Chi sconfisse i Vandali? Un episodio delle Guerre Marcomanniche

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Chi sconfisse i Vandali? Storia e protagonisti

Tra i più celebri imperatori di Roma vi è la figura di Marco Aurelio, al quale viene attribuita la vittoria sui Vandali, o almeno il merito di averli fermati per un certo periodo. Ma chi erano i Vandali e perché erano considerati una minaccia per Roma? E, soprattutto, chi sconfisse i Vandali definitivamente? I Vandali erano una popolazione germanica, originaria di quella che al giorno d’oggi si definirebbe come Scandinavia o Polonia meridionale. Erano divisi in due grandi gruppi, gli Asdingi e i Silingi. Oltre ad essere conosciuti per le continue migrazioni e spostamenti, queste “tribù” spesso migravano verso i territori romani e furono così definiti Nemici di Roma. Ma procediamo con ordine e cerchiamo di capire meglio la storia di questo popolo e di chi sconfisse i Vandali.

Chi erano i Vandali? Un popolo nemico di Roma

Per capire chi sconfisse i Vandali bisogna prima comprendere chi fossero i Vandali. Il regno dei Vandali, fondato sotto Genserico e stabilito nella zona del Nord Africa e nel Mediterraneo, aveva culture e metodologie che si opponevano ai principi dell’Impero Romano. Di fatto, in queste cosiddette tribù contava solo il figlio maschio dedito alla partecipazione alle battaglie. Come detto in precedenza, i Vandali erano frequentemente in movimento ed erano conosciuti per le loro migrazioni, spesso effettuate nel tentativo di stanziarsi sul territorio romano, causando non pochi problemi all’Impero.

Le migrazioni dei Vandali e l’impatto su Roma

Le prime penetrazioni dei popoli germanici, di cui facevano parte i Vandali, furono a causa di saccheggiamenti e ricerche di benefici da poter trarre dalle popolazioni autoctone. Avendo tratto benefici dai territori e avendone pieni poteri, ci si domanda allora chi sconfisse i Vandali e come riuscì a farlo? Durante il periodo storico che si definisce come Guerre Marcomanniche, rientrano tutti i combattimenti dell’esercito romano, con a capo Marco Aurelio contro le popolazioni germano-sarmantiche dell’Europa, tra cui i Marcomanni, i Quadi, i Sarmati e gli Iazigi. I Vandali, in quel periodo, erano stanziati più a nord, ma le loro incursioni, specialmente quelle degli Asdingi, contribuirono a indebolire il limes danubiano, il confine settentrionale dell’Impero. In seguito, i Vandali migrarono verso occidente, attraversando la Gallia e stabilendosi temporaneamente in Spagna (i Vandali in Spagna diedero il nome all’attuale Andalusia).

Genserico e il regno dei Vandali in Nord Africa

Nel 429 d.C., sotto la guida di Genserico, i Vandali attraversarono lo stretto di Gibilterra e invasero l’Africa settentrionale, conquistando importanti città come Ippona, dove morì Sant’Agostino durante l’assedio. Nel 439 d.C. conquistarono Cartagine, che divenne la capitale del loro regno. La conquista della città rese Cartagine la capitale dell’impero Vandalo. Questo evento storico andò a creare degli enormi svantaggi per l’Impero Romano: le rotte commerciali romane avevano come punti principali di sbarco alcune città dell’Africa settentrionale. Venne così provocato un forte e drastico cambiamento delle rotte commerciali. La presa di Cartagine segnò la nascita del regno dei Vandali e degli Alani, una potenza navale che minacciava la sicurezza dell’Impero romano d’Occidente. Nel 442 d.C., l’imperatore Valentiniano III fu costretto a firmare un trattato di pace con Genserico, riconoscendo la sovranità dei Vandali sul Nord Africa.

Le guerre Marcomanniche e il ruolo di Marco Aurelio

Le gesta di Marco Aurelio sono spesso frammentate e inaffidabili, ma si fa spesso riferimento all’opera Historia Augusta, presentando allo stesso modo le gesta di chi sconfisse i Vandali, o meglio, di chi cercò di contrastarli prima del loro insediamento in Africa. Marco Aurelio, imperatore dal 161 al 180 d.C., dovette affrontare una lunga e difficile guerra contro le popolazioni germaniche e sarmatiche che premevano sul confine danubiano, le cosiddette guerre Marcomanniche. Queste guerre furono tra le più impegnative del periodo imperiale e misero a dura prova le risorse dell’Impero romano. L’imperatore stesso partecipò attivamente alle campagne militari, dimostrando coraggio e capacità strategiche. Marco Aurelio riuscì a ottenere importanti vittorie, come quella di Carnuntum, e a respingere le invasioni, stabilizzando temporaneamente la situazione lungo il limes.

Chi sconfisse i Vandali? Le fonti storiche

Come detto, dato lo scarso numero di fonti e documentazioni, per rispondere alla domanda “chi sconfisse i Vandali?” vengono usate le opere biografiche di Augusto come riferimento, per decifrare in modo accurato la storia e i conflitti tra le varie popolazioni. Oltre alla Historia Augusta, altre fonti importanti per la storia dei Vandali e delle guerre Marcomanniche sono le opere di Ambrogio di Milano, Orosio, Procopio di Cesarea e Giordane. Queste fonti, seppur non sempre precise e a volte contraddittorie, ci permettono di ricostruire, a grandi linee, gli eventi di quel periodo.

Il sacco di Roma e la minaccia dei Vandali

Con le prime incursioni e le continue migrazioni, gli ordini del vicino impero furono sconvolti e portarono al suo lento deterioramento. Secondo alcune raccolte del celebre Augusto, egli si era interessato a descrivere e definire numerosi conflitti militari, tra cui le guerre Marcomanniche. Tali conflitti includevano una coalizione politica tra più popolazioni vandale (germaniche e sarmatiche) con l’obiettivo di ricerca e conquista di territori da poter occupare e governare. Riuscirono ad occupare questi territori e nel 455 Genserico ha dato inizio alla cattura e al sacco di Roma, evento storico di una spiccata rilevanza, che indebolì ulteriormente l’Impero romano d’Occidente.

La fine del regno dei Vandali: la sconfitta definitiva

Quindi, tornando alla domanda iniziale, chi sconfisse i Vandali? Marco Aurelio morì il 17 marzo del 180 d.C., a causa di una grave epidemia di peste, e fu succeduto dal figlio Commodo, il quale non prestò molta attenzione alla questione territoriale e decise di firmare la pace per potere tornare a Roma. La sua morte segnò la fine delle guerre Marcomanniche, ma non la fine della minaccia dei Vandali, che si sarebbero resi protagonisti, come abbiamo visto, del sacco di Roma del 455 d.C. Sotto la giurisdizione di Genserico, il popolo dei Vandali era forte e poteva sembrare l’unico capace di contrapporsi all’Impero romano.

Chi sconfisse i Vandali? Il ruolo di Commodo

Commodo, più interessato ai giochi gladiatorii e alla vita di corte che alle questioni militari, stipulò una pace affrettata con le popolazioni germaniche, vanificando in parte gli sforzi del padre. Sebbene Commodo non abbia sconfitto i Vandali, la sua decisione di porre fine alle guerre Marcomanniche ebbe comunque un impatto sulla storia successiva, permettendo all’Impero di concentrarsi su altre questioni.

Chi sconfisse i Vandali? La riconquista bizantina

Storicamente, la fine del regno dei Vandali venne stabilita intorno al 534 d.C., quando il generale bizantino Belisario, inviato dall’imperatore Giustiniano I, riconquistò il Nord Africa. La battaglia di Ad Decimum e la battaglia di Tricamarum segnarono la sconfitta definitiva dei Vandali, guidati dal loro ultimo re, Gelimer. Il regno dei Vandali e degli Alani fu così annesso all’Impero romano d’Oriente, e la popolazione vandala fu dispersa o assimilata. I Vandali furono costretti ad unirsi agli indigeni presenti nel territorio africano, assieme alle successive conquiste del regno bizantino.

Ecco quindi chi sconfisse i Vandali. La figura di Marco Aurelio viene stimata per aver ideato lotte e conquiste oltre il Danubio: egli sconfisse i Vandali, o meglio, alcune tribù, e riuscì con il suo piano a reprimere i continui tentativi delle minacce dell’impero, prima che si insediassero in Africa. La risposta alla domanda “chi sconfisse i Vandali?” è quindi più complessa di quanto sembri: Marco Aurelio li fermò temporaneamente, ma la loro sconfitta definitiva avvenne solo secoli dopo, ad opera dell’Impero romano d’Oriente, guidato da Giustiniano I e dal suo generale Belisario.

Fonte immagine: Pixabay

 

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