Cos’è la bibliomanzia? Si tratta di un metodo di divinazione tramite libri. Una pratica mantica antica e misteriosa che appassiona sempre più e che “accende” le menti più curiose.
L’etimologia della parola bibliomanzia è composta da due parole, rispettivamente derivate da biblíon ‘libro’ e mántis ‘indovino, profeta’.
Che cos’è la bibliomanzia?
Il metodo alla base della bibliomanzia è molto semplice. In passato occorreva un libro sacro, considerato profetico che un indovino o consultante aprirà dopo aver pronunciato a voce alta una domanda.
Aperto il libro, il consultante si fermerà su una pagina a caso e dunque su una frase a sua volta a caso. Tale azione poteva essere svolta ad occhi aperti, oppure “al buio”, quindi dopo aver chiuso gli occhi si apriva il volume scelto, indicando su una pagina a caso, una frase o una parola. Il “risultato” della scelta rappresenta la risposta ad una possibile domanda, arrivata (si credeva) per volere Divino.
La bibliomanzia ha origini antiche, riconducibili all’antica Grecia; tuttavia tale pratica raggiunse la massima espressione durante il Medioevo. I metodi utilizzati erano due:
- Il primo prevedeva che i consultanti lasciassero aprire il libro al vento; in questo modo le pagine si muoveranno in modo del tutto casuale.
- Con il secondo metodo, un bibliomante, una persona esperta, sfogliava il libro con occhi chiusi e sceglieva la pagina che avrebbe risposto in qualche modo al quesito sul futuro.
I primi testi ad essere usati in epoca greca furono quelli omerici, a cui in seguito si aggiunse l’Eneide di Virgilio, sostituite poi con la Bibbia. Questa pratica continuò anche in età moderna, e fu usata anche dal celebre poeta Francesco Petrarca.
L’Iran è stato uno dei luoghi in cui la bibliomanzia si è sviluppata maggiormente, dove per tantissimi anni è stato utilizzato come testo base da consultare e da interpretare il canzoniere di Hāfez mistico e poeta persiano. Anche in questo caso il metodo era quello tradizionale, si apriva un libro a caso e se ne leggevano due versi alla volta.
Un episodio di bibliomanzia viene narrato anche da Sant’Agostino nelle Confessioni a proposito della sua conversione: mentre era raccolto in meditazione, gli parve di sentire le voci di alcuni bambini, che, giocando all’esterno, dicevano tolle, lege (“prendi e leggi”). A quel punto, avrebbe aperto a caso un libro della Bibbia che aveva con sé e gli occhi gli sarebbero caduti sulla frase di San Paolo. La lettura di questa frase sarebbe stata decisiva per la decisione del Santo di convertirsi.
La bibliomanzia oggi, tra curiosità e divieti
Cos’è la bibliomanzia probabilmente non è chiaro a tutti, ma chi ne ha consapevolezza, oggigiorno usa tale pratica con assoluta leggerezza, consapevole dei limiti propri dei dogmi divinatori. Non si utilizza più la Bibbia, ma libri recenti, classici italiani e stranieri, volumi ricchi di aforismi e chi più ne ha più ne metta. Ovviamente perché non provare? Si può sfogliare un libro a caso e scegliere una pagina sulla quale leggere una frase oppure una singola parola. Qualcosa di carino e leggero, soprattutto per chi ama leggere, ma anche per coloro che desiderano in qualche modo “giocare” con il proprio destino.
Nell’aprire un libro a caso e leggere una frase o un passo traendone consigli, indicazioni, suggerimenti.
Ovviamente interpretare i risultati della bibliomanzia è un processo personale e introspettivo, così come per i tarocchi.
Non esistono regole specifiche, è tutto un “gioco” di intuizione e presentimenti. Le frasi o semplicemente le parole che hanno catturato l’attenzione, si possono annotare su un taccuino per poi rileggerle, magari in un futuro avranno un altro significato.
Ricordiamo che dal punto di vista religioso, la chiesa ha vietato l’uso della bibliomanzia, anche se molti sacerdoti consigliano di consultare quotidianamente la Bibbia, leggendo un versetto a caso.
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