Chi è la Befana: origini, storia e tradizione
“La befana vien di notte con le scarpe tutte rotte. Col cappello alla romana, viva viva la befana”
Protagonista di questo piccola cantilena è proprio la Befana, e sicuramente vi sarà capitato di intonarla o sentirla parecchie volte. Se ci fosse un wrapped solo per la canzone più ascoltata nel giorno dell’Epifania, di sicuro sarebbe questa.
Chi è veramente la Befana e perché si chiama così?
Il nome “Befana” è una trasformazione linguistica di “Epifania”, una parola che deriva dal greco antico e significa “manifestazione” o “apparizione”. Questa figura folcloristica, tipica di alcune regioni italiane, si è poi diffusa in tutta la penisola, acquisendo caratteristiche peculiari. Sebbene venga spesso rappresentata come una vecchietta dall’aspetto trasandato, con il viso rugoso e vestiti logori, la Befana incarna un simbolo di generosità e di buon auspicio. I suoi abiti rattoppati simboleggiano l’anno passato, ormai concluso, mentre la sua scopa ha un valore propiziatorio: con essa, la Befana spazza via il male, augurando fortuna e prosperità per l’anno nuovo.
Negli ultimi decenni, il personaggio è stato talvolta dipinto come scorbutico o perfino sinistro, probabilmente a causa della sua apparenza poco convenzionale. Tuttavia, nella tradizione popolare, la Befana è una figura benevola, che visita le case dei bambini portando dolci e regali o, in caso di monellerie, un simbolico carbone che, al giorno d’oggi, è spesso fatto di zucchero.
La origini: una tradizione pagana assimilata dalla Chiesa Cattolica
Secondo la tradizione questa vecchietta dall’umile aspetto, nella notte tra il 5 e il 6 gennaio, vola sui tetti, si cala dai camini e riempie le calze appese dei bambini. Coloro che si sono comportati bene durante l’anno riceveranno dolciumi e bontà, i cattivi solo carbone.
La figura della Befana ha origini molto antiche e, contrariamente a quanto si pensi, antecedenti a quelle cristiane.
L’origine è stata connessa ad un insieme di riti propiziatori pagani legati all’agricoltura. Già durante il VII-VI secolo a.C. si credeva che esistessero delle figure femminili che di notte volavano sui campi per propiziare il raccolto. Questa storia è di certo connessa ai cicli stagionali nell’agricoltura; con il passaggio di queste donne il raccolto dell’anno ormai trascorso era pronto per rinascere.
Gli antichi romani ereditarono questi riti e li fecero propri, associandoli al loro calendario e celebrando il volo di queste donne durante il periodo tra la fine del solstizio invernale e la ricorrenza del Sol Invictus – divenuta poi il Natale Cristiano. In particolare, la dodicesima notte dopo il solstizio invernale si celebrava il momento di morte e rinascita della natura, così come nelle tradizioni antecedenti. Durante questi 12 giorni di passaggio si continuava a credere che delle figure femminili volassero sui campi coltivati, capitanati questa volta da Diana, dea della caccia e della vegetazione, oppure, per altri, da Abundia, dea dell’abbondanza.
Secondo molte interpretazioni la figura della Befana come la conosciamo oggi potrebbe essersi rifatta alla figura celtica di Perchta, una personificazione della natura invernale rappresentata come una vecchia signora con la gobba e il naso adunco, capelli bianchi spettinati e piedi grandi, vestita con abiti e scarpe rotte. Anche lei, aleggiando di notte sui campi per renderli fertili, veniva festeggiata nello stesso periodo della Befana.
In quanto figura pagana, già dal IV secolo d.C. la Chiesa cominciò a ritenere questa credenza satanica. Nel Basso Medioevo la figura della Befana fu ripulita dalle accuse di satanismo e la Befana passò da strega a vecchietta affettuosa sulla scopa volante.
Pian piano anche la figura della Befana fu quindi accettata dalla Chiesa. Con l’arrivo di questa vecchietta che “tutte le feste porta via” la Chiesa ha trovato una corrispondenza con il calendario liturgico, dal momento che l’Epifania corrisponde al periodo della fine del Natale e l’inizio del tempo ordinario.
Nel corso della storia, la festa della Befana fu anche ufficializzata nel 1928 con il regime fascista che introdusse la festa della “Befana fascista”, durante la quale venivano distribuiti doni ai bambini delle classi meno abbienti. E anche dopo la caduta di Mussolini questa celebrazione continuò ad essere festeggiata.
Da quando la Chiesa Cristiana ha accolto la figura della Befana circola una storia molto riadattata che trova collocazione a questo personaggio nella vita di Gesù. Questa storia vuole che i Re Magi sulla strada per Betlemme avessero chiesto informazioni ad una vecchietta e avessero insistito affinché essa li accompagnasse da Gesù Bambino. Lei rifiutò ma poi, pentita, cercò di rimediare bussando alle porte di tutti i bambini e consegnando doni. In realtà, volendo trovare un parallelismo tra la storia della Befana ed un personaggio della tradizione cristiana – così come Babbo Natale e San Nicola – la Befana potrebbe essere associata a Santa Lucia che dispensava doni ai bambini.
Quindi chi è la Befana e qual è il suo significato simbolico
La Befana è molto più di una semplice dispensatrice di dolci. Il suo viaggio notturno rappresenta la transizione tra il vecchio e il nuovo anno, un momento di riflessione e speranza. La sua immagine combina elementi del ciclo naturale e spirituale: la vecchiaia che porta via il passato e lascia spazio al futuro. Questo dualismo si riflette anche nei doni che distribuisce: il carbone, destinato ai bambini disobbedienti, simboleggia il bisogno di purificazione, mentre i dolci rappresentano la ricompensa e la gioia.
