Cattività avignonese: significato e storia

Cattività avignonese

Cattività avignonese: storia, papi e antipapi ad Avignone (1309-1377)

Con il termine cattività avignonese si identifica il periodo della storia della Chiesa cattolica che va dal 1309 al 1377, durante il quale la sede papale fu spostata da Roma ad Avignone, in Provenza. Questo evento, definito anche “esilio avignonese”, ebbe profonde ripercussioni sulla storia politica, economica e religiosa dell’Europa, segnando un momento di svolta nei rapporti tra il papato e le monarchie nazionali, in particolare quella francese. In questo articolo, ripercorreremo le tappe fondamentali della cattività avignonese, analizzandone le cause, le conseguenze e i protagonisti, e scopriremo come nacque questo particolare appellativo, legato all’immagine di una Chiesa prigioniera in terra straniera.

Le cause della cattività avignonese: il conflitto tra Bonifacio VIII e Filippo il Bello

Per comprendere a fondo la cattività avignonese, è necessario fare un passo indietro e analizzare le cause profonde che portarono al trasferimento della sede papale. Alla base di tutto, vi furono questioni di natura politico-economica, che sfociarono in un duro scontro tra il re di Francia, Filippo IV il Bello, e il papa Bonifacio VIII.

L’ascesa di Bonifacio VIII e lo scontro con la Francia e i Colonna

Nel 1294, dopo l’abdicazione di Celestino V (il papa del “gran rifiuto”, citato da Dante Alighieri nella Commedia), salì al soglio pontificio Bonifacio VIII, esponente della potente famiglia romana dei Caetani. Il nuovo papa aveva una concezione teocratica del potere papale, che lo portò a scontrarsi sia con le grandi monarchie nazionali, in particolare con la Francia di Filippo IV il Bello, sia con alcune famiglie aristocratiche romane, come i Colonna, che contestavano la legittimità della sua elezione. Lo scontro con Filippo il Bello riguardava, in particolare, il diritto del re di tassare i beni ecclesiastici in Francia.

La bolla Unam Sanctam e lo “Schiaffo di Anagni”

Nel 1302, Bonifacio VIII emanò la bolla Unam Sanctam, nella quale ribadiva la supremazia del potere spirituale su quello temporale e sosteneva che ogni autorità terrena, compresa quella dei re, doveva sottomettersi al papa. Filippo il Bello reagì con estrema durezza, arrivando a far catturare e imprigionare il papa ad Anagni, nel 1303. Questo episodio, passato alla storia come lo “schiaffo di Anagni” (dove “schiaffo” è da intendersi in senso morale, come affronto all’autorità papale), segnò l’inizio della crisi del papato e l’affermazione del potere delle monarchie nazionali.

Da Roma ad Avignone: il trasferimento della sede papale sotto Clemente V

Dopo la breve parentesi del pontificato di Benedetto XI, nel 1305 fu eletto papa il francese Clemente V, già arcivescovo di Bordeaux. Sottomettendosi al volere di Filippo il Bello, il nuovo papa decise di trasferire la curia romana in Francia, sancendo l’inizio della cattività avignonese.

L’influenza di Filippo il Bello e la soppressione dei Templari

Clemente V fu un papa fortemente condizionato dalla politica di Filippo il Bello. Durante il suo pontificato, il re di Francia ottenne, tra l’altro, la soppressione dell’Ordine dei Templari, i cui beni furono incamerati dalla corona francese.

Avignone: la nuova sede papale e il Contado Venassino

In un primo momento, Clemente V si stabilì a Bordeaux, poi a Poitiers e infine, nel 1309, scelse come sede definitiva Avignone, un feudo della dinastia angioina, che all’epoca regnava anche su Napoli. Con questa scelta, il papa ottenne di avvicinarsi al Contado Venassino, un territorio che era già di proprietà della Chiesa. La città di Avignone fu trasformata in una vera e propria corte papale, con la costruzione di un imponente palazzo e di numerosi edifici per ospitare la curia e i funzionari pontifici.

