8 curiosità sulla vita e il pensiero di Niccolò Machiavelli

Machiavelli

Ecco a voi 8 curiosità sulla vita e il pensiero di   Niccolò Machiavelli, celebre scrittore fiorentino , annoverato tra i migliori filosofi della storia . Questa lista di curiosità ha come scopo quello di riqualificare una delle più innovative personalità della storia e il suo pensiero, spesso sintetizzato erroneamente con la  teoria del “il fine giustifica i mezzi” e accostato ai teologi  della “Ragion di stato”. In realtà il pensiero filosofico del celebre Cancelliere fiorentino è dotato di una profondità ben superiore. Senza alcun dubbio la sua figura per anni è stata macchiata dalla propaganda negativa che la chiesa romana, e i suoi avversari politici operarono nei suoi confronti.  

Machiavelli è stato spesso accusato di nicodemismo, bollato come cinico, spietato e calcolatore soprattutto a causa della sua opera Il Principe”.  L’opuscolo machiavelliano, lungi dall’essere un’opera che si propone di fornire precetti universali, in realtà si pone come obbiettivo quello di mostrare le azioni politiche che più si adattano al travagliato periodo che l’Italia viveva nel XVI secolo. In realtà, il fine ultimo del progetto machiavelliano, esposto nei Discorsi, era quello del buon vivere civile. E proprio con la speranza di rendere questa idea una  realtà, il Cancelliere fiorentino impiegò tutte le sue forze.

8 curiosità sulla vita e le opere di Niccolò Machiavelli

1.Una Giovinezza Sconosciuta

Sappiamo molto dell’opera di  Machiavelli dopo che fu eletto Cancelliere  nel 1498 in seguito al rogo di Girolamo Savonarola e della caduta del governo dei  “piagnoni”. Ciò che però ci è praticamente sconosciuta è la sua giovinezza. Si sa che proveniva da una famiglia fiorentina, nota per essere stata chiamata più volte alla magistratura, ma ormai decaduta all’epoca della  giovinezza di Niccolò. La sua preparazione si alternò tra testi giuridici e le grandi opere latine. Poco altro è noto degli anni di Machiavelli precedenti alla sua attività politica, e forse proprio questo alone di mistero contribuisce a renderlo un personaggio ancora più intrigante, soprattutto nell’immaginario televisivo. Per esempio nella serie britannico-statunitense  Da Vinci’s Demons, in maniera molto fantasiosa,  Machiavelli  è un apprendista del genio fiorentino Leonardo Da Vinci.

2. Un pensatore attivo

Sicuramente tra i titoli affibbiati a Machiavelli ci sono quello di pensatore e di grande scrittore. Quello che in molti non sanno è che il Cancelliere fiorentino fu un uomo estremamente dinamico, che si trovò a operare sul campo, spesso anche per organizzare le operazioni militari, di cui era espertissimo. Inoltre fu anche uno dei segretari scelti più frequentemente per le operazioni di ambasceria. Ciò che lo rendeva adatto a tale ruolo era sicuramente l’erudizione, la passione politica e l’estremo raziocinio con il quale affrontava le situazioni.  In quegli anni percorse l’Italia, e non solo, in lungo e in largo. Si recò più volte  in Romagna dal Duca Valentino, uomo che stimò enormemente e al quale si ispirò per la figura del perfetto principe nel suo opuscolo. Machiavelli stesso sottoscrisse, dopo la battaglia nelle campagne pisane,  la “submissio civitatis pisanorum”, documento con il quale si formalizzava la presa di Pisa da parte di Firenze. Uno degli episodi più emblematici della forza del suo carattere e della sua lingua tagliente, si svolse alla corte di Luigi XII, quando punzecchiato dal potentissimo cardinale di Rohan riguardo l’inettitudine militare fiorentina, Machiavelli rispose per le rime dicendo che “gli italiani non si intendevano di guerra, ma di sicuro i francesi non si intendevano di stato”.

3. Era davvero un Simpaticone

La tradizione comune ha da sempre trasmesso la figura di un uomo controverso, dotato di una intelligenza acuta e spregiudicata, impegnato totalmente con le gravezze derivanti dai suoi impegni politici. La curiosità più sorprendente  emerge dalla fitta corrispondenza che intratteneva con parenti amici, sia con i funzionari della cancelleria. Niccolò era un uomo al quale piaceva scherzare, parlare di sciocchezze e argomenti leggeri e allo stesso tempo discorrere per ore di politica. Sul luogo del lavoro egli riteneva fondamentale intrattenere dei rapporti gioviali con i suoi colleghi. Mentre per quanto riguarda le lettere private ne emerge il suo carattere burlone e di cantastorie, spesso riguardanti argomenti piccanti.

4. Il confino in Patria

Durante le guerre d’Italia, Machiavelli ebbe un ruolo fondamentale per il principato fiorentino, arrivando a essere addirittura il promotore e il riformatore di una milizia privata, fondamentale per le vittorie della Repubblica nei primi anni del 1500. Purtroppo la sua fortuna nei primi anni alla cancelleria fu legata all’influenza francese e al sopravvivere delle istituzioni repubblicane. Quando nel 1512, con il congresso di Mantova la famiglia dei Medici venne insediata di nuovo a Firenze.  Machiavelli dopo essere stato ingiustamente accusato di congiura dai suoi avversari politici, gli ottimati, fu dapprima imprigionato, poi torturato e infine costretto al confinamento forzato in un borgo fiorentino a Sant’Andrea. Furono anni duri per il segretario fiorentino, il quale si vide estromesso dalla vita pubblica che tanto amava. Le sue uniche consolazioni furono gli amici con i quali poté intrattenere conversazioni epistolari. L’ozio letterario al quale fu forzato, gli permise inoltre di scrive alcune tra le sue opere più grandi come il “Principe” e la “Mandragola”.

