Negli ultimi giorni è partita una forte polemica nei confronti dell’evento di Capodanno al Circo Massimo dopo l’esclusione di Tony Effe. L’artista romano non potrà esibirsi sul palco dopo le recenti critiche che hanno travolto il rapper: i suoi testi vengono definiti sessisti e violenti, come esplicitato da alcuni esponenti politici e dal Campidoglio, i quali hanno dichiarato che la sua arte è incompatibile con i valori e i principi che vogliono portare avanti, soprattutto la campagna contro la violenza di genere. Tutto ciò quindi, a detta loro, genererebbe una contraddizione pericolosa per il giovane pubblico e si porterebbe avanti un’immagine irrispettosa e diseducativa. Ma è davvero così?
1.Tony Effe e i suoi successi nel 2024
Nel corso dell’anno Tony Effe è stato spesso al centro dell’attenzione: dall’uscita dell’album ICON, che ha scalato le classifiche nazionali, al dissing con Fedez, per poi finire eletto ai GQ come “Man of the Year 2024“. Nel bene e nel male, l’artista ha fatto parlare di sé in più occasioni, dimostrando sempre di più il suo valore musicale e la sua presenza importante anche nel mondo della moda. Di fatto, il rapper romano si distingue molto per il suo look e la sua immagine, avendo un forte seguito anche al di fuori del mondo della musica: la collaborazione con Gucci al red carpet ne è un esempio lampante. In più, il rapper è stato anche accolto da Carlo Conti al festival di Sanremo, quest’ultimo che verrà condotto proprio dal presentatore che lo aveva invitato calorosamente ad esibirsi sul palco dell’Ariston nel 2025.
2.La risposta del rapper e le reazioni alla notizia
Il rapper romano si è espresso così sui social: «Rispetto e amo tutte le donne e mi dispiace che qualcuno ancora pensi il contrario. Roma ci vediamo a Capodanno». Diversi sono stati gli interventi contrari all’esibizione di Tony Effe al Circo Massimo: possiamo partire dal sottosegretario alla Cultura con delega allo spettacolo dal vivo Gianmarco Mazzi, il quale ha espresso preoccupazione per una sua eventuale esibizione sul palco, dichiarando: «Si dovrebbe prestare più attenzione a chi si offre un palco per cantare. Non c’entra nulla, in questi casi, il diritto di manifestare liberamente il proprio pensiero, che è sacro. C’entra invece il mostrare senso di responsabilità nel non diventare complici di spacciatori di violenza strapagati, nel non preparare loro ribalte per poterlo fare come se tutto fosse normale». Associazioni come il Codacons e Differenza Donna si sono espresse contrarie all’esibizione: quest’ultima dichiara che la scelta di far esibire Tony Effe sia irresponsabile e scellerata, sottolineando la presenza di testi violenti e misogini nelle sue canzoni, definendoli sessisti e insostenibili: «Sarebbe un’insopportabile offesa a tutte le donne che subiscono violenza e alle vittime di femminicidio». Inoltre, Codacons si esprime riguardo alla vicenda, dichiarando che: «Chi oggi parla a sproposito di censura commentando l’esclusione di Tony Effe dal concertone di Capodanno a Roma o è ignorante, nel senso che non conosce l’argomento di cui parla, o è in malafede». Anche la sua presenza a Sanremo potrebbe essere a rischio, con Carlo Conti che dovrà fare bene i conti con il rapper e anche i suoi colleghi che si esibiranno a Sanremo, tra cui Gué ed Emis Killa.
Tuttavia, la solidarietà nei confronti dell’artista romano da parte dei colleghi non è mancata: anzitutto Mara Sattei e Mahmood hanno deciso di disertare il palco, prendendo una posizione forte contro la censura nei confronti di Tony. Entrambi su Instagram hanno fatto sapere la loro decisione e il disprezzo per il trattamento riservato al loro collega. Mahmood afferma: «Ho aspettato fino all’ultimo poiché speravo di leggere una notizia diversa rispetto all’esclusione di Tony Effe dal Capodanno di Roma. Ritengo sia una forma di censura per cui decido anche io di non partecipare al Capodanno della Capitale. Sono fermamente convinto che qualsiasi forma d’arte possa essere discussa e criticata, ma non deve esistere censura». Anche Mara Sattei condivide lo stesso pensiero: «Date le decisioni prese in merito al Capodanno di Roma, anch’io non prenderò parte all’evento. Non trovo corretto impedire a un artista di esibirsi, privandolo della sua libertà di espressione».
