Coming out: cos’è, le fasi e la differenza con l’outing
Il coming out è un momento cruciale nella vita delle persone della comunità LGBTQIA+. Ma cos’è il coming out esattamente e in che modo differisce dall’outing? Il termine coming out deriva dall’espressione inglese “to come out of the closet”, che significa “uscire fuori dall’armadio”. In italiano può essere reso come “uscire allo scoperto”. Si riferisce proprio all’atto di dichiarare il proprio orientamento sessuale o identità di genere alle persone attorno a noi. Comprendere cos’è il coming out è fondamentale per capire l’esperienza delle persone LGBTQIA+.
Le diverse fasi: un percorso non sempre lineare
Per comprendere appieno cos’è il coming out, è importante capire che non si tratta di un evento immediato, ma di un processo che si articola in diverse fasi. Innanzitutto, c’è la fase del coming out interiore, la più lunga e tortuosa. In questa fase, l’individuo comincia ad interrogarsi su sé stesso, su ciò che prova e su come si sente in determinati contesti sociali. Questa è la fase dei dubbi e delle domande, accompagnata poi dalla ricerca delle risposte: si comincia a sperimentare con il proprio corpo e modo di apparire, si fanno ricerche online e ci si confronta con altre persone della comunità LGBTQIA+. Fare coming out con sé stessi può essere complesso ed emotivamente stancante, a causa dello stigma che esiste ancora riguardo questi temi.
Il coming out in società: un percorso continuo e personale
Successivamente, avviene la seconda fase, quella del coming out in società. In questa fase, si comincia ad aprirsi con le persone a noi vicine, che sappiamo ci potranno sostenere. Lentamente, si deciderà se dichiararsi a tutti. Per coloro che non hanno familiarità con l’argomento, è fondamentale chiarire questo punto: questa fase non termina mai per davvero. Ogni volta che si conoscerà una persona nuova o si entrerà in un contesto sociale nuovo, l’individuo deciderà se esplicitare o meno questa parte di sé. Il coming out, quindi, è un processo continuo e personale.
Coming out: una scelta personale, non un obbligo
Il coming out non è obbligatorio né necessario, è qualcosa che deve venire dall’interno, è una scelta personale. Alcune persone continuano a tenere nascosto il proprio orientamento sessuale per tutta la loro vita, perché non si sentono al sicuro. Purtroppo, il coming out è spesso accompagnato dalla furia e dalla violenza di un genitore che non accetta l’orientamento sessuale o l’identità di genere del figlio e, non di rado, si diventa vittima di bullismo dei coetanei. Per questo motivo, è fondamentale rispettare la scelta di ogni individuo.
Outing: la differenza sostanziale con il coming out e i suoi rischi
Parlando di cos’è il coming out, sicuramente viene in mente il termine outing. Molte persone non sono familiari con questa parola, ma è importante sottolineare che è molto diverso dal coming out. Fare outing significa che terze parti espongono l’orientamento sessuale o l’identità di genere dell’individuo, senza il suo permesso e contro il suo volere. Coloro che fanno outing non sempre lo fanno con malizia, ma bisogna cercare di essere attenti: non sappiamo mai quando potremmo mettere in pericolo la vita di qualcuno. Il rispetto è la chiave quando si parla di coming out.
L’importanza della consapevolezza e dell’informazione sul coming out
In Italia, c’è ancora molta confusione su cos’è il coming out e sulle differenze con l’outing. Sono tantissimi gli italiani che hanno poca familiarità con questi temi. Dunque, è fondamentale informarsi e diffondere queste nozioni a chi non ne è a conoscenza. Solo attraverso la consapevolezza e l’informazione, si può creare una società più inclusiva e rispettosa verso tutte le persone, indipendentemente dal loro orientamento sessuale e dalla loro identità di genere. La conoscenza su cos’è il coming out è fondamentale per una società più accogliente.
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