Cos’è la filosofia analitica: storia e sviluppo

Filosofia analitica: cos’è?

Cos’è la filosofia analitica? É una corrente filosofica che si è diffusa a partire dal Novecento e che ha interessato principalmente gli Stati Uniti e l’Inghilterra grazie al lavoro dei filosofi Frege, Russel, Moore e Wittgenstein
Obiettivo principale di questi filosofi era quello di applicare il metodo del positivismo logico del circolo di Vienna alle questioni filosofiche, il cui sviluppo ha avuto un forte impatto sullo studio del linguaggio. 

La filosofia analitica: i primi passi

Focalizzandoci su cos’è la filosofia analitica, facciamo un salto indietro per comprenderne le origini. I primi momenti della filosofia analitica si basano sul positivismo logico sostenuto da Wittgenstein con il suo Tractatus  e ai suoi successivi sviluppi, seguendo anche la scia di altri pensatori a lui contemporanei. A partire dagli anni cinquanta del Novecento, la filosofia di Wittgenstein non si serve degli stessi strumenti adottati dai neopositivisti, come il metodo scientifico o l’analisi logica, ma si focalizza maggiormente sugli obiettivi e sulla pragmatica del linguaggio. Originariamente, la filosofia analitica e il positivismo logico avevano in comune un atteggiamento anti-metafisico, incentrato sul principio di verificazione. Questo principio – anche conosciuto come verificazionismo – è un orientamento che necessita una verifica per accettare o validare un’ipotesi opponendosi al falsificazionismo. Quest’ultimo, sostenuto dal filosofo Karl Popper, considerava il verificazionismo come una teoria metafisica che però non andava di pari passo con gli ideali del Circolo di Vienna

Il metodo della filosofia analitica: cos’è?

La filosofia analitica  è concepita come strumento per indagare le ambiguità del linguaggio, rendendolo privo di contraddizioni e incomprensioni. È un vero e proprio metodo che si contraddistingue dalla filosofia continentale, con cui c’è un vero e proprio scontro per la sua impronta logico-razionale nelle argomentazioni, caratterizzato dalla presenza di una tesi e una antitesi

In cosa consiste la nuova analisi del linguaggio?

Abbiamo spiegato le origini e i motivi fondanti, cos’è la filosofia analitica, ma in cosa consiste la nuova analisi del linguaggio che ne emerge? A partire dalla sua influenza sulla filosofia inglese durante i primi anni quaranta del Novecento, Edward Moore si rese conto di dover adottare un diverso approccio sul piano linguistico, con metodologia realista e reminiscenze del suo metodo psicologico. Russel, ispirandosi al filosofo tedesco Frege e alle teorie matematiche di Whitehead, giunge a una teorizzazione linguistica e logica della matematica. Tra i più importanti contributi alla teoria analitica del linguaggio c’è il Tractatus logico-philosophicus di Wittgenstein, in cui confluiscono i pensieri di Russel e di Frege, al fine di arrivare ad una filosofia del linguaggio che riguardi gli argomenti  fondanti e caratterizzanti la filosofia dalla sua nascita, quali i problemi di matrice etica, gnoseologica e metafisica
A partire dal 1960 si diffonde l’analisi del linguaggio proposta da Austin con il suo libro How to do things with words, che vede il linguaggio come una serie di atti linguistici aventi una determinata forza, in particolare è stato posto l’accento sugli enunciati che descrivono la forza per compiere l’atto stesso.  Nella seconda metà del XX secolo, l’interesse di questi filosofi si rivolge maggiormente alla psicologia e alla mente, che sono la base delle principali attività umane .

Fonte immagine: Wiki commons

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