Quando parliamo di Buddhismo Medievale facciamo riferimento alle peculiari declinazioni assunte da questa religione nei secoli che scandiscono l’età medievale in Giappone. Seguendo una dicitura condivisa anche nella storiografia occidentale, il periodo “medievale” costituisce un’epoca di mezzo tra la classicità, che si associa ad periodo d’oro dell’epoca Heian (794-1185), e l’età pre-moderna riconosciuta nell’epoca Tokugawa (1603-1868). Volendo utilizzare un indicatore temporale, in cui l’elemento storico incontri quello religioso, datiamo l’età medievale tra l’XI secolo, inizio dell’età della degenerazione del Dharma, e il XVI. È un momento in cui fioriscono arte, letteratura con nuovi generi letterari, si sviluppa il teatro, a cui seguirà una tradizione viva ancora oggi. In tale tripudio culturale, la religione risulta strettamente legata al contesto sociale e politico e i monasteri raggiungono il più alto grado di prosperità.
Contesto storico
Prima di addentrarci sulla componente squisitamente religiosa che assume il Buddhismo Medievale e, più nello specifico, il Buddhismo Kamakura, è necessaria una preliminare analisi della cornice storica in cui inserire i mutamenti assunti rispetto al passato. Ci troviamo nel XII secolo con la decisiva battaglia di Genpei (1180-1185) tra i due clan rivali: Minamoto e Taira. Alla vittoria dei Minamoto seguiranno 150 anni caratterizzati dall’equilibrio tra influenze politiche e culturali stabilitesi nei centri di Kyōto e Kamakura. Infatti, il regime militare inaugurato da Minamoto no Yoritomo nel 1192 a Kamakura segna la nascita dello shogunato. La stessa Kamakura si trasformò da un villaggio di pescatori, in una città che poteva vantare una certa grandezza, in cui i maggiori vassalli Minamoto costruirono le loro abitazioni e le nuove sette buddhiste eressero i loro templi più importanti. Verso la metà del XIII secolo, il Buddhismo era diventato parte integrante della vita giapponese a tutti i livelli sociali, dalla più bassa comunità di villaggio, all’aristocrazia. Allo stesso tempo, si attestano importanti centri religiosi in quasi tutte le province.
I cambiamenti del Buddhismo Medievale
Seguendo la riflessione di eminenti studiosi come Fabio Rambelli, individuiamo tre grandi cambiamenti avvenuti in questo periodo. Dapprima segnaliamo il risveglio di “un’autocoscienza storica”, in secondo luogo la maturazione delle precedenti organizzazioni buddhiste e, infine, la nascita di nuove organizzazioni religiose. Ma cosa s’intende per “autocoscienza storica”? Si parla di un evidente carattere “nazionalista” nel momento in cui si leggono i testi medievali e ci si riferisce al Giappone stesso col termine “shinkoku” (神国), tradotto come “terra divina”. La più importante opera storica del Buddhismo Medievale è il Genkō Shakusho (元亨釈書) scritta nel 1322 dal monaco zen Kokan Shiren ( 虎関師錬). Egli, emulando le storie delle dinastie cinesi, compila un’opera che si impone sia come biografia, sia come cronaca storica, ma anche come un dizionario geografico, tale da costituire anche il primo resoconto completo sulla religione in Giappone.
Durante il periodo medievale, molte pratiche, interpretazioni dottrinali, assunsero la forma che avrebbero mantenuto almeno fino alla metà del XIX secolo. Inoltre, l’importazione di nuovi testi scritti provenienti dalla Cina permisero la nascita di studi dottrinali presso le scuole già ampiamente consolidate di Hossō, Sanron, Mahāyāna, Kegon, Tendai e Shingon, che insieme costituivano quel sistema di pratica e insegnamenti esoterici ed essoterici.
Nascita di nuove organizzazioni religiose
Il periodo del Buddhismo Medievale è caratterizzato anche da una nuova fioritura settaria.
- Setta della Terra Pura di Hōnen
Per il monaco Hōnen, il concetto di salvezza era indissolubilmente legato alla fede per il Paradiso del Buddha Amida e tutto ciò che era legato all’Amidismo, tra cui la pratica del Nembutsu (invocazione del nome del Buddha Amida per raggiungere la liberazione dal ciclo di rinascita e morte). - Setta della vera Terra Pura di Shinran
Discepolo di Hōnen, Shinran si limitò a continuare gli insegnamenti del maestro. Il senso di continuazione è rintracciabile nel nome dell’organizzazione, la quale presenta l’aggettivo “vera”, in aggiunta (in giapponese “shin”). - Setta Nichiren
Fondata dal monaco Nichiren, per il quale il Sutra del Loto era un’importante fonte di salvezza. Anche in questo caso, la pratica del Nembutsu è ampiamente accolta, ugualmente al concetto di Terra Pura come luogo dell’Illuminazione. Nichiren, prevedendo le invasioni straniere (come quella mongola), acquisì successo e credibilità. È considerata la più militante e nazionalista tra le sette buddhiste, spesso ribadendo che l’unico vero buddhismo autentico fosse quello giapponese. - Setta Zen
L’idea di Buddhismo Medievale si ricollega principalmente alla comparsa della Setta Zen. La scuola della meditazione fu la principale setta cinese di epoca Song. Le sette Zen, quindi, furono portate in Giappone dai monaci che compirono i loro studi in Cina. Tra le sette Zen più rinomate è da citare quella Rinzai, fondata dal monaco Eisai. Egli, come accadde ancor prima a Hōnen, fu espulso da Kyōto per le sue idee, ma a differenza di Hōnen, si trasferì a Kamakura in cerca di protezione dal nuovo governo militare. Proprio in quel periodo ebbero inizio gli stretti rapporti tra shogunato e ordine monastico Zen. Tornando a Kyōto, Eisai fondò il Kennin-ji, il primo tempio dedicato esclusivamente alla pratica Zen. Discepolo di Eisai fu Dōgen, il quale fondò a sua volta la scuola Sōtō. Come si può notare, grande importanza assunse la trasmissione del sapere tra maestro e discepolo, nella conduzione di una vita semplice, in cui la salvezza è raggiunta attraverso l’autodisciplina e la meditazione contemplativa. Tali termini si apprestano a conformarsi molto presto alla figura del guerriero medievale giapponese, per cui lo Zen costituisce un canale preferenziale per rispecchiare i propri ideali.
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