Cos’è il mobbing? Il mobbing è una piaga silenziosa che affligge molti ambienti di lavoro, minando il benessere psicofisico dei lavoratori e compromettendo la produttività delle aziende. Si tratta di una forma di violenza psicologica subdola e persistente, che si manifesta attraverso una serie di comportamenti ostili e persecutori, mirati a isolare, emarginare e, in ultima analisi, indurre la vittima a lasciare il lavoro. Questo fenomeno, purtroppo diffuso, necessita di essere compreso a fondo per poter essere efficacemente contrastato. In questo articolo, analizzeremo in dettaglio le diverse sfaccettature del mobbing, rispondendo a domande cruciali per la sua identificazione e gestione.
Cos’è il mobbing?
Il termine “mobbing” deriva dall’etologia, dove fu utilizzato per descrivere il comportamento di alcuni animali che si coalizzano per allontanare un membro dal gruppo. In ambito lavorativo, il mobbing si configura come una forma di terrore psicologico esercitato attraverso una serie di azioni sistematiche e reiterate, volte a danneggiare la dignità, l’integrità psicofisica e la posizione lavorativa della vittima. Non si tratta di semplici conflitti interpersonali occasionali, ma di una vera e propria persecuzione intenzionale, che si protrae nel tempo e mira a escludere la persona dal contesto lavorativo.
Cosa può essere considerato mobbing?
Non tutti i comportamenti negativi sul luogo di lavoro possono essere considerati mobbing. Per configurarsi come tale, le azioni devono presentare alcune caratteristiche fondamentali:
- Sistematicità e ripetitività: non si tratta di un singolo episodio isolato, ma di una serie di comportamenti che si ripetono nel tempo, con una frequenza e una durata tali da creare un clima di terrore e disagio per la vittima.
- Intenzionalità: le azioni devono essere mirate a danneggiare la vittima, con l’obiettivo di isolarla, umiliarla o indurla alle dimissioni.
- Durata: il mobbing si protrae per un periodo di tempo significativo, generalmente superiore a sei mesi.
- Disparità di potere: spesso, ma non sempre, il mobbing è esercitato da una persona che ricopre una posizione di superiorità gerarchica rispetto alla vittima.
- Finalità persecutoria: l’obiettivo ultimo è quello di emarginare la vittima e di escluderla dal contesto lavorativo.
Tra i comportamenti tipici del mobbing rientrano:
- Attacchi alla persona: insulti, critiche continue, umiliazioni pubbliche, derisione, diffusione di pettegolezzi e calunnie.
- Isolamento sociale: esclusione dalle attività di gruppo, rifiuto della comunicazione, emarginazione.
- Demansionamento e svuotamento delle mansioni: assegnazione di compiti inutili, dequalificanti o eccessivamente difficili, privazione di responsabilità.
- Attacchi alla vita privata: critiche al modo di vestire, alla vita familiare, alle scelte personali.
- Violenze verbali o fisiche: minacce, intimidazioni, aggressioni (anche se meno frequenti).
Quali sono i vari tipi di mobbing?
Esistono diverse classificazioni del mobbing, a seconda del criterio utilizzato. La distinzione più comune è quella basata sulla posizione gerarchica dei soggetti coinvolti:
- Mobbing verticale: si verifica quando il mobber e la vittima occupano posizioni gerarchiche diverse. Si distingue in:
- Mobbing discendente (o bossing): esercitato da un superiore gerarchico nei confronti di un dipendente. È la forma più frequente.
- Mobbing ascendente: esercitato da un dipendente (o un gruppo di dipendenti) nei confronti di un superiore.
- Mobbing orizzontale: si verifica tra colleghi dello stesso livello gerarchico.
Altre tipologie di mobbing includono:
- Mobbing strategico: attuato dall’azienda per indurre il dipendente a dimettersi, evitando così il licenziamento.
- Mobbing emotivo: basato su attacchi alla sfera personale ed emotiva della vittima.
- Mobbing comportamentale: caratterizzato da azioni concrete come l’assegnazione di compiti umilianti o la privazione di strumenti di lavoro.
Cos’è il mobbing bianco?
Il mobbing bianco, o soft mobbing, è una forma di mobbing subdola e insidiosa, difficile da individuare perché si manifesta attraverso comportamenti apparentemente innocui, ma che mirano a isolare ed emarginare la vittima. Esempi di mobbing bianco sono: l’esclusione dalle informazioni importanti, la mancata considerazione delle sue opinioni, l’assegnazione di compiti marginali o la continua interruzione durante le conversazioni.
Cos’è lo straining sul lavoro?
Lo straining è una forma attenuata di mobbing, caratterizzata da un singolo episodio negativo, ma di particolare gravità, che può avere conseguenze psicologiche significative sulla vittima. A differenza del mobbing, non si tratta di una serie di comportamenti ripetuti nel tempo.
Quali sono i sintomi del mobbing sul lavoro?
Il mobbing può causare una vasta gamma di sintomi psicofisici, tra cui:
- Disturbi d’ansia e attacchi di panico.
- Depressione e sbalzi d’umore.
- Disturbi del sonno e insonnia.
- Difficoltà di concentrazione e memoria.
- Mal di testa, dolori muscolari e altri disturbi psicosomatici.
- Calo dell’autostima e senso di isolamento.
- Disturbi alimentari.
- In casi estremi, anche pensieri suicidi.
Come si fa a dimostrare il mobbing sul lavoro?
Dimostrare il mobbing non è semplice, ma è fondamentale raccogliere prove concrete. Ecco alcuni elementi utili:
- Diari e appunti: annotare date, orari, luoghi e descrizione dettagliata degli episodi subiti.
- Testimonianze di colleghi.
- Documenti: email, messaggi, memo, valutazioni del lavoro, certificati medici.
- Registrazioni audio o video (nel rispetto della legge).
- Certificati medici e perizie psicologiche.
Quali documenti servono per dimostrare il mobbing?
I documenti utili includono: diari personali, email e messaggi, valutazioni del lavoro, certificati medici e perizie psicologiche, testimonianze di colleghi.
Qual è il mobbing più frequente?
Il mobbing più frequente è il mobbing verticale discendente, esercitato da un superiore gerarchico nei confronti di un dipendente.
Cosa si rischia per una denuncia per mobbing?
Chi viene riconosciuto colpevole di mobbing può incorrere in diverse sanzioni: risarcimento del danno, sanzioni disciplinari (fino al licenziamento) e condanne penali (in caso di reati come ingiuria, diffamazione, lesioni o stalking).
Conclusione: quindi cos’è il mobbing?
Il mobbing è un fenomeno complesso e devastante, che richiede un approccio multidisciplinare per essere efficacemente contrastato. È fondamentale sensibilizzare i lavoratori e i datori di lavoro sulla sua esistenza e sulle sue conseguenze, promuovere una cultura del rispetto e della collaborazione negli ambienti di lavoro e fornire strumenti di supporto e tutela alle vittime. La consapevolezza e la prevenzione sono le armi più efficaci per combattere questa forma di violenza psicologica e costruire ambienti di lavoro più sani e produttivi. Se pensi di essere vittima di mobbing, non esitare a cercare aiuto e supporto da professionisti specializzati e a denunciare la situazione alle autorità competenti. Il silenzio non è una soluzione.
Fonte immagine per l’articolo Cos’è il mobbing: definizione, tipologie e come difendersi: Pixabay