Cos’è il nekomata? Si tratta di uno yōkai demoniaco del folklore giapponese: questa creatura è un gatto furbetto, dispettoso e fortemente ostile agli esseri umani. Infatti, il suo passatempo preferito è proprio quello di uccidere e divorare gli uomini! Nell’immagine in evidenza possiamo vedere perfettamente cos’è il nekomata: ritrae, infatti, un gatto demoniaco che assume l’aspetto di una donna intenta a suonare uno shamisen. Nell’immagine, lo yōkai si diverte a pizzicare le corde dello strumento mentre intona una canzone triste sulla sua specie.
Il nekomata è facilmente riconoscibile per la sua coda doppia o biforcuta e, nel tempo, la sua leggenda ha influenzato la visione dei giapponesi nei confronti del gatto domestico. Infatti, quest’ultimo potrebbe trasformarsi in nekomata col passare degli anni: a causa di questa credenza, all’epoca molti giapponesi solevano tenere in casa un gatto fino ad una certa età, per paura che questo si potesse trasformare in una creatura demoniaca.
Esistono due tipi di nekomata: quelli che, come detto poc’anzi, abitano in casa con gli umani e poi, invecchiando, si trasformano in yōkai; gli altri nekomata, invece, vivono sulle montagne. Il termine nekomata si può indicare con diversi kanji, come 猫又 o 猫爰. Il primo carattere che compone nekomata è, ovviamente, «neko» 猫, che significa «gatto». Il termine «mata» 又 potrebbe riferirsi alle due code del gatto demoniaco oppure potrebbe significare «ripetizione», poiché i gatti si trasformano in nekomata nella vecchiaia. Un altro kanji utilizzato è 爰, il quale potrebbe riferirsi alle scimmie e, di conseguenza, al passo svelto che hanno questi yōkai quando saltellano da un albero all’altro. Per capire appieno cos’è il nekomata, però, bisogna cominciare dagli albori…
Cos’è il Nekomata: tra origini e leggenda
La figura del gatto misterioso appare già nell’antica Cina, di preciso durante la dinastia Sui: infatti, i cinesi si riferivano a queste entità con i caratteri 猫鬼 («mao gui», spirito-gatto o gatto fantasma) e 金花猫 («jin hua mao», gatto dal fiore d’oro). La figura che si avvicina di più al nekomata giapponese è il xiānlí o senri (仙狸, l’ultimo carattere significa «gattopardo»), dei gatti-leopardo che acquisiscono il potere spirituale divino invecchiando: si possono trasformare in un bell’uomo o in una donna attraente per succhiare lo spirito degli esseri umani. Probabilmente, le leggende giapponesi che ci dicono cos’è il nekomata derivano proprio dai racconti cinesi dei gattopardi maligni.
Invece, la letteratura giapponese contiene tantissimi riferimenti che ci fanno capire cos’è il nekomata: compare per la prima volta nel Meigetsuki (1180 – 1241 circa) di Fujiwara no Teika che parla di un gatto demoniaco che, nella notte del 2 agosto 1233, avrebbe ucciso e mangiato diverse persone a Nara. Quest’opera descrive il nekomata come una bestia di montagna con «occhi come un gatto e un corpo grande come un cane». Oppure, nel saggio Tsurezuregusa (1330 – 1332) di Yoshida Kenkō, il nekomata viene descritto così: «vive nei recessi delle montagne, e la gente dice che mangia gli esseri umani». Secondo le raccolte di kaidan – storie del terrore giapponesi – Tonoigusa e Sorori Monogatari, i nekomata si nascondono nelle montagne per mutare forma e trasformarsi in esseri umani.
Per capire appieno cos’è il nekomata e la sua influenza, bisogna guardare anche al presente. Infatti, quando una leggenda diventa così famosa e nota al grande pubblico, pian piano diventa una solida realtà: basti pensare che molti giapponesi del periodo Edo credevano realmente all’esistenza del nekomata, tant’è che i gatti domestici venivano tenuti in casa fino ad una certa età oppure si tagliava loro la coda per evitare che diventasse doppia o biforcuta. Il timore che il proprio gatto domestico diventasse un demone era così diffuso che molti giapponesi passarono ad allevare i Bobtail, ovvero una razza felina priva quasi completamente di coda.
Caratteristiche e poteri del gatto più demoniaco degli yōkai felini
Il folklore giapponese contiene yōkai felini in enorme quantità, ma per comprendere nel dettaglio cos’è il nekomata e per cosa si distingue dagli altri bisogna guardare alla presenza delle due code. Ultimo ma non meno importante, il nekomata si distingue perché è lo spirito-gatto più malvagio di tutti gli altri, non ha alcuna qualità redentrice. Il bakeneko è un altro yōkai felino che viene spesso confuso con il nekomata: la distinzione tra i due è ambigua, ma la differenza principale è che il secondo possiede due code, mentre il bakeneko solo una. Inoltre, il nekomata ha un corpo più grande del bakeneko, parla più fluentemente la lingua degli umani ed è sempre crudele nei confronti degli esseri umani, senza alcuna eccezione.
Quando il gatto domestico si trasforma in demone, divora immediatamente il padrone assumendone la forma. Così, il nekomata diventa immortale e passa la sua vita a mangiare o a schiavizzare gli esseri umani, a provocare incendi di massa per vendicarsi su chi gli ha fatto del male e resuscitando i defunti per il proprio divertimento. Infatti, questo yōkai ha incredibili poteri di necromanzia – potere di evocare gli spiriti dei morti – che, tramite delle simpatiche danze rituali, permettono al demone di controllare i defunti. Ecco cos’è il nekomata in breve, uno degli yōkai più maligni ma affascinanti!
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