Il management di Tony Effe ha attaccato il comportamento del Comune di Roma per la gestione della vicenda legata al Capodanno Circo Massimo, sottolineando come ciò possa avere ripercussioni riguardo all’immagine e al futuro dell’artista, le quali rischiano di essere compromesse. Anche artisti come Lazza, Giorgia ed Emma Marrone hanno espresso solidarietà al cantante. Giorgia dichiara: «La musica è espressione di libertà di chi la fa ma anche di chi l’ascolta che può scegliere se ascoltarla oppure no. La censura, la storia lo dimostra, non è mai una soluzione ma di solito l’inizio di un tunnel che non porta mai alla luce». Emma definisce la censura violenta: «Trovo che sia davvero un brutto gesto escludere Tony Effe dal concerto di Capodanno a Roma privando un ragazzo di esibirsi nella sua città. Non è una cattiva persona e non ha fatto male a nessuno. Ma è altrettanto un brutto gesto nei confronti della musica tutta e dell’arte in generale. Una forma di censura violenta che alle soglie del 2025 non si può tollerare e giustificare». Lazza invece si lascia andare ad una sfuriata pesante nelle storie di Instagram, sottolineando l’incoerenza di alcune scelte e critiche fatte in passato ad altri artisti, come nel caso di Geolier, che fu criticato per i testi in napoletano. Inoltre, l’artista umilia la direzione musicale che aveva inizialmente invitato Tony Effe: «Senza contare che oggi tanti pensano di ospitare un rapper con l’idea di fargli un favore, quando in realtà è proprio l’esatto contrario. A Woodstock c’era gente nuda tutta fatta, però nascondiamoci pure dietro il Eh erano altri tempi».
3.La censura dietro alla polemica
Ciò che sta accadendo è una vera e propria forma di censura vergognosa: non solo le associazioni cercano del marcio ovunque e colpevoli dove è più comodo, perché si sa che il rap è il genere più facile da attaccare per l’opinione pubblica, la quale per l’ennesima volta non perde tempo a mostrare incoerenza ed ignoranza. L’opinione pubblica oramai non sa nemmeno capire come non rappresenti più veramente il pensiero del pubblico, musicale e non, da ormai tanto tempo. Il Capodanno al Circo Massimo è vittima di ricatti della RAI e di una direzione sempre più volta alla censura, infangando la libertà d’espressione non solo di Tony Effe, ma anche di altri artisti. La vicenda di Ghali riguardo il genocidio palestinese a Sanremo 2024 è una prova indiscutibile di come la televisione nazionale sia manipolata e controllata da un forte desiderio di propaganda politica, mostrando una vera e propria regressione riguardo ai diritti.
La sfida posta all’evento Capodanno al Circo Massimo è chiara: serve aprire la mente e dire basta a questi atteggiamenti deplorevoli e tentativi di censura. Il tipo di musica proposto è sicuramente criticabile ma non censurabile, poiché è assurdo pensare che un genere musicale o un testo possa essere il principale colpevole di una serie di crimini d’odio o di genere. Due artisti importanti hanno rifiutato di esibirsi al Capodanno al Circo Massimo non per ripicca, ma per lanciare un forte messaggio a tutti. La musica è arte, nel bene e nel male, e quando ci si esprime bisogna mettere in conto tematiche di tutti i colori. Si può non essere d’accordo con i testi di Tony Effe, ma non si può ritenere l’artista responsabile di promozione alla violenza e alla misoginia, senza tener conto del contesto musicale ed extra musicale. A questo punto, anche Vasco Rossi andrebbe censurato per le sue vicende passate e, come lui, anche altri artisti che hanno partecipato a Sanremo e a tv show musicali italiani. Eppure risulta sempre facile accusare i rapper di ogni male della società, quando la chiusura mentale è uno dei problemi alla radice: l’educazione la si ottiene in primis nelle proprie abitazioni e nella cultura tramandata di generazione in generazione. Che ci siano problemi nella nostra è innegabile, ma i veri responsabili non sono né Tony Effe né i rapper. La censura non è mai un mezzo che contraddistingue una democrazia, anzi ricorda proprio ciò che ha caratterizzato questo paese prima della nascita della Repubblica Italiana. Ma a quanto pare c’è un serio problema di incoerenza e di vuoti di memoria da parte di chi dovrebbe essere competente nell’organizzare eventi dal vivo musicali e culturali.
Fonte immagine: Rai News.it