Ateneo Grand Splendid: la libreria più bella del mondo

Ateneo Grand Splendid: la libreria più bella del mondo

In uno dei quartieri più famosi di Buenos Aires, la Recoleta, sorge quella che è stata definita, per ben due volte, dal quotidiano britannico The Guardian (2008) e dalla National Geographic (2019), come la libreria più bella del mondo: El Ateneo Grand Splendid. Tutte le librerie del mondo costituiscono sicuramente una grande risorsa culturale per lo sviluppo della conoscenza umana, ma l’atmosfera meravigliosa e la maestosità che contraddistinguono l’Ateneo contribuiscono a farne un luogo unico.

Adesso scopriamo insieme cos’è che rende questa libreria così magica

L’eredità di un antico teatro

L’Ateneo Grand Splendid non è sempre stata una libreria, L’edificio che oggi conosciamo fu inizialmente ideato e costruito come teatro. Dapprima nel 1903, con il tempo di Teatro Nacional, e successivamente nel 1919, inaugurato come El Teatro Grand Splendid. Max Glücksmann, l’imprenditore austriaco che si occupò della ricostruzione del vecchio edificio, stava scappando a causa della Prima Guerra Mondiale, e ritrovò in quel posto la spinta per un nuovo inizio. Ciò segnò un cambiamento importantissimo non soltanto per la sua vita ma anche per le sorti di quell’antico teatro, che in poco tempo divenne il più imponente di tutto il quartiere. 

Un incontro con il tango

A rendere l’Ateneo Grand Splendid così meraviglioso è sicuramente il forte legame che ha con una delle tradizioni più famose della cultura argentina: il tango. Il palcoscenico teatrale, infatti, ospitò le esibizioni di grandi icone di questa danza popolare, tra cui vale la pena menzionare il leggendario Carlos Gardel. Nello studio di registrazione del teatro, oggi chiuso al pubblico, Gardel iniziò la sua carriera lavorando per l’etichetta discografica Nacional Odéon

Tra radio e cinema

L’apporto culturale dell’Ateneo Grand Splendid, tuttavia, non si limita al tango e al teatro. Oltre ad essere lo scenario di importanti concerti, balletti e rappresentazioni teatrali, come la commedia 40 Quilates con Mirtha Legrand e Arnaldo André, la struttura lasciò spazio anche a trasmissioni radiofoniche e proiezioni cinematografiche. Nel 1923 nacque Radio Splendid (poi Radio Grand Splendid) storica stazione radio che diffondeva notizie relative al mondo teatrale in tutto il territorio nazionale. Pochi anni dopo, fino alla fine del XX secolo, arrivò anche il cinema, di cui si rappresentarono sia le pellicole mute classiche sia quelle sonore. 

L’inaugurazione della libreria 

Il 4 dicembre del 2000, grazie a un nuovo contratto, fu inaugurata finalmente la libreria con il nome con cui la si conosce oggi, Ateneo Grand Splendid. La sua architettura riprende, con le dovute modifiche, la grandezza dell’antico teatro che aveva fatto la storia di quell’edificio: dove prima sedevano gli spettatori adesso ci sono numerosi scaffali con oltre 20 mila libri e altrettanti dischi vinili che vengono venduti a quei clienti che hanno la fortuna di perdersi tra le luci, le decorazioni dorate e gli elementi architettonici greco-romani che si allungano lungo le pareti fino ad arrivare al punto più alto e splendido della libreria: la cupola. Su di essa fu realizzato da Nazareno Orlandi, pittore italo-argentino, un dipinto come allegoria della pace in occasione della fine della Prima Guerra Mondiale. 

Il susseguirsi di avvenimenti, attraverso la storia e il tempo, hanno contribuito a celebrare la bellezza dell’Ateneo Grand Splendid, che è senza dubbio motivo di orgoglio per la cultura argentina. La sua ricchezza, percepibile anche semplicemente osservandola da una foto, non ha nulla da invidiare alle altre librerie più belle del mondo. La magia di questo luogo sembra far viaggiare la mente in quell’universo infinito descritto da Jorge Luis Borges nel racconto più fantastico di Finzioni, La Biblioteca di Babele.

Fonte immagine in evidenza: Wikimedia Commons (foto di Deensel, licenza di Attribution 2.0 Generic)

A proposito di Perla Sposito

Laureanda magistrale in Traduzione letteraria presso l'Università L'Orientale di Napoli.

Vedi tutti gli articoli di Perla Sposito

Commenta