I papi avignonesi: da Clemente V a Gregorio XI (1309-1377)

Durante i settant’anni della cattività avignonese, si succedettero sul soglio pontificio sette papi, tutti di origine francese. Non mancarono tentativi di riportare la sede papale a Roma, ma solo con Gregorio XI, nel 1377, si concretizzò il definitivo rientro in Italia.

Elenco cronologico dei papi e antipapi ad Avignone

Ecco l’elenco dei papi (e degli antipapi) che risiedettero ad Avignone durante la cattività avignonese:

  • Clemente V (1305-1314)
  • Giovanni XXII (1316-1334)
  • Niccolò V (antipapa) (1328-1330)
  • Benedetto XII (1334-1342)
  • Clemente VI (1342-1352)
  • Innocenzo VI (1352-1362)
  • Urbano V (1362-1370)
  • Gregorio XI (1370-1378)
  • Clemente VII (antipapa) (1378-1394)
  • Benedetto XIII (antipapa) (1394-1423)

Il ritorno a Roma: la fine della cattività avignonese e lo Scisma d’Occidente

Il ritorno della sede papale a Roma, nel 1377, non segnò la fine delle turbolenze per la Chiesa. Al contrario, si aprì una nuova fase di crisi, nota come Scisma d’Occidente, durante la quale si ebbero due e, per un certo periodo, addirittura tre papi contemporaneamente. La situazione si risolse solo nel 1417, con il Concilio di Costanza, che pose fine allo scisma e riaffermò l’unità della Chiesa.

“Empia Babilonia”: l’origine del termine “cattività avignonese” in Petrarca

Il termine “cattività avignonese” fu coniato da Francesco Petrarca, che paragonò il periodo avignonese del papato alla prigionia degli Ebrei a Babilonia. In particolare, nel sonetto CXIV del suo Canzoniere, il poeta definisce Avignone come “empia Babilonia”, simbolo di corruzione e vizio.

Il sonetto CXIV del Canzoniere e la critica alla corruzione di Avignone

Nel sonetto CXIV del Canzoniere, Petrarca esprime tutto il suo disprezzo per la corte avignonese, definendola “empia Babilonia”, “albergo di dolore” e “madre di errori”. Il poeta si contrappone idealmente alla corruzione di Avignone, rifugiandosi nella solitudine di Valchiusa (“qui mi sto solo”), dove si dedica alla poesia e alla ricerca della virtù.

Il paragone con la cattività avignonese e quella babilonese degli Ebrei

Il paragone tra Avignone e Babilonia, presente nel sonetto di Petrarca, richiama la cattività babilonese degli Ebrei, descritta nell’Antico Testamento. Come gli Ebrei erano stati deportati a Babilonia, simbolo di corruzione e idolatria, così la curia romana si trovava “esiliata” ad Avignone, lontana dalla sua sede naturale e sottomessa al potere del re di Francia. Il termine “cattività avignonese” divenne così sinonimo di un periodo di decadenza e di asservimento del papato al potere temporale.

In conclusione, la cattività avignonese fu un periodo di profondi cambiamenti per la Chiesa e per l’Europa intera. La permanenza dei papi ad Avignone, sebbene abbia portato a una maggiore efficienza amministrativa della curia, contribuì a indebolire l’autorità morale del papato e ad alimentare le critiche di coloro che auspicavano una riforma della Chiesa. Il ritorno a Roma, nel 1377, non risolse i problemi, ma aprì la strada a una nuova crisi, quella dello Scisma d’Occidente, che avrebbe segnato la cristianità per oltre quarant’anni.

Fonte immagine di copertina: https://commons.wikimedia.org/wiki/File:Cortège_du_vice_légat_-_palais_des_papes,_avignon_-_Gordot.jpg

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A proposito di Roberta Attanasio

Redattrice. Docente di Lettere e Latino. Educatrice professionale socio-pedagogica. Scrittrice. Giornalista pubblicista. Contatti: [email protected] [email protected]

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