Canzoni dedicate a Napoli: quelle che devi conoscere

Canzoni dedicate a Napoli: bellezza e poesia

Le canzoni dedicate a Napoli sono tante, così come le frasi, tutte molto belle e suggestive. Ognuna di esse racconta il volto e l’identità della città, ma ovviamente elencarle tutte sarebbe difficile, essendo numerose.
La musica napoletana è famosa in tutto il mondo, un patrimonio ineguagliabile caratterizzato da brani celebri che rappresentano dei veri e propri capolavori senza tempo.
Tra le più belle e famose, non si può non menzionare una canzone che Pino Daniele dedicò alla città; si tratta del brano Napule è, un inno alla bellezza e alla cultura partenopea che la voce del cantante napoletano descrive in modo unico. Napul’è, infatti, racconta Napoli, quella del Vedi Napoli e poi muori, nella sua bellezza ma anche nelle sue contraddizioni ed esalta tra le altre cose, i sentimenti di indifferenza e di rassegnazione di fronte alle difficoltà.
Un richiamo ai vari aspetti di Napoli, fatta di mille sfaccettature, diverse tra loro e talvolta indescrivibili se non attraverso la melodia di una canzone.

Ricordiamo che la musica napoletana e le canzoni dedicate alla città partenopea famosa in tutto il mondo si diffusero negli anni d’oro, ossia quelli che videro coinvolti diversi interpreti, tra i quali: Enrico Caruso, Roberto Murolo, Renato Carosone, ma anche tanti altri cantanti considerati più attuali, che hanno saputo descrivere il carattere frizzante e suggestivo della città.
Grazie alle canzoni che raccontano di Napoli, sembra quasi possibile rivivere tutti quei colori, sapori, sensazioni e tradizioni che la rendono famosa in tutto il mondo.

La musica napoletana è allo stesso tempo arte e poesia, cultura e tradizione, tramandata di generazione in generazione e con stili diversi che si sono susseguiti negli anni.
Un’altra canzone dedicata a Napoli è ‘O Marinariello, scritta nel lontano 1893 da Salvatore Gambardella in una location decisamente insolita rispetto all’argomento: la bottega di un fabbro.
Da allora è stata interpretata da tutti i più grandi artisti italiani e non. Tra di loro spiccano Roberto Murolo e Luciano Pavarotti.

Ricordiamo che gli autori delle canzoni napoletane classiche dedicate alla città erano uomini di cultura. Napoli è per antonomasia la città del sole, e proprio per questo, è quasi d’obbligo menzionare, tra le canzoni dedicate alla città, O sole mio. Il brano risale 1898, è stato scritto da Giovanni Capurro, Eduardo Di Capua e Alfredo Mazzucchi. Si tratta di una delle canzoni più famose di tutti i tempi, incisa in molte lingue, anche se l’interpretazione più suggestiva ed emozionante è quella di Enrico Caruso.
Un capolavoro del patrimonio musicale non solo napoletano, dedicato a Napoli dove splende sempre il sole, simbolo di allegria e gioia di vivere. Ma la canzone non narra solo le bellezze della città, bensì anche di un altro tipo d’amore: quello per la donna amata: “ma un altro sole più bello è quello che irradia dal tuo volto“.

La musica napoletana, oggi, così come in passato, è caratterizzata da una forte impronta di tipo sentimentale. Nella maggior parte dei casi si tratta di brani dedicati alla donna amata, lettere d’amore struggenti ma fortemente romantiche. Ma proprio in concomitanza con tutto ciò si sviluppa un filone musicale contraddistinto da una serie di canzoni dedicate a Napoli, intesa come fulcro del proprio amore. È in questo modo che i cantanti, poeti del tempo, celebrano l’identità di una città senza tempo, spesso in difficoltà, ma indissolubilmente bella e ricca di storia.
Giuvanne cu’ ‘a chitarra è una canzone all’interno della quale prende forma la caratterizzazione di una delle zone più famose della città partenopea.

“’A sera,’ncopp ‘e viche, Cu ‘a chitarra, scenne pe’ Tulèto”, una delle strofe più belle e significative, accenna a dei vicoli che si affacciano su via Toledo. I vicoli di Napoli, spesso derisi perché considerati esclusivamente luoghi del malaffare e della criminalità, in realtà hanno tanto da offrire. I Quartieri spagnoli sono un nucleo di rilevanza storico-artistica di notevole importanza, che offre spunti per la cultura popolare e per la tradizione della città più famosa al mondo. Tutto ciò ed altro ancora viene trasformato in una meravigliosa quanto armoniosa sinfonia, con parole dettate dal cuore, frasi simpatiche ed incredibile veridicità.