8 curiosità sulla vita e le opere di Niccolò Machiavelli

5. L’Amicizia con Guicciardini

Da sempre contrapposti per i loro modi di pensare e di guardare alla storia, Machiavelli e Guicciardini in realtà furono grandi amici, estimatori l’uno delle capacità dell’altro. La fitta mole di lettere che si scambiavano è testimone del profondo legame di amicizia che legava i due. Guicciardini fu di sicuro uno dei suoi interlocutori preferiti, e anche uno dei pochi che fosse capace d’intrattenerlo e distoglierlo dai suoi patimenti d’animo durante i difficili anni di Sant’Andrea. “Fratello mio” così era solito rivolgersi Niccolò a Guicciardini, il quale rispondeva con un affettuoso “Francesco vostro”. Divertentissimi sono alcuni estratti in cui Machiavelli si rivolge in maniera estremamente confidenziale all’amico: “Io ero in sul cesso quando arrivò il vostro messo”, o ancora “Magnifice Domine cazzus”.  

6. Machiavelli Comico

Passato alla storia per la stesure de “Il Principe”,  in realtà Machiavelli ebbe anche una gloriosa carriera da commediografo. Le opere scritte durante il confinamento riprendono i toni giovanili delle sue prime produzioni e soprattutto dei suoi primi amori letterari. Tra le opere principali che fuggono da fucina per i suoi successivo capolavori vi sono “Le maschere”, imitazione de “Le Nuvole” di Aristotele, purtroppo andata perduta. La volgarizzazione de “L’Andria” di Terenzio, e la inconclusa commedia “L’Asino”. Il suo incredibile talento narrativo venne fuori però nell’opera scritta per il carnevale del 1518, La Mandragola. La commedia nasconde sotto a una serie di eventi squisitamente divertenti e a una trama intricata e buffa, un significato morale e politico atto a rappresentare la doppiezza dell’animo umano.  Il grandioso successo riscosso dalla commedia non solo fu una meritata celebrazione del suo talento, ma anche il motivo della caduta dell’ostracismo dei Medici nei suoi confronti. Oltre a divertire, fa riflette e intrattenere, questa opera ebbe il grandissimo merito di restituirgli la libertà.

7.L’amore per “la Viola”

Di sicuro all’epoca di Machiavelli, figure politiche come la sua, erano considerate come delle vere e proprie celebrità, simboli d’idee, culture e identità nazionali. Possiamo quindi immaginare il cancelliere fiorentino per fama, alla stregua di una moderna super star del calcio. Machiavelli conferiva una incredibile dignità al suo ruolo di rappresentante di Firenze, città di cui si dichiarava profondamente innamorato, arrivando persino a criticare Dante per aver messo in cattiva luce la città fiorentina con la sua opera. Riprendendo la metafora calcistica possiamo dire che Niccolò si reputava una vera e propria bandiera per la città di Firenze, e al pari di altre bandiere come Maldini, Del Piero o Totti , pur di rimanere nella sua patria e poterla rappresentare ancora una volta, rifiutò le ricche offerte economiche che il generale Colonna e Ragusa gli promettevano.

8. Un Epilogo più tragico che comico.

La fine di Machiavelli, nel 1527 , in un certo qual modo riassume in sé  quella che è stata tutta la vita del cancelliere fiorentino e il suo modo di affrontare le cose. Machiavelli muore in maniera inaspettata, tragicomica, sfortunata. Quando gli stravolgimenti politici, dovuti alle Guerre d’Italia , riportarono la repubblica a Firenze, il segretario fiorentino ormai ritornato in auge, si offrì di occupare il ruolo di cancelliere, convinto di poter ancora aiutare la città. Purtroppo a causa della serie di giochi politici che animavano le realtà italiane dell’epoca, e i complotti che spesso miravano ad estromettere Machiavelli dai ruoli principali, egli si vide respinta la sua candidatura. Poco dopo Niccolò si ammalò, forse a causa proprio di quel dispiacere. Dalle lettere sappiamo che il Cancelliere era afflitto da un profondo male, probabilmente all’intestino, e forse proprio le pillole benefiche, a base di cadmio, consigliategli da Guicciardini, ne aggravarono la situazione. L’Italia era ormai in rovina, caduta nelle mani degli Asburgo, e la speranza finale di Machiavelli  “liberate diturna curam Italia” stava ormai svanendo per sempre.  Secondo alcune storie, pur in condizioni critiche, Niccolò non perse occasione di mostrare il suo spirito istrionico. Infatti , ispirato da un delirio onirico, dichiarò di preferire andare all’Inferno tra i grandi sapienti latini e greci piuttosto che tra i cianciosi, gli storpi e la gente male in arnese che affollava il Paradiso.

 

Immagine di Copertina: Pixabay

Immagini: Istock, Wikimedia

A proposito di Giuseppe Musella

Laureato in mediazione linguistica e culturale presso l'Orientale di Napoli. Amo tutto ciò che riguarda la letteratura. Appassionato di musica, anime, serie tv e storia. Visceralmente legato a Napoli.

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