Akiane Kramarik e la sua straordinaria storia
Credere che una bambina di quattro anni possa essere in grado di sentire nei propri disegni un qualcosa di trascendente, un senso ulteriore, è quasi follia. Una bambina che trova nelle linee di pittura e nelle catene di parole la soluzione al malessere e la forza di andare avanti e di comunicare, convertendo addirittura l’intera famiglia alla fede, è un caso ben raro. Esseri straordinari di questo tipo vengono detti “bambini indaco”, e Akiane Kramarik è una di loro.
Nata nell’Illinois nel 1994, Akiane non ha mai avuto influenze esterne che potessero contagiare realmente il suo lavoro artistico. La sua famiglia era una come tante, una comune famiglia americana, che non preferì impartire nessun tipo di credo religioso, educando la propria figlia a casa. Il nucleo familiare era dunque ristretto, e le possibilità di sentir parlare di quello che Akiane ha rivelato ai suoi genitori all’età di quattro anni sarebbe stato praticamente da escludere. In una intervista che la vede ormai sedicenne, Akiane Kramarik afferma di aver sempre espresso nei suoi disegni o nelle poesie che ha incominciato a scrivere a sette anni qualcosa che sentiva dentro, ma che con naturalezza aveva deciso di venir fuori, con il supporto di qualcosa o qualcuno. Non ha mai avuto dubbi nell’identificare quel qualcuno con Dio.
Akiane Kramarik afferma «Lui è tutto quello che ho, è in tutto quello che faccio»
Le sue parole sono limpide, il suo volto è sereno. Convinta dell’impatto dell’arte nella vita dell’uomo, Akiane Kramarik ha convertito la sua famiglia tramite le sue composizioni. Quando la madre le ha chiesto da dove venissero quelle parole, la risposta è stata immediata: da Dio. Una bambina prodigio che non ha mai ceduto il passo alla vanità. Akiane non ha mai creduto di essere diversa da nessun altro, fino a quando, ormai raggiunta la maggiore età, non ha compreso che non tutti avrebbero potuto ottenere quello che lei realizzava con la sua scrittura e i suoi disegni.
Con naturalezza, Akiane disegna gli angeli così come crede siano, essenze appagate dal contatto diretto con Dio, con uno sguardo che nessuno può avere. Gli occhi sono il centro delle sue composizioni, occhi limpidi attraverso i quali poter guardare un mondo diverso da quello che quotidianamente abbiamo intorno. Sono solitamente sguardi di bambini, di angeli, di Gesù stesso. I sogni le consegnano i particolari di un mondo così distante ai nostri occhi, ma nel quale Akiane Kramarik è in grado di vivere per il tramite di un insegnamento superiore.
Riuscire a sentire qualcosa di così elevato ha permesso ad Akiane di credere che la vita non abbia nulla di casuale, che il suo sia un dono e che ci sia una missione che Dio ha voluto per lei. I doni che ha sono solo il punto di partenza di un percorso che trascende Akiane Kramarik stessa. L’obiettivo finale è realizzare un racconto universale, mostrare una realtà profonda celata dietro lacrime limpide. Una spiritualità al di sopra del pensabile, per uno scettico forse quasi nauseante. Akiane Kramarik rivela nella sua intervista più famosa per Fox News di chiedere costantemente le parole giuste a Dio. Gli chiede di aiutarla a raggiungere le persone, è difficile non credere nella sua sincerità.
Il suo dono, come non può fare a meno di definire, è il mezzo che usa per far comprendere alle persone quanto sia ancora possibile edificare un mondo d’amore e felicità, e questa è la speranza che alimenta le sue composizioni. La madre di Akiane ha sempre visto in sua figlia grande serietà nel creare racconti fantasiosi da bambina, nei suoi giochi con le bambole. Ma non ha mai creduto che i racconti sull’universo, su Dio, sulla creazione fossero semplici fantasie. «Questo mondo non potrà mai essere distrutto se saprò che lui è con me». Akiane Kramarik si rende salmista con la pittura e con le parole. I suoi disegni hanno tratti decisi, realistici, tonalità spesso scure ma rivestite da una patina di serenità. Akiane afferma di non attendere l’ispirazione, piuttosto il contrario. Il suo ritmo di vita è certosino, di duro e costante lavoro. I suoi quadri sono sempre diversi, ispirano emozioni varie e hanno tante storia alle spalle. Per questo ognuno può ritrovare se stesso, perché a essere rappresentate sono le molteplici sfaccettature del reale.
La sua intenzione non è però solo quella di rappresentare la realtà, ma anche di rendere possibile realtà diverse allo spettatore. Come quando dipinge il ritratto del suo fratellino Aurelius. Akiane Kramarik pone questa domanda: perché non possiamo vivere come i bambini per un giorno, osservando tutto come se fosse la prima volta? In un autoritratto realizzato all’età di undici anni, Akiane si rappresenta nell’atto di co-creare il mondo con Dio. Non crede di peccare di superbia, bensì di agire così come Dio stesso le ha insegnato. Akiane crede che tutti potremmo, tenendo ben aperti il nostro cuore e i nostri occhi.
Akiane Kramarik e altre storie di bambini speciali
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