Che cosa rappresenta il labirinto: tra storia e psicologia

Che cosa rappresenta il labirinto: tra storia e psicologia

Che cosa rappresenta il labirinto: tra storia e psicologia

Quasi cinquemila anni fa, si diffuse in tutto il mondo un semplice disegno geometrico, al quale venne dato il nome di “labirinto”, divenendo un simbolo universale. Leggende, mitologie e storie fantastiche avvolgono questo archetipo ancestrale; ed è un tema allegorico che ricorre spesso nella psicologia, nella letteratura e nella storia dell’arte.

Vediamo insieme che cosa rappresenta il labirinto:

Il labirinto è una struttura costruita in modo tale che risulti difficile per chi vi entra trovare l’uscita; è una costruzione con accesso unico e il percorso non offre possibilità di scelta: termina al suo centro. Per uscire bisogna rifare lo stesso percorso al contrario. Il suo disegno spiraliforme ricorda un serpente arrotolato, le viscere, ma anche i meandri del cervello. Questa struttura intricata e multiforme subisce varie e significative trasformazioni nel tempo, riflettendo così l’evoluzione del pensiero dell’uomo, il suo misurarsi con le sfide che la coscienza e crescente conoscenza gli impongono.

Il labirinto, con le sue infinite possibilità, rappresenta l’itinerario mentale che ha accompagnato l’uomo nel corso della storia. Il concetto di labirinto si può quindi definire anche come un “labirinto della mente”, ma può anche essere simbolo della sfida quotidiana all’interno della nostra vita. In psicoanalisi, l’inconscio è molto spesso simboleggiato da un labirinto, che rappresenta al meglio il luogo che nasconde una realtà vergognosa. Secondo C. G. Jung, il labirinto richiama l’utero materno e il filo di Arianna il cordone ombelicale. Il Minotauro è un embrione, l’archetipo dell’immagine materna divorante e del percorso dell’anima verso l’equilibrio del proprio sé.

Il labirinto può divenire anche metafora di una società nella quale è difficile integrarsi, a causa dei pregiudizi dei pari e della differenza di cultura che può incombere. Nel labirinto non c’è direzionalità, il cammino diventa occasionale, la coscienza non ha più punti di riferimento.

Una struttura che rispecchia la rischiosa complessità del mondo, segnala la coincidenza di significati opposti di vita e morte, di bene e male; parla anche di solitudine, di angosce e di ansie che talvolta possono essere fonte di creatività e generare situazioni psichiche favorevoli al raggiungimento di altre forme di piacere e di scoperta.

Il labirinto rappresenta  l’emblema per eccellenza della ricerca dell’infinito, e dunque del “plus ultra”, di una dimensione nuova ancora da esplorare da parte di noi esseri finiti e limitati. Il concetto di labirinto lascia spazio a riflessioni e domande sulla vita, a quale strada sia più giusta da seguire per non tracciare una vita preformata e affrontare un viaggio verso la consapevolezza del fatto che la conoscenza è una via che si offre all’uomo e che l’uomo deve intraprendere. Nelle opere dello scrittore argentino Borges, il labirinto rappresenta un edificio che confonde l’uomo e le complessità del mondo che l’uomo non può comprendere senza la ragione.  Il labirinto è inteso come luogo interiore che rende possibile la comunione con la nostra parte più profonda, talvolta perdersi per ritrovarsi più forti e migliori di prima. I pensieri positivi sono gli unici in grado di portare l’uomo fuori dalla struttura opprimente del labirinto.

Fonte immagine in evidenza: Freepik

A proposito di Isabella Capriglione

Vedi tutti gli articoli di Isabella Capriglione

Commenta