Scopri chi è Walter Raleigh: la sua vita e il suo poema più celebre The Ocean to Cynthia
La vita di Walter Raleigh: chi era?
Nato probabilmente tra il 1552 e il 1554, Sir Walter Raleigh fu un navigatore, poeta e corsaro inglese, a servizio della sovrana d’Inghilterra Elisabetta I, fino alla morte dell’amata regina, nel 1603. Egli fu un suo fedelissimo servitore, nonché suo amante e corsaro prediletto, membro dei Sea Dogs, addetti alla pirateria e alla tratta degli schiavi. Oltre alla sua carriera al servizio di corte, e nei mari di tutto il globo, Sir Walter Raleigh era un abilissimo poeta e scrittore: negli anni di prigionia, causati dalla morte di Elisabetta I e la successione al trono di Giacomo I, progettò un’intera opera chiamata History of the World, concernente la storia dell’antichità in ben 5 volumi, ma mai conclusa. La sua produzione lirica, invece, riguarda testi poetici che viaggiano da temi come l’amore, molto raffinati ed eleganti, la maggior parte come dedica all’adorata regina, tuttavia anche tematiche dedite allo scorrere del tempo, alla bellezza e alla vita umana, su una scia che rispecchia l’attività letteraria elisabettiana su modello shakespeariano.
L’importanza di Walter Raleigh: la storia coloniale inglese di fine ‘500
Il lungo regno della regina Elisabetta I è contornato da vittorie e successi irrepetibili nella storia politico-economica inglese: le sue spedizioni coloniali, la sua pirateria e la sua tratta di schiavi vantava dei numeri irraggiungibili per le altre potenze europee. A capo della maggior parte delle spedizioni oltreoceano della sovrana figurava sempre Raleigh, capo corsaro ed esploratore agguerrito, il quale riuscì infatti nell’impresa coloniale tanto sperata da Elisabetta I, e fondò sulle coste orientali dell’America settentrionale una colonia proprio in onore della regina, la Virginia, dato il suo soprannome di vergine, nel suo non essersi mai sposata e non aver mai avuto prole. La storia coloniale inglese di fine ‘500, sotto la guida di Raleigh, fu anche però protagonista di un’oscura vicenda: la disgrazia dell’isola di Roanoke, in cui Raleigh, attraverso molteplici spedizioni, aveva tentato a lungo di insediare una colonia di inglesi dalla madrepatria, ma non riuscendoci mai, trovando ogni qual volta tornassero nel possedimento oltreoceano tutti i coloni uccisi, probabilmente per gli scontri con i nativi, per la fame sofferta e un clima e un ambiente completamente diversi.
Il poema di Walter Raleigh: l’ode alla regina The Ocean to Cynthia, il testo e i temi
Ma resta, pensieri miei, fai la fine, dai alla fortuna ;
Aspra è la voce del dolore e il suono del dolore ;
Le lamentele non curano, e le lacrime non fanno che placare
Dolori per un po’, che dopo ne abbondano.
Cercare l’umidità nella sabbia araba
Non è che una perdita di lavoro e di riposo ;
I legami che il tempo ha spezzato di band calorose
Le parole non possono lavorare a maglia, o i lamenti fanno di nuovo.
Non cercate il sole nelle nuvole quando è tramontato.
Sulle montagne più alte, dove crescevano quei cedri,
Contro le cui rive batte l’oceano agitato,
E sono stati i segni per trovare il tuo porto sperato,
In un terreno lontano da se stessi rimuovere ;
Sulla riva di Sesto, l’ultima località di Leandro,
L’eroe non ha lasciato alcuna lampada a guidare il suo amore.
Tu cerchi la luce invano, e sorgono tempeste;
Lei dorme la tua morte che prima il tuo pericolo sospirava;
Non sforzarti più, china i tuoi occhi stanchi,
Occhi che a tutti questi guai il tuo cuore ha guidato.
Se n’è andata, si è persa, è stata ritrovata, è sempre bella;
Il dolore attira debolmente dove non attira l’amore;
Le grida di guai non risuonano nulla, ma solo nell’orecchio dell’amore.
Fatelo, morendo, ciò che la vita non può fare.
Svela le tue greggi e lasciale ai campi,
Per nutrirsi sulle colline o sulle valli, dove più le preferisce,
Di ciò che l’estate o la primavera offre,
Perché l’amore e il tempo ti hanno dato il permesso di riposare.
Il tuo cuore che era il loro ovile, ora in decadenza
Da spesso tempeste e molte esplosioni invernali,
Tutto lacerato e lacerato diventa preda della sventura;
Falsa speranza, bastone del mio pastore, ora l’età si è sfacciata.
La mia pipa, che la mano stessa dell’amore ha dato al mio desiderio
per cantare le sue lodi e i miei guai,
La disperazione ha spesso minacciato il fuoco,
Per quanto vano da tenere ora, tutto il resto è sparito.
Così attiro casa, come la lunga notte della morte si avvicina;
Eppure ogni piede, vecchi pensieri rimandano indietro ai miei occhi;
Costringimi guide, come la vecchiaia disegna una pietra
Contro la collina, che si trova troppo pesante
Per le braccia deboli o la forza sprecata per muoversi:
I miei passi sono all’indietro, guardando la mia perdita,
L’affetto della mia mente e l’unico amore della mia anima,
Non mescolato con la pula della fantasia o le scorie della fortuna.
A Dio lo lascio, che per primo me l’ha dato,
E io le ho dato, e lei è tornata di nuovo,
Come se fosse il suo; siano dunque le Sue misericordie
Delle mie ultime comodità il mezzo essenziale.
Ma che sia così o no, gli effetti sono passati;
Il suo amore è finito; il mio dolore deve durare per sempre.
Sir Walter Raleigh accosta in questo poema la regina Elisabetta I, vittoriosa dalla guerra anglo-spagnola del 1588, battendo ciò che in epoca moderna veniva denominata la cosiddetta invincibile armata ispanica, alle divinità lunari latine di Diana e Cinzia. La sovrana vergine, la prima donna a regnare sul suolo inglese, a vincere in ogni battaglia e guerra, di terra o di mare, viene celebrata in tutta la sua magnificenza, splendore, come una semi-divinità dal suo amato poeta\corsaro. Cinzia, nella mitologia classica, è infatti la sovrana dei mari, dei corsi d’acqua, a cui naturalmente Raleigh fa riferimento per identificarla con Elisabetta I e la sua inarrestabile potenza negli oceani. In questo poema, difatti, The Ocean to Cynthia sta proprio a significare che egli dedica, regala, alla regina, è in realtà ormai tutto suo, l’Oceano e il globo terrestre. Tra tutti gli altri componimenti che Raleigh scrive appositamente per la sovrana vergine, The poems to Cynthia resta tra i più celebri e i più ricordati, per l’inarrivabile bellezza che il significato dell’opera veicola: un amore e un’adorazione così grandi, un potere e un’aura così immensi, da donare l’intero Oceano e l’intero mondo a una sola donna, la regina dei mari Elisabetta I.
Fonte immagine: Wikipedia
(Sir Walter Ralegh by ‘H’ monogrammist – Walter Raleigh – Wikipedia)