Chi era il dio Crono? Il titano della mitologia greca padre di Zeus, Poseidone, Era e Ade? E cosa simboleggiava?
Secondo quanto affermato dal poeta greco Esiodo nei versi della sua opera Teogonia, prima che il nostro mondo fosse abitato da un qualche essere vivente, esistevano solo quattro divinità primordiali: Caos, Gea (la Terra), il Tartaro ed Eros (la forza che vivifica l’universo). La Notte e il Giorno nacquero dal Caos mentre Gea generò Ponto (il mare), le montagne e Urano (il Cielo).
Essendo Urano sovrapposto a Gea, i due diedero alla luce degli esseri colossali: i Titani (i giganti per antonomasia del mito greco), i Ciclopi (giganti con un solo occhio che avrebbero servito Efesto nella sua officina sull’Etna) e gli Ecatonchiri (i giganti dalle cento braccia). Il gruppo dei Titani era guidato da Crono e sua moglie Rea, seguivano a questa coppia primordiale: Oceano, Ceo, Crio, Iperione, Giapeto, Teia, Teti, Mnemosine, Febe e Temi.
Dio Crono: il Titano che divorava i figli e il Tempo
Chi era il dio Crono? Origini e genealogia del Titano
Crono era uno dei Titani, figlio di Urano (il Cielo) e Gea (la Terra). Era il più giovane, ma anche il più ambizioso e astuto, dei suoi fratelli. La sua figura è complessa e ambivalente: da un lato è un dio crudele e tirannico, dall’altro è associato all’età dell’oro e alla fertilità.
Il mito del dio Crono: la lotta con Urano e la profezia
La Teogonia di Esiodo racconta dello scontro tra Crono e Urano; il figlio evirò il padre con un falcetto donatogli da Gea, stanca dei soprusi del marito, e liberò i suoi fratelli e le sue sorelle, che erano stati imprigionati da Urano nel Tartaro. Dopo aver perso, Urano avvisò Crono della sua imminente disfatta: sarebbe arrivato un giorno in cui un altro figlio avrebbe sconfitto il genitore e avrebbe preso il potere. Il dio Crono, spaventato dalla possibilità di essere sconfitto dalla sua progenie, decise di divorare tutti i figli generati con Rea: Poseidone, Ade, Era, Demetra, Estia. La moglie del titano decise di nascondere l’ultimo nato, Zeus, il quale crebbe sull’isola di Creta; mentre, il padre mangiò una pietra avvolta da un tessuto che simulava le fattezze di un neonato.
La Titanomachia: Zeus contro Crono e i Titani
Il futuro sovrano dell’Olimpo, una volta divenuto adulto, sfidò il padre e quest’ultimo fu costretto a vomitare i suoi figli. Egli liberò dalle catene i tre ciclopi Bronte, Sterope e Arge ed essi, come segno di gratitudine, forgiarono le famose saette che Zeus soleva scagliare in battaglia contro i nemici. Questa vicenda diede inizio alla Titanomachia: i Titani di Crono scalarono l’Olimpo per affrontare Zeus con i suoi fratelli e le sue sorelle. Gli Olimpici vinsero la battaglia e relegarono i furiosi giganti nel Tartaro affinché non potessero tornare sulla Terra.
Crono e il Tempo: il divoratore e il signore dell’età dell’oro
L’atto di divorare i propri figli ha portato Crono a essere associato al Tempo che tutto consuma e distrugge (in greco, infatti, “Crono” si scrive Κρόνος, mentre “tempo” si scrive Χρόνος, “Chronos”). Questa associazione, probabilmente, non è presente nel mito più antico ma è frutto di interpretazioni successive, in particolare di epoca ellenistica, e di un gioco di parole tra il suo nome e quello di Chronos. Crono, era anche visto come il sovrano dell’età dell’oro, un periodo di prosperità e pace in cui gli uomini vivevano in armonia con la natura e non conoscevano la vecchiaia, la malattia e la guerra.
Il culto di Crono nella Grecia antica: tra Orfismo e feste popolari
Goffredo Bendinelli, archeologo e storico dell’arte, scrisse una voce dell’Enciclopedia Italiana della Treccani del 1931. In questa voce, egli dimostrò l’importanza di questo mito popolare nella corrente filosofica dell’Orfismo.
[..] si esercitano intorno ad esso le interpretazioni mistiche predilette delle sette orfiche. Per questa via il mito, rielaborato profondamente e destinato a una nuova popolarità, ci presenta C.[Crono], sempre più considerato da un punto di vista terreno, come il sovrano (basileus) immortale di quel mondo fantastico (mondo dei Beati, o Isole Beate, di là dall’Oceano), in cui si rifugia la felicità degli uomini nella vita eterna. Questa versione è lo sviluppo dell’altra secondo la quale [..] [Crono] avrebbe esteso il suo dominio sulla terra nel primo periodo felice dell’umanità: l’età dell’oro. Sotto il regno di C.[