione, quella dei cappelli interamente realizzati a mano, frutto dell’artigianato e della qualità simboli del Made in Italy, da qui anche la scelta del nome Antica Manifattura Cappelli.
Patrizia Fabri negli anni, credendo fermamente nel suo progetto, ha saputo ridare una seconda vita alla bottega e oggi lavora con l’alta moda, con il cinema e con il teatro.
Vanta collaborazioni con i più grandi stilisti internazionali quali Valentino, Capucci, Givenchy, Elie Saab, Gattinoni, Sergio Rossi, Fausto Puglisi, oltre che aver creato pezzi unici per star internazionali come Madonna, Lady Gaga e i Negramaro, ma non finisce qui, sono state realizzate creazioni anche per spettacoli teatrali sia in Italia che all’estero che vanno dal Teatro dell’Opera di Roma al Teatro dell’Opera di Monte Carlo.
Il cappello, il dietro le quinte
Il cappello, oggi purtroppo sempre più in disuso, costituisce un forte elemento di comunicazione, d’identità, di appartenenza ad una particolare categoria, prendiamo ad esempio i carabinieri, i pompieri, i cuochi.
Un tempo utilizzato anche per sottolineare le differenze sociali, rappresenta geometricamente la chiusura di un outfit che definisce la personalità di chi lo indossa, difatti è la prima cosa che viene notata.
In questi 21 anni di attività Patrizia Fabri ha raccolto più di 2000 forme di legno che ci permettono di ripercorrere più di un secolo di moda Made in Italy, ogni forma è una scultura a sé stante che da origine ad un modello differente.
Nel corso della visita, il cappellaio ci ha mostrato personalmente come viene creato un cappello a cilindro, ci ha svelato i segreti di questo magnifico lavoro. La passione, la ricerca del materiale di qualità, l’attenzione al dettaglio sono elementi che fanno la differenza e che non saranno mai replicabili da una macchina.
Alcune curiosità su come viene fatto un cappello:
- Sono 2 le forme utilizzate: la falda e la cupola, entrambe in legno di tiglio poiché non risentono dell’escursione termica.
- Il cappello non ha cuciture, si parte da una base ovvero il feltro realizzato con il pelo di coniglio, il quale garantisce una maggiore qualità.
- Il feltro per essere modellabile ha bisogno del vapore, infatti viene immerso in una pentola con dell’acqua che bolle, ma solo per pochi secondi perché poi tornerà alla sua rigidità iniziale, in questa fase si denota la bravura e il talento del cappellaio.
- Il cappello poi, a seconda della tipologia, verrà fatto “cuocere” in un forno per circa 1h e mezza o più.
- Il cappello terminato verrà infine dato in mano alle modiste le quali si occuperanno di perfezionarlo e di abbellirlo con dei fiocchi realizzati a mano.
ApritiModa, quindi, ci ha permesso di scoprire da vicino questo magnifico mondo, facendoci comprendere quanta artigianalità e quanto lavoro si celi apparentemente dietro la realizzazione di un “semplice” copricapo.
Non ci resta quindi che recarci tutti presso l’Antica Manifattura Cappelli per farci fare un cappello su misura!
Fonte immagine di copertina: sito di Patrizia Fabri
Immagini utilizzate nell’articolo scattate in loco