Diaspora ebraica: perché c’è stata, quando e dove

Diaspora Ebraica

Cosa si intende con “diaspora” e cos’è la diaspora ebraica?

La diaspora rappresenta la dispersione nel mondo di un popolo, costretto ad abbandonare il proprio paese di origine.

Definizione di diaspora e diaspora ebraica

Che cos’è la diaspora?

Con il termine diaspora si intende la dispersione nel mondo di un popolo, costretto ad abbandonare il suo paese d’origine. La diaspora ebraica è il fenomeno di dispersione degli ebrei al di fuori della Terra d’Israele. La diaspora ebraica ha avuto inizio nel VII secolo a.C., quando gli ebrei furono deportati in Babilonia come prigionieri di guerra. Tuttavia, la diaspora ebraica ha raggiunto il suo apice durante il Medioevo, quando gli ebrei si stabilirono in diverse parti del mondo, comprese l’Europa, l’Africa, l’Asia e l’America. Questa dispersone ha inciso profondamente sull’identità culturale e sul giudaismo.

Storia della diaspora ebraica

Origini della diaspora ebraica

La diaspora degli ebrei ha avuto inizio nell’VII secolo a.C. in seguito alle conquiste degli Assiri e poi dei Babilonesi degli antichi regni ebraici, e con la deportazione di una parte delle loro popolazioni. Da questo momento in poi comincia una fitta serie di migrazioni per la comunità ebraica, quindi da dispersione si comincia poi a parlare di migrazione.

La diaspora ebraica attraverso le epoche

Furono numerose le occasioni in cui la popolazione ebraica dovette abbandonare la Terra promessa per recarsi in luoghi lontani. La terra promessa è la Palestina, e Abramo avrebbe abbandonato la sua terra d’origine, ovvero la Mesopotamia, per rispondere alla chiamata di Dio e raggiungere la Palestina. Gli ebrei sono i figli spirituali di Abramo, motivo per cui il loro obiettivo è sempre stato il ritorno alla terra del padre. Molti di loro si recarono in Egitto o a Roma dove fondarono le comunità della diaspora, mantenendo i rapporti con la madrepatria.

Le conseguenze della diaspora ebraica

La diaspora ebraica nel Medioevo

Nel 66 d.C. ci fu la rivolta ebraica contro il dominio romano, la quale provocò l’intervento militare di Tito e Vespasiano. Nel Luglio del 70 d.C. Tito distrusse il Tempio di Gerusalemme, per soffocare la sommossa contro Roma e costrinse gli ebrei sopravvissuti a trasferirsi in altre città dell’Impero. La mancanza del Tempio costrinse gli ebrei a modificare alcuni aspetti della loro pratica religiosa. Ancora oggi per gli ebrei devoti è importante andare a pregare presso il Muro del Pianto, ovvero ciò che resta dell’antico Tempio.

La diaspora ebraica dalla Shoah a oggi

Il Tempio era stato costruito dal re Salomone intorno al 960 a.C. per essere “la casa di Dio”, e fu distrutto ben due volte, la prima volta completamente da Nabucodonosor II nel 586 a.C e poi successivamente dall’imperatore Tito nel 70 d.C. Secondo gli storici, nel 117 d.C. salì al potere l’imperatore Adriano, il quale decise di mutare la Gerusalemme distrutta pochi anni prima, in Aelia Capitolina: una città dedicata a Giove. Questa decisione fece adirare gli ebrei, che si ribellarono contro i romani negli anni 132-135 d.C., così che Adriano schiacciò la rivolta con una brutalità assurda: 580mila ebrei furono uccisi dai romani e centinaia di città e villaggi ebraici vennero distrutti. La discriminazione e l’intolleranza segnarono profondamente la storia e la cultura ebraica anche in epoche successive.

Dopo che nel 381 il cristianesimo divenne la religione ufficiale dell’Impero Romano, gli ebrei furono considerati una minoranza ostile. Essi potevano continuare a professare la loro fede, ma in condizioni di inferiorità politica: non potevano espandersi e costruire nuove sinagoghe, ma solo riparare quelle esistenti. Anche i musulmani permisero agli ebrei di continuare a praticare la loro religione, purché pagassero una tassa.

Situazione attuale degli ebrei nel mondo

Condizioni sociali e politiche degli ebrei oggi

Con la fine della Seconda guerra mondiale, nel 1948, nasce lo Stato d’Israele, affinché gli ebrei vittime della diaspora possano ritornare nella Terra dei Padri. Con la fine della seconda guerra mondiale, l’ONU riconosce il diritto ad avere un posto da chiamare casa, perciò la Palestina verrà equamente divisa in due stati, uno di etnia ebraica e l’altro palestinese. Il diritto a poter avere la possibilità di vivere serenamente nel proprio luogo natio ancora oggi non viene riconosciuto in molte parti del mondo. Questo tema è più attuale che mai, basti pensare alla popolazione palestinese che tutt’oggi subisce soprusi da parte di Israele. Questo diritto è stato privato ai siriani che nel 2011 si sono trovati in una guerra civile, di recente è stato privato alla popolazione ucraina, e a tanti altri popoli che, anche per sopravvivenza, sono costretti a spostarsi.

La diaspora ebraica è finalmente terminata nel 1948 dopo tanti secoli di discriminazioni e privazioni, ma la diaspora di tanti altri popoli non sembra giungere alla fine. L’adozione della Dichiarazione di indipendenza d’Israele il 14 maggio 1948 ha segnato la nascita dello Stato di Israele. La Dichiarazione è stata firmata dai leader della comunità ebraica e proclamava l’indipendenza di Israele come stato ebraico e democratico. Tuttavia, la nascita di Israele è stata accolta con entusiasmo dalla maggior parte della comunità ebraica, ma ha anche portato ad una serie di conflitti con i palestinesi, che avevano vissuto nella regione per secoli. I palestinesi hanno contestato la creazione dello Stato di Israele e hanno iniziato a lottare per la loro indipendenza, iniziando un conflitto che dura ancora oggi.

Come vivono oggi gli ebrei? La condizione sociale degli ebrei oggi dipende dal Paese in cui vivono. In alcuni Paesi, gli ebrei godono di una posizione di prestigio e hanno raggiunto un alto livello di integrazione nella società. In altri paesi, gli ebrei possono ancora essere discriminati e sottoposti a pregiudizi. In generale, gli ebrei hanno una presenza significativa in molti paesi, e in molti di questi hanno ottenuto successo in diversi campi, come la scienza, l’arte, la letteratura e gli affari. Tuttavia, in alcuni paesi gli ebrei sono stati oggetto di persecuzioni e discriminazioni, come l’Olocausto durante la Seconda guerra mondiale. Oggi, gli ebrei continuano ad affrontare alcune sfide, come l’antisemitismo e il terrorismo, ma continuano a essere una comunità vibrante e attiva in tutto il mondo.

Immagine di copertina: Pixabay

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A proposito di Elisabetta Giordano

Sono Elisabetta Giordano, ho 23 anni e vivo a Napoli da 4 anni. Originariamente sono del capoluogo di regione più alto d’Italia, Potenza, in Basilicata. Studio Arabo e Spagnolo presso l’università degli studi di Napoli “L’Orientale” e lavoro presso un bar. Scrivo di qualsiasi cosa da quando sono bambina, diciamo che è una mia passione.

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