Franco Fontana. Retrospective: rendere visibile l’invisibile

Franco Fontana

Fino al 31 agosto 2025, il Museo dell’Ara Pacis a Roma ospiterà la mostra Franco Fontana. Retrospective, dedicata ad uno dei più grandi fotografi del XX secolo, che ha rivoluzionato il linguaggio della fotografia a colori.

La prima grande mostra retrospettiva dedicata al fotografo modenese Franco Fontana è stata allestita al Museo dell’Ara Pacis, a cura di Jean-Luc Monterosso, fondatore della Maison Européenne de la Photographie di Parigi. L’obiettivo è quello di ripercorrere l’intera carriera artistica del fotografo, attraverso una selezione di oltre 200 fotografie, ma anche con spazi immersivi e installazioni video. Focus centrale sono proprio le immagini astratte e minimaliste, caratterizzate da una giustapposizione di colori brillanti e da forti contrasti, elementi che hanno reso Fontana un precursore in un mondo fotografico dominato dal bianco e nero. Il suo è un lavoro in continuo rinnovo: passa dalle diapositive alle polaroid, fino ad accostarsi, negli ultimi decenni, all’uso del digitale, seguendo quindi gli sviluppi tecnici della fotografia e continuando sempre a sperimentare, con l’unico scopo di “rendere visibile l’invisibile”.

Dal bianco e nero alla fotografia a colori

Fino agli anni ’50, il mondo della fotografia era dominato dal bianco e nero, anche se già dalla fine della Seconda Guerra mondiale il colore aveva cominciato a diffondersi nella pubblicità, nella moda e nel fotogiornalismo. Nonostante ciò, veniva considerato, in quel periodo, ancora un modo imperfetto e persino volgare di rappresentare la realtà. “La fotografia a colori esprime la realtà, il bianco e nero la commenta” afferma la critica d’arte Nathalie Boulouch. Una vera e propria svolta si ebbe nel 1962, quando il direttore del MoMa di New York, John Szarkowski, organizzò la prima mostra a colori dedicata al fotografo Magnum Ernst Haas.

Fondamentale poi in questo ambito è stata proprio la pubblicazione di Skyline (Contrejour), in Italia e Francia, da parte di Franco Fontana nel 1978. Riconosciuto come uno dei libri fondamentali per la fotografia a colori, che da questo momento in poi venne vista come una vera e propria espressione artistica, fu apprezzato anche dal fotografo francese Claude Nori, secondo il quale “con il suo radicalismo e il suo approccio puramente fotografico, (Skyline) ha contribuito ad aprire la strada alla nuova fotografia italiana”.

Franco Fontana e il mondo a colori

Franco Fontana, nato a Modena nel 1933, dove vive e lavora ancora oggi, ha fin da subito concentrato la sua ricerca estetica sul mondo della fotografia a colori: la sua prima esposizione venne realizzata, infatti, proprio alla terza Biennale Internazionale del Colore di Vienna nel 1961. Afferma di essersi approcciato a questa realtà, “in modo naturale”, vedendo la fotografia come “un’interpretazione della verità, che deve cercare di rendere l’oggettivo in maniera soggettiva”.

La sua fama internazionale maturò, però, a partire dal 1972, grazie a un riconoscimento all’estero con la mostra Die Materie die wir nicht sehen alla galleria Die Brücke di Vienna. Da questo momento in poi ottenne vari premi, come il Premio Ragno d’Oro dall’Unesco per l’Arte nel 1984, il riconoscimento ad essere uno dei cinquantaquattro “Maestri della fotografia” della collezione Toppan del Tokyo Metropolitan Museum nel 1990, fino al Premio Hemingway nel 2021. Nel corso degli anni, fu anche chiamato a condurre alcuni workshop di fotografia in varie scuole e università, dove cercò di far capire ai suoi allievi che “ogni fotografia ha una propria identità”. Essenziale, infatti, “non è essere chi vuoi, ma diventare chi sei”.

Il percorso espositivo di Franco Fontana. Retrospective

La mostra retrospettiva si apre con un ritratto di Franco Fontana realizzato dal milanese Giovanni Gastel e con una delle opere più apprezzate del fotografo modenese: una veduta quadrangolare di Praga, realizzata nel 1967 e utilizzata come copertina della rivista Time Life e del quotidiano tedesco Frankfurter Allgemeine. Subito il visitatore viene catapultato in una serie di scatti di paesaggi naturali ed urbani, dove centrali sono la forte geometria e l’essenzialità degli elementi, così come si può notare proprio nelle opere rappresentative della fotografia a colori degli anni ’60 e ’70.