Tra le altre canzoni dedicate a Napoli, tutti sicuramente conosceranno:

  • A città ‘e Pulecenella,
  • Napule di Gigi D’Alessio, Lucio Dalla, Sal Da Vinci e Gigi Finizio,
  • Terra mia,
  • Tammurriata nera,
  • Voce e notte, e tante altre ancora, che offrono molteplici spunti di interpretazione; fulcro dei testi è certamente Napoli… ma non solo. Ascoltandone le melodie si scopriranno “mondi” e “facce” della stessa medaglia, metafore e similitudini, tutte di notevole spessore.

Si tratta di brani datati ma che rappresentano l’espressione più nota di canto nel mondo, anche grazie ai numerosi interpreti di fama mondiale i quali hanno contribuito alla sua diffusione.
Indipendentemente dalla canzone scelta, ciò che più colpisce è che nessuno ne ha una preferita, nel senso che essendo tutte belle, irrimediabilmente emozionanti, è impossibile sceglierne una sola.

Canzoni dedicate a Napoli, la playlist da viaggio

Torna a Surriento (1894) Composta dai Fratelli De Curtis, questa canzone è un viaggio poetico nel cuore del golfo di Napoli. La melodia racconta l’struggente nostalgia di chi ama la propria terra, intrecciando paesaggi marini e sentimenti profondi. Un brano che ha conquistato i più grandi interpreti della musica mondiale, da Pavarotti a Bocelli, diventando un racconto universale di appartenenza e memoria.

‘O sole mio (1898) Un inno alla vita, scritto da Giovanni Capurro ed Edoardo Di Capua, che trascende i confini di una semplice canzone per diventare simbolo di un’intera cultura. La musica celebra il sole di Napoli come metafora dell’energia e della passione, trasformando un elemento naturale in un’esperienza emotiva. Le interpretazioni di Caruso e Pavarotti hanno reso questi versi patrimonio musicale mondiale.

‘O surdato ‘nnammurato (1915) Nata durante gli anni bui della Prima Guerra Mondiale, questa canzone di Califano e Cannio racconta la storia di un soldato diviso tra il dovere e l’amore. Sotto una melodia apparentemente allegra si nasconde una profonda malinconia, un ritratto struggente di come l’amore possa resistere anche nelle situazioni più difficili. Artisti come Anna Magnani e Massimo Ranieri hanno reso immortale questo brano.

Napule è (1977) Pino Daniele regala a Napoli il suo ritratto più autentico e complesso. La canzone è un viaggio nelle contraddizioni della città, un affresco che non nasconde difficoltà ma celebra un amore incondizionato. Fusione di rock e melodia napoletana, rappresenta l’anima di Napoli nella sua forma più cruda e vera, diventando persino l’inno della squadra di calcio cittadina.

‘A città ‘e Pulecenella (1992) Claudio Mattone compone un omaggio provocatorio e orgoglioso a Napoli, utilizzando la maschera di Pulcinella come simbolo di resistenza culturale. Il brano è una difesa appassionata dell’identità napoletana, che risponde con ironia e fierezza a tutti i pregiudizi. Interpretata da artisti come Renzo Arbore e Gigi D’Alessio, la canzone diventa una dichiarazione di appartenenza.

Tu t’e scurdat’ ‘e me (2017) Liberato, artista dall’identità misteriosa, reinventa la musica napoletana fondendo tradizione neomelodica con R&B e hip hop. Il brano racconta un amore contemporaneo nei vicoli e nei luoghi autentici di Napoli, dimostrando che la musica della città è viva, in continua evoluzione, capace di parlare alle nuove generazioni mantenendo intatta la sua essenza poetica.

We Come From Napoli (2020) Un inno alla Napoli giovane e internazionale, nato dalla collaborazione tra Liberato, 3D dei Massive Attack e Gaika. Tratto dal film Ultras di Francesco Lettieri, il brano rappresenta l’anima cosmopolita e ribelle della città, quella capace di esportare la propria energia oltre i confini geografici e culturali. Un racconto musicale che abbatte i muri, celebrando la forza e la creatività di una generazione.

Leggi anche: Qual è l’origine della città di Napoli?

Immagine in evidenza: Freepik

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