Anche la scopa che utilizza ha un significato simbolico profondo. Nella tradizione popolare, la scopa è uno strumento magico che scaccia via gli spiriti maligni, purificando gli ambienti domestici. Questo gesto diventa un augurio di buon auspicio, un invito a iniziare l’anno con un animo rinnovato e positivo.
Perché la Befana è rappresentata come una vecchia trasandata?
La Befana è spesso descritta con un naso lungo, un mento aguzzo, capelli arruffati e abiti rattoppati. Questa iconografia rappresenta simbolicamente l’anno vecchio che si conclude, ormai logoro e stanco, pronto a lasciare spazio al nuovo. In alcune tradizioni europee, era comune bruciare fantocci rappresentanti la Befana, come rito di rinnovamento e purificazione.
Nonostante le somiglianze con le streghe, la Befana si distingue nettamente: indossa scarpe comode invece di stivali, e un fazzoletto o sciarpone al posto del classico cappello a punta. A Urbania, in provincia di Pesaro e Urbino, si celebra ogni anno la Festa Nazionale della Befana, un evento che attira turisti da tutta Italia e conferma la vitalità di questa tradizione.
Tradizioni dell’Epifania in Italia
L’Epifania è una delle festività più sentite in Italia e viene celebrata con riti e usanze che variano da regione a regione. La tradizione più conosciuta è quella di appendere una calza fuori dalla porta o vicino al camino, in attesa che la Befana la riempia durante la notte. Tuttavia, esistono molte altre manifestazioni legate a questa figura leggendaria.
Curiosità sulla Befana
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Dolci e carbone: Oggi il carbone che troviamo nelle calze è realizzato con zucchero e coloranti alimentari, ma in passato veniva usato carbone vero come ammonimento per i bambini disobbedienti.
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La Befana e le stelle: Secondo alcune credenze, la Befana è associata alla stella cometa che guidò i Re Magi. Il suo viaggio notturno simboleggia la ricerca della luce divina, un tema ricorrente nelle tradizioni natalizie.
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Befana e folklore internazionale: Sebbene sia una figura tipicamente italiana, la Befana ha similitudini con altri personaggi del folklore europeo, come la “Frau Perchta” nei paesi germanici, anch’essa una figura femminile legata al ciclo dell’anno.
La Befana vien di notte, testo della filastrocca
“ La Befana vien di notte con le scarpe tutte rotte
Porta in testa un fazzoletto, rifinito di merletto
Un vestito assai antiquato e un mantello rattoppato
La Befana vien di no-o-tte
La Befana senza ali, con la scopa e coi regali
Segue il vento piano piano ed arriva da lontano
Gira il mondo poveretta e poi va sempre di fretta
La Befana vien di no-o-tte
La Befana è sopra il tetto mentre il bimbo è dentro al letto
Resta sveglio ad aspettare, quel calzino da svuotare
Gli occhi aperti sul soffitto e non fiata ma sta zitto
La Befana vien di no-o-tte
Nai na na, nai na na
Nai na na, nannanna
Nai na na, nai na na…”
Chi è la Befana: tutte le risposte in breve:
Chi è davvero la Befana?
Immagine in evidenza: a cura di Simona Cimmino
È cristiana la festa religiosa dell’Epifania? A questa domanda Il Giorno del 6 gennaio 1978, in un articolo di Margherita Hack, rispondeva così: “La storia delle feste natalizie, cioè i dodici giorni da Natale all’Epifania, è una storia piena di significati e di compromessi culturali e anche di politica religiosa e non religiosa. Basti ricordare che i babilonesi, al principio del loro anno nuovo, per 10 o 12 giorni celebravano la vittoria di Marduk, dio del cielo, contro Tiamat, dea delle tenebre, e la nascita del cosmo dal caos iniziale. In questo periodo si leggeva ai festanti l’‘Enuma Elish’, il poema sacro della creazione. Come il nostro natale sostituì, verso la metà del IV secolo d.C., la festa del 25 dicembre, che celebrava col solstizio d’inverno il ‘sole invitto’, anche l’Epifania ha origini pagane e perfino eretiche. Infatti, sappiamo che a introdurre la festa furono gli gnostici cristiani: una setta che credeva che gli uomini si salvassero non in virtù della fede, ma per una conoscenza segreta trasmessa dai maestri. Si diffuse in Egitto, e alla fine del secondo secolo, essi scelsero il 6 gennaio per ricordare quando, durante il battesimo, Gesù si manifestò come figlio di Dio. Però è anche la stessa data in cui gli antichi egiziani celebravano il solstizio d’inverno e il gonfiarsi del Nilo. Nient’altro si conosce della festa dell’Epifania fino al IV secolo, allorché venne adottata dalla Chiesa orientale, e divenne seconda in importanza soltanto alla Pasqua. Fu nella seconda metà del IV secolo che le due chiese d’Oriente e d’Occidente si misero d’accordo, adottando entrambe le festività e stabilendo una celebrazione di 12 giorni. Così l’Epifania diventò, con il Natale e la Pasqua, una delle principali e antiche feste della cristianità. Ma mentre la chiesa occidentale commemora con l’Epifania la visita dei magi, quella di rito orientale commemora soprattutto il battesimo di Gesù”.