Franco Fontana - Praga, 1967
Praga, 1967

Ma degni di nota sono soprattutto i suoi Skylines: esplosioni di colori che polverizzano la realtà riconducendola a pochi elementi essenziali. Componente centrale qui è l’orizzonte, che divide l’immagine in due parti distinte creando un netto contrasto tra cielo e mare o tra cielo e terra. Esemplare è proprio Comacchio, 1976, dove l’immagine, perfettamente simmetrica, potrebbe essere letta in un verso o nell’altro in maniera indistinta.

La sezione successiva, invece, è dedicata ai paesaggi naturali catturati nelle varie sfumature delle quattro stagioni, con focus su mare, neve, pianure verdeggianti, fino al culmine di questo tipo di fotografia con la celebre Puglia, 1978: una diapositiva precisamente divisa in due blocchi di colori intensi, da un lato l’azzurro del cielo e dall’altro il giallo brillante del grano.

Ma quella di Franco Fontana non è stata una vita completamente dedita al mondo del colore: “a un certo punto della mia vita di fotografo ho capito che non volevo diventare il John Wayne della fotografia a colori, l’attore che sa fare solo il cowboy. Avrei potuto vivere di soli paesaggi ma avevo paura di diventare l’impiegato di me stesso, così ho cercato di disintossicarmi dalla ripetizione”. Così decise di analizzare nelle sue fotografie un altro aspetto particolarmente complesso, quello delle ombre. Utilizzando per la prima volta il bianco e il nero, per il quale inizialmente aveva avuto un rifiuto totale, realizzò un reportage sull’architettura metafisica del Palazzo della Civiltà italiana dell’EUR a Roma (1979). Un altro elemento centrale nella sua fotografia di questo periodo è la piscina, che attraverso colori schietti e allegri, riesce ad esaltare la bellezza delle forme femminili, creando un vero e proprio elogio di curve e rotondità. Degna di attenzione qui è proprio un’area interattiva, dove il visitatore potrà letteralmente immergersi in una piscina, attraverso luci e suoni che rendono l’esperienza più realistica.

Franco Fontana - EUR Roma, 1979
EUR Roma, 1979

Una sezione della mostra è dedicata, invece, a temi come l’autostrada, l’asfalto e le automobili, con fotografie realizzate durante i suoi viaggi, senza guardare nell’obiettivo della camera, mentre Fontana era alla guida. Qui il pubblico ha la sensazione di camminare sull’asfalto, grazie a particolari light box con cinque stampe retroilluminate.

Il percorso espositivo prosegue poi con le fotografie che Fontana ha realizzato durante i suoi numerosi viaggi in America, tra il 1978 e il 2008: “durante i miei soggiorni in America, ho riconosciuto la mia idea di paesaggio urbano, ho trovato ciò che era già dentro di me e ho raccolto ciò che avevo seminato da tempo”. Fu questo, quindi, un periodo di nuova scoperta per il fotografo modenese che realizzò scatti di passanti, spesso donne di spalle, che sembravano muoversi in quella che appariva come una quinta teatrale. Luce e ombra si contendono lo spazio, mentre il colore non è più l’elemento centrale e si incupisce. Focus sono, invece, edifici e strutture, dove la distribuzione geometrica dei piani rafforza l’impressione di vuoto e isolamento. È uno stile iperrealista che rompe gli schemi convenzionali della street Photography. Di questa sezione fanno anche parte le opere del periodo cubano di Fontana: nel 2017, infatti, intraprese un viaggio a Cuba, insieme al regista Marco Benisi, con il quale realizzò un video dove il vero protagonista è il colore.

Orari e biglietti di Franco Fontana. Retrospective

L’esposizione, promossa da Roma Capitale, Assessorato alla Cultura e Sovrintendenza Capitolina ai Beni Culturali, con l’organizzazione di Civita Mostre e Musei, Zètema Progetto Cultura e Franco Fontana Studio, è attiva dal 13 dicembre 2024 fino al 31 agosto 2025. Il Museo dell’Ara Pacis accoglie i visitatori tutti i giorni dalle 9:30 fino alle 19:30, con possibilità di ultimo ingresso alla mostra un’ora prima della chiusura. I biglietti possono essere acquistati sulla pagina online per l’accesso all’esposizione nei giorni successivi oppure presso la biglietteria per il giorno stesso.

Fonte immagine: scattate in loco

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