Da piccoli, giocare è una delle attività principali ed è essenziale perché contribuisce al benessere cognitivo, fisico ed emotivo dei bambini. Il gioco è una risorsa fondamentale di apprendimento e di relazioni e consente al bambino di trasformare la realtà secondo le sue esigenze interiori, a volte relazionandosi con un amico immaginario. Ma avere un amico immaginario è segno di normalità o di disagio?
Cos’è un amico immaginario e perché i bambini lo creano?
Il termine amico immaginario si riferisce a un personaggio invisibile, dotato di un nome e di caratteristiche fisiche e comportamentali, a cui i bambini fanno riferimento nelle conversazioni o con cui interagiscono direttamente.
Le diverse interpretazioni: da semplice creatività a riflesso di bisogni interiori
Questa invenzione è stata oggetto di numerosi studi e può avere molteplici significati. Può essere interpretata come una semplice espressione creativa o come il riflesso di bisogni o conflitti interiori più profondi. È naturale che molti genitori si chiedano se la presenza di un amico immaginario sia un segnale positivo o un motivo di preoccupazione.
Amico immaginario e fasce d’età
La sua creazione è più comune nei bambini tra i 3 e gli 8 anni, anche se può manifestarsi anche in età prescolare o, meno frequentemente, durante l’adolescenza.
Il ruolo dell’amico immaginario nello sviluppo del bambino
Può svolgere diverse funzioni importanti nello sviluppo infantile:
- Compagnia: può aiutare il bambino a sentirsi meno solo, soprattutto in momenti di transizione o di difficoltà.
- Elaborazione emotiva: può essere un modo per il bambino di esprimere ed elaborare emozioni complesse, come la paura, la rabbia o la tristezza.
- Sviluppo della creatività e dell’immaginazione: inventare un amico immaginario stimola la fantasia e la capacità di creare storie e scenari.
- Sviluppo del linguaggio: Interagire con l’amico immaginario aiuta il bambino a fare pratica e a sviluppare le abilità linguistiche.
- Sviluppo sociale: può aiutare il bambino a comprendere meglio le dinamiche sociali e a sperimentare ruoli diversi.
Amico immaginario: il punto di vista degli esperti
Humberto Nager: il sentimento di solitudine e la nascita di un compagno immaginario
Secondo lo psichiatra Humberto Nager, l’invenzione di un compagno immaginario può essere una manifestazione del sentimento di solitudine del bambino, spesso scatenato da eventi come la nascita di un fratello o una crisi familiare.
Otto Sperling: la fantasia come strumento di relazione con l’altro
Lo psicoanalista Otto Sperling offre una prospettiva interessante sul modo in cui i bambini possono usare la fantasia per entrare in relazione con gli altri.
Donald Winnicott: un rifugio sicuro per pensare, giocare e sentirsi protetti
Per lo psicoanalista Donald Winnicott, l’amico immaginario rappresenta un rifugio in cui il bambino può pensare, giocare e sentirsi al sicuro, soprattutto in assenza dei genitori o durante i momenti di svago. Winnicott considera questa dinamica una forma di espressione spontanea e normale, non un segnale di disagio.
Marjorie Taylor: la creatività e lo sviluppo delle capacità
Marjorie Taylor, psicologa e ricercatrice, sottolinea il ruolo cruciale dell’amico immaginario nello sviluppo della creatività, delle abilità sociali e della comprensione della realtà.
In generale, la presenza di un compagno immaginario è considerata una fase normale della crescita, un prodotto dell’immaginazione che può aiutare il bambino a esprimere le proprie emozioni. Se il bambino è in grado di stimolare la sua fantasia e di mantenere il controllo sul personaggio immaginario, non c’è motivo di sospettare alcun tipo di disturbo.
Come comportarsi con un bambino che ha un amico immaginario: i consigli per i genitori
Ecco alcuni suggerimenti pratici per i genitori:
- Non preoccuparti: la sua presenza è, nella maggior parte dei casi, un fenomeno del tutto normale.
- Non vietare al bambino di parlare del suo amico: ascolta con interesse le sue conversazioni, cercando di capire cosa l’amico immaginario rappresenta per lui.
- Non sminuire o ridicolizzare la figura dell’amico immaginario.
- Rispetta il mondo del tuo bambino, partecipando ai suoi giochi, se ti invita.
- Offri alternative: Proponi attività stimolanti e occasioni di socializzazione con altri bambini.
- Non forzare il bambino ad abbandonare il suo amico immaginario.
Quando preoccuparsi: i segnali a cui prestare attenzione
Nella maggior parte dei casi, l’amico immaginario scompare gradualmente quando il bambino inizia a esplorare il mondo e a stringere relazioni significative con altre persone.
Tuttavia, ci sono alcune situazioni in cui è consigliabile rivolgersi a un esperto:
- Se l’amico immaginario persiste oltre i 7-8 anni in modo predominante, limitando le interazioni sociali del bambino con i coetanei.
- Se il bambino mostra segni di disagio, ansia, isolamento o comportamenti regressivi (come ricominciare a fare la pipì a letto).
- Se il bambino non riesce a distinguere tra realtà e fantasia o attribuisce all’amico azioni negative o pericolose.
- Se l’amico immaginario assume caratteristiche spaventose o aggressive, causando paura o angoscia nel bambino.
In questi casi è opportuno consultare il pediatra o un neuropsichiatra infantile, per valutare la situazione e individuare eventuali bisogni specifici del bambino.
Gli amici immaginari sono, il più delle volte, un prezioso supporto durante l’infanzia, basta accoglierli nel modo giusto!
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