Lingue slave moderne: le 3 aree geografiche

Classificazione delle lingue slave moderne

Le lingue slave fanno parte della famiglia linguistica delle lingue indoeuropee. Spesso si parla di famiglia balto-slava, per via di alcune isoglosse comuni con le lingue baltiche (lettone e lituano). Le lingue slave moderne sono parlate da circa 315 milioni di persone, in un territorio che va dai Balcani fino all’Oceano Pacifico in estremo oriente. In questo articolo andremo a vedere la classificazione delle lingue slave moderne.

Le lingue slave moderne

Le lingue slave moderne, secondo la teoria indoeuropea, discendono tutte dal protoslavo, che è una lingua ricostruita mettendo insieme tutte le caratteristiche comuni delle lingue slave. Bisogna inoltre tenere conto che le lingue slave non possiedono un sistema verbale complesso come il nostro, ma hanno un sistema aspettuale che ne riduce il numero di tempi verbali (spesso ridotti soltanto a presente, passato e futuro). Dal punto di vista geografico, la classificazione delle lingue slave moderne può essere ripartita in tre aree: lingue slave occidentali, lingue slave orientali, lingue slave meridionali. 

Lingue slave occidentali

Procediamo ora a vedere le lingue slave moderne di area occidentale:

  • Il polacco, scritto in caratteri latini, accento fisso sulla penultima sillaba, possiede vocali nasali (come in francese), mantiene i sette casi protoslavi (nominativo, genitivo, accusativo, dativo, strumentale, locativo, vocativo) e possiede tre tempi verbali (presente, passato e futuro).
  • Il casciubo, parlato da una minoranza linguistica in Polonia è molto affine al polacco.
  • Il ceco ha la presenza di consonanti che possono costituire nucleo sillabico (r e l), ha l’accento fisso sulla prima sillaba, le vocali lunghe presentano un segno diacritico e anche questa lingua conserva i sette casi protoslavi.
  • Lo slovacco è molto affine al ceco: accento fisso sulla prima sillaba, r e l possono costituire nucleo sillabico, presenta sei casi (assenza del caso vocativo) e quattro tempi verbali: presente, passato, futuro e piucchepperfetto.
  • Abbiamo poi le lingue della Lusazia (una regione della Germania orientale) divise in lusaziano inferiore (a Nord) e superiore (a Sud). Queste lingue presentano sei casi (assenza di vocativo), scritte in caratteri latini, presentano i numeri singolare, plurale e duale e hanno cinque tempi verbali: presente, futuro e tre passati.
  • Terminiamo la nostra classificazione delle lingue slave occidentali con il polabo, una lingua estinta nel XVIII secolo parlata attorno all’Elba. Aveva come tempi verbali l’aoristo e imperfetto, vocali nasali e il numero duale.

Lingue slave orientali

Continuiamo con le lingue slave moderne di area orientale:

  • Il russo, la lingua slava con più parlanti in assoluto, formatasi definitivamente con Puškin, scritto in cirillico con un alfabeto da trentatré caratteri.
  • Il bielorusso, scritto in cirillico con una variante anche in caratteri latini con un alfabeto da trentadue caratteri. Presenta consonanti palatali, una semivocale /w/ e morfologicamente affine al russo: sei casi, tre generi (maschile, femminile e neutro) e due numeri. Presenta akan’e come il russo.
  • L’ucraino è scritto anch’esso in cirillico con una variante in caratteri latini, ha sette casi (tra cui il vocativo), presenta okan’e.
  • La minore tra le lingue slave orientali è il ruteno. Questa lingua è parlata da minoranze linguistiche che sono riconosciute ovunque tranne che in Ucraina.

Lingue slavi meridionali

L’ultima area nella classificazione delle lingue slave moderne è quella delle lingue slave meridionali. Solitamente si distinguono le lingue slave meridionali orientali ed occidentali, questo perché le lingue slave meridionali occidentali presentano uno sviluppo del sistema sintetico (quindi con i casi) come tutte le lingue slave, mentre le orientali presentano uno sviluppo analitico (perdita dei casi e articolo posposto al nome). Nella classificazione delle lingue slave meridionali occidentali troviamo:

  • Lo sloveno, codificato sulla base del dialetto della capitale, Lubiana. Presenta: un accento mobile e libero, in alcuni dialetti è musicale, conservazione del duale sia per i sostantivi che per i verbi, sei casi e opposizione aggettivale nominale/pronominale.
  • Il serbo-croato racchiude in sé due tradizioni: una più vicina alla Slavia latina e una più vicina alla Slavia ortodossa. Possiede sette casi (anche se nei dialetti più orientali si nota uno sviluppo analitico), ha quattro accenti (lungo e breve ascendente, lungo e breve discendente), r può essere nucleo sillabico e presenta aoristo e piucchepperfetto come tempi verbali.

Nella classificazione delle lingue slave orientali abbiamo:

  • Il bulgaro, che presenta la scomparsa dei casi con l’articolo che segue il nome.
  • Il macedone, che si distingue dal bulgaro soltanto per l’accento: mentre il bulgaro ha un accento libero, il macedone presenta accento fisso sulla terzultima sillaba.

Fonte immagine: Wikipedia

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A proposito di Di Puorto Paolo

Appassionato di film (di quelli soporiferi, sia chiaro, non di quelli interessanti) ma anche studente di lingua tedesca e russa all'università di Napoli "L'Orientale".

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