Dio Horus: il dio falco, una delle più importanti divinità dell’antico Egitto
La mitologia egizia, al pari di quella greca, è ricca di miti, leggende e divinità. Tra le tante che compongono il pantheon egizio, una figura assume una posizione di grande rilievo: il Dio Horus, una delle più antiche e complesse divinità egizie. Venerato fin dal Periodo Predinastico, il suo culto si diffuse in tutto l’Egitto, assumendo forme e significati diversi a seconda delle epoche e delle località. Associato al cielo, al sole, alla regalità, alla guerra e alla caccia, Horus incarna molteplici aspetti della vita e del potere. La sua importanza è testimoniata dalle numerose rappresentazioni, dai miti che lo vedono protagonista e dal suo stretto legame con la figura del faraone. Nella città di Hieraconpolis (Nekhen), ad esempio, Horus era oggetto di un culto molto importante e antico, che risale almeno al Periodo Arcaico. Nell’Antico Regno, il Dio Horus si afferma definitivamente come divinità dinastica, protettrice del sovrano e simbolo del potere regale. Nel corso dei secoli, il culto di Horus si è evoluto, integrando elementi di altre divinità, come Ra, il dio del sole, e dando vita a forme sincretiche come Horakhty, il sole nascente. Addentriamoci dunque nella storia di questa affascinante divinità, per conoscere le sue origini, le sue rappresentazioni, i suoi poteri e il suo ruolo nella religione e nella cultura dell’antico Egitto.
Le origini del Dio Horus
Le radici del culto del Dio Horus si perdono nella notte dei tempi. Fin dalle prime fasi della civiltà egizia, questa divinità riveste un ruolo di primo piano, come testimoniato dalle rappresentazioni e dai testi giunti fino a noi. La sua figura è legata a doppio filo con il concetto di regalità e di potere divino.
Il significato del nome Horus e le sue prime rappresentazioni
La traslitterazione dai geroglifici del nome del Dio Horus è ḥr.w, che significa letteralmente “falco”. Le prime rappresentazioni iconografiche di Horus risalgono al IV millennio a.C., al Periodo Predinastico della storia egizia. Nella maggior parte dei casi, il dio è raffigurato con le sembianze di un falco o di un uomo con testa di falco. Talvolta, soprattutto nelle rappresentazioni legate alla sua infanzia, può apparire come un bambino nudo, senza capelli, noto ai greci come Harpocrates. L’animale del falco aveva un ruolo importante nell’antico Egitto, poiché era considerato un animale superiore, simbolo di regalità e di potenza. La scelta di questo rapace, inoltre, era dovuta alla sua maggiore semplicità di rappresentazione su papiro o su pietra, rispetto alle figure umane. Le prime attestazioni del culto di Horus provengono da Hieraconpolis (Nekhen), uno dei più importanti centri religiosi e politici dell’Alto Egitto in epoca predinastica e arcaica. Qui il dio era venerato nella sua forma di Horo (Haroeris), divinità celeste primordiale.
Il mito di Iside e Osiride e la nascita di Horus
Secondo la mitologia egizia, la nascita del Dio Horus è strettamente legata al mito di Osiride e Iside: dopo la morte di Osiride, ucciso dal fratello Seth, Iside, con un inganno, riesce a rimanere incinta. Osiride, riportato in vita per un breve periodo, feconda Iside e poi diviene il re del regno dei morti. Horus, nato in seguito, decide di vendicare la morte del padre, ingaggiando una lunga e furiosa lotta contro Seth. Durante lo scontro, Horus perde un occhio, strappatogli dallo zio. Secondo una delle tante versioni del mito, al termine della lotta Seth viene sconfitto e relegato al ruolo di dio del caos e del deserto. Il mito di Horus e Seth è narrato in diverse fonti, tra cui i Testi delle Piramidi, i Testi dei Sarcofagi e il Libro dei Morti, importanti testi religiosi e funerari dell’antico Egitto.
Dio Horus: rappresentazioni e poteri
Come detto in precedenza, Horus era tra le più importanti divinità egizie e veniva spesso rappresentato come un falco o come un essere umano con la testa di falco. Questa iconografia è legata alla diffusione, nella valle del Nilo, del falco rapace, la specie di rapace più diffusa all’epoca nell’area, e alle sue caratteristiche peculiari.
Il falco rapace e l’iconografia di Horus
Ciò che accomuna il Dio Horus a questo rapace è il contorno sotto gli occhi: le piume del falco rapace sono di colore più scuro e formano una sorta di mezzaluna, un tratto distintivo che si ritrova nelle rappresentazioni del dio. Il piumaggio scuro intorno agli occhi del falco rapace, infatti, ricorda la forma dell’occhio umano, da cui la vicenda legata all’occhio di Horus, anche chiamato Uadjet, Uto o Wedjat.
L’occhio di Horus: un simbolo di protezione e guarigione
L’occhio di Horus è un simbolo molto importante per la cultura egizia, un amuleto dotato di poteri di protezione, guarigione e rigenerazione. Ancora oggi gli egiziani lo portano con sé, lo donano ai malati come simbolo di buon augurio o lo appendono nelle case. Si crede che abbia poteri curativi e speciali, in grado di allontanare le influenze negative e di favorire la prosperità. Secondo il mito, Thot, dio della saggezza e della magia, guarì l’occhio di Horus dopo che questi lo aveva perso in battaglia contro Seth.
Dio Horus e il suo legame con i faraoni
L’importanza e la centralità di Horus nella cultura egizia è testimoniata anche dal suo profondo legame con i faraoni. Il Dio Horus divenne un vero e proprio simbolo del potere dei faraoni. Il sovrano era considerato l’incarnazione terrena di Horus, il suo rappresentante e successore sul trono d’Egitto. Infatti, se ci rechiamo nei musei ed osserviamo le statue dei faraoni possiamo notare come tutte abbiano un elemento in comune che le collega ai poteri del Dio Horus: tutte le statue presentano un serpente al centro della corona. Questo perché, secondo un’altra leggenda, dopo che il Dio Horus ottenne nuovamente il suo occhio da Seth decise di restituirlo al padre, Osiride, e di utilizzare un serpente di nome Ureo per coprire la cavità oculare. Il legame tra Horus e il faraone è evidente anche nella titolatura regale: uno dei cinque nomi del faraone era il cosiddetto “nome di Horus”, che identificava il sovrano come la manifestazione terrena del dio.
I molteplici poteri di Horus: dio del sole, del cielo, della guerra e della caccia
Data la sua importanza, diverse sono le forme e, di conseguenza, i poteri, che il Dio Horus assume nella cultura egizia. Era considerato il dio del sole poiché poteva volare in alto nel cielo grazie alla sua somiglianza con l’animale del falco. Era anche il dio del cielo e questo perché nella cultura egizia il cielo rappresentava la principale fonte di energia e di pioggia, elementi vitali per la sopravvivenza e la prosperità. Il falco volava per cacciare e questo lo rendeva un animale dalle speciali caratteristiche. Horus era inoltre il dio della guerra e della caccia: simboleggiava la forza, il coraggio e la vittoria sui nemici. Infatti, a volte, veniva rappresentato come un coccodrillo con un volto di falco, oppure, come già detto, come un essere umano con il volto di falco, per simboleggiare la forza e il dominio dell’Egitto. Talvolta Horus era associato alla dea Hathor, divinità dell’amore, della gioia e della maternità, considerata in alcuni miti sua sposa o madre.
Dio Horus: i poteri secondari e il culto
Essendo una figura onnipresente nella cultura e nella mitologia egizia, il Dio Horus fu investito anche di poteri secondari: ad esempio, fu considerato capace di guarire gli esseri umani dalle malattie. Durante la mummificazione, i sacerdoti invocavano il Dio Horus affinché quest’ultimo potesse garantire l’incorruttibilità della carne. Era proprio Horus, secondo la mitologia egizia, che forniva ai defunti stoffe e panni affinché potessero fungere da corazze e proteggerli dagli attacchi di Seth (il dio del caos). Il culto di Horus era diffuso in tutto l’Egitto, ma uno dei suoi principali centri di venerazione era la città di Edfu, nell’Alto Egitto. Qui sorgeva il Tempio di Edfu, uno dei templi egizi meglio conservati, dedicato proprio a Horus. All’interno del tempio, i sacerdoti celebravano quotidianamente riti in onore del dio, per garantirne la benevolenza e la protezione. Il Dio Horus, con la sua figura affascinante e i suoi molteplici poteri, rappresenta una delle divinità più importanti e significative del pantheon egizio. Il suo mito, strettamente legato a quello di Osiride, Iside e Seth, racconta di lotte per il potere, di vendetta, di morte e di rinascita, incarnando valori e concetti fondamentali per la civiltà egizia.
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