L’arte del vetro soffiato: tra antichità e contemporaneità
Se un tempo, quando quest’arte vide i suoi albori sulle rive di un fiume in Siria, con protagonisti – secondo alcuni racconti – una manciata di mercanti fenici che per scaldarsi usarono dei blocchi di salnitro per contornare un falò, i quali si sciolsero col calore e mischiandosi alla sabbia diedero origine a questo nuovo materiale, ai giorni nostri il vetro non è più solo un semplice materiale ma è divenuto il principale soggetto dell’arte del vetro soffiato. Quando quest’arte arrivò in mano ai romani, attraverso una diffusione commerciale, essa fu perfezionata con l’impiego innovativo di stampi. L’arte del soffio però era già stata adoperata in Palestina, al fine di evitare processi complessi di colature.
L’arte del vetro soffiato, così come la conosciamo noi oggi è frutto di un lungo percorso che inizia ad essere modificato nel trecento da artigiani veneti, i quali si servivano di materie del luogo d’origine (Medio Oriente), fino a giungere ad avere ben dodici vetrerie. Cavalcando l’onda del declino mediorientale, Venezia diviene la leader nel campo dell’arte del vetro soffiato e ben presto si sviluppa anche un nuovo prodotto: il vetro cristallino. Successivamente, nel Cinquecento, è Murano che sale alla ribalta, applicando anche tecniche innovative come la pittura a freddo, il vetro ghiaccio e la filigrana. I più famosi artisti del vetro soffiato dell’epoca furono Filippo Catani della Serena, Vincenzo d’Angelo dal Gallo e Angelo Barovier.
Come funziona?
L’arte del vetro soffiato è un’arte realizzata mediante la manipolazione del vetro, il quale esce dal forno, attraverso una canna da soffio (tubo lungo un metro e mezzo circa) e adoperare a proprio favore la viscosità del vetro al fine di modellarlo, operazione delicata in quanto esso ricorda la consistenza del miele e quindi tende a colare, fino a giungere alla forma desiderata, sagomandolo sempre grazie al calore del forno dentro cui può reinserire il pezzo.
Le decorazioni avvengono con pinza di ferro (borsella) e forbici adatte al vetro (tagiante). Viene infine decorata la parte superiore ed inferiore ed, il pezzo, viene inserito nuovamente in un forno con temperatura che gradualmente scende senza creare crepe nel vetro. Gli ultimi passaggi sono incisione e raffreddamento, a cui segue la definizione e lucidatura.
Questo è un lavoro d’alta precisione e, soprattutto, che può avere anche durata di cinque ore. Ed ecco spiegati anche i costi.
Ma ad oggi, l’arte del vetro soffiato, a che punto è? E soprattutto, le donne da sempre escluse da questo tipo d’arte, sono riuscite ad inserirsi e a farne una carriera?
Come detto in una intervista, secondo le nuove produttrici dell’arte del vetro soffiato: tuttora è ancora difficile inserirsi in questo mondo, in quanto è un tipo di artigianato che prevalentemente fa vincere la forza dell’uomo su quella delle donne. Vuoi per la fatica che ci vuole per soffiare il vetro, vuoi per la fatica in generale di questo lavoro, i pregiudizi sono sempre stati duri a morire. Ma per fortuna ci sono i sogni e, soprattutto, la determinazione. Ed è infatti questo il caso delle Vetraie Ribelli, due artiste e amiche che hanno fatto di un sogno, e di un’arte famigliare, la loro passione e che pongono l’attenzione su forme armoniose, femminili, a ricordare l’arte preistorica, ma avendo sempre uno sguardo sulla contemporaneità.
Se però è vero che spesso la passione viene instillata da bimbi, attraverso l’amore e le altrettanti passioni dei genitori, è pur vero che l’amore per un mestiere può semplicemente nascere. Ed è questo il caso dell’altra donna, Agnese Tegon, vetraia di Venezia, che ha dato una occasione, attraverso i suoi studi, a quest’arte, fino a scoprirla, apprenderla ed apprezzarla. Ad oggi è apprendista, ma guardando al futuro non ha dubbi, sa già che l’impegno e la dedizione non le manca.
Ad oggi le creazioni dell’arte del vetro soffiato contano mille e più campi: dall’oggettistica (decorazioni natalizie, decorazioni per ambienti, ecc) a vere e proprie opere d’arti da ammirare anche nel proprio spazio personale. Dai mosaici ai lampadari, candelabri, bicchieri, animali decorati con fiori e foglie, tutte produzioni di alto design, che mirano ad uscire dalla standardizzazione e puntano all’unicità del prodotto, mostrando in pieno la passione degli artisti che impiegano ore, sudore, manodopera e ingegno per creare opere uniche.
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