Dopo il successo e l’immediato esaurimento delle avanguardie storiche negli anni ’20 e ’30, come il Dadaismo, la situazione artistica nel mondo cambiò decisamente: dalle ceneri di questi movimenti che ruppero con la tradizione accademica dell’arte, nacquero quei movimenti chiamati come Neoavanguardie. Le Neoavanguardie, come può suggerire il nome, sono dei movimenti d’avanguardia di “nuova generazione”, nate tra gli anni ’60 e ’70, che rompono i legami con i precedenti movimenti artistici, ovvero la Pop Art e l’Espressionismo Astratto. Uno di questi movimenti di neoavanguardia è l’arte concettuale.
Arte concettuale: quando l’idea diventa opera d’arte
Le origini dell’arte concettuale e la rottura con le avanguardie
L’arte concettuale, chiamata anche Conceptualism o Conceptual Art, è un movimento di neoavanguardia nato negli anni ’60 a New York, in America. È una corrente artistica che non si concentra su soggetti fisici e iconici, come si è trattato nei movimenti precedenti, ma si focalizza sull’idea alla base dell’opera. È un concetto che si può far fatica a comprendere e assimilare, ma bisogna fare qualche chiarimento: l’arte concettuale, come tutti i movimenti di neoavanguardia, come il minimalismo, vuole criticare la rappresentazione della società consumista e i loro prodotti presentati come opere d’arte, tipica della Pop Art. Quindi, gli artisti concettuali eliminano a prescindere gli oggetti fisici, privilegiando le loro idee e i processi mentali che le hanno generate.
Arte concettuale: principi e forme espressive
La corrente dell’arte concettuale è anche un termine ombrello per altre “sotto categorie” che fanno parte di questo movimento, i quali si differenziano per alcune metodologie espressive che si rivedono nelle rispettive opere. Come si è spiegato poc’anzi, il concetto base dell’arte concettuale consiste nella messa in evidenza dell’idea di un’opera d’arte e non il suo processo creativo.
Land Art, Body Art e Arte Povera: le diverse declinazioni dell’arte concettuale
Un metodo espressivo di questa corrente consiste anche nell’espansione nello spazio, andando a toccare anche l’ambiente circostante, come accade nella Land Art, che utilizza elementi naturali come rocce, terra, alberi, acqua per creare opere d’arte di grandi dimensioni, spesso effimere e destinate a essere modificate o riassorbite dall’ambiente stesso. Ne sono un esempio le opere di Robert Smithson, come *Spiral Jetty* (1970), un molo a forma di spirale costruito nel Great Salt Lake, nello Utah. Un altro metodo espressivo consiste nel non utilizzare nessun oggetto se non il corpo stesso dell’artista, un esempio lampante è la Body Art, in cui il corpo diventa sia il soggetto che il mezzo dell’opera d’arte, spesso attraverso performance, azioni o modificazioni corporee. Ricordiamo le performance di Marina Abramović, come *Rhythm 0* (1974), in cui l’artista si metteva a disposizione del pubblico, che poteva interagire con lei utilizzando una serie di oggetti, alcuni dei quali potenzialmente pericolosi. Infine, un caso autoctono dell’arte italiana, le opere possono essere create con materiali considerati impuri e rozzi nel mondo dell’arte, base su cui si fonda l’Arte Povera, che utilizza materiali come legno, ferro, stracci, terra, plastica per creare opere che rifiutano la mercificazione dell’arte e si richiamano a una dimensione più autentica e primordiale. Tra gli esponenti di questo movimento ricordiamo Michelangelo Pistoletto, con le sue opere realizzate con stracci e specchi, come *Venere degli stracci* (1967).
Joseph Kosuth e la riflessione sul linguaggio
Nonostante i vari modi di esprimersi e di espandersi, la corrente dell’arte concettuale vede come fonte di origine e di principale riferimento l’artista Joseph Kosuth (nato a Toledo, Ohio, nel 1945), il quale utilizza escamotage visivi, come le scritte al neon, e giochi di parole linguistici, come nell’opera One and Three Chairs (Una e tre sedie, 1965).
One and Three Chairs: la sedia tra realtà, immagine e definizione
In quest’opera in particolare, l’autore ci mostra tre figure: una sedia di legno; la foto di una sedia di legno appesa al muro; e la definizione della parola “sedia” tratta da un dizionario, stampata su un foglio e appesa anch’essa alla parete. Quello che fa l’artista in questa esposizione è quello di mostrare una e tre sedie nello stesso momento, in cui riflette l’idea dell’oggetto reale, per immagine e in un modo completamente astratto (la definizione). È una tecnica molto avanguardistica, una tecnica che gioca sulla parola e sulla sua rappresentazione fisica e mentale, e che mette in discussione i concetti di realtà, rappresentazione e significato, rifacendosi anche alla filosofia del linguaggio di Ludwig Wittgenstein.
Bruce Nauman e l’esperienza dello spettatore
Un altro nome altrettanto famoso e legato all’arte concettuale è quello di Bruce Nauman (nato a Fort Wayne, Indiana, nel 1941), artista che utilizza le scritte al neon, come Kosuth, ma si diletta anche nella creazione dei corridors: letteralmente dei corridoi in cui lo spettatore percorre in prima persona, sperimentando sensazioni diverse in base alle loro forme.
I corridors e la percezione dello spazio
Nel suo Green Light Corridor (Corridoio a luce verde, 1970), lo spettatore attraversa un corridoio strettissimo, dalle pareti verdi e illuminato dall’alto da luci al neon verdi, venendo colto da una sensazione di ansia, claustrofobia e disorientamento. Altri esempi sono *Performance Corridor* (1969) e *Corridor Installation with Mirror – San Jose Installation (Double Wedge Corridor with Mirror)* (1970). Attraverso queste opere, Nauman esplora la relazione tra il corpo, lo spazio e la percezione, coinvolgendo attivamente lo spettatore e trasformandolo in parte integrante dell’opera stessa.
Altri protagonisti dell’arte concettuale
Oltre a Kosuth e Nauman, altri artisti hanno contribuito in modo significativo allo sviluppo dell’arte concettuale. Tra questi, possiamo ricordare Sol LeWitt (1928-2007), noto per i suoi *Wall Drawings*, disegni murali eseguiti seguendo istruzioni precise, che possono essere replicati da chiunque, e per le sue strutture modulari basate su forme geometriche elementari; John Baldessari (1931-2020), che utilizzava immagini fotografiche e testi per creare opere ironiche e dissacranti sui meccanismi dell’arte e della comunicazione visiva; Yoko Ono (nata nel 1933), con le sue opere interattive e i suoi *Instruction Paintings*, che invitano lo spettatore a compiere azioni o a immaginare situazioni; e il gruppo Art & Language, fondato nel 1968 in Inghilterra, che ha prodotto opere testuali e installazioni incentrate sull’analisi critica del linguaggio e delle istituzioni artistiche. L’arte concettuale ha rappresentato una svolta fondamentale nella storia dell’arte del XX secolo, mettendo in discussione le convenzioni tradizionali e aprendo la strada a nuove forme di espressione e di sperimentazione artistica, che continuano ancora oggi a influenzare l’arte contemporanea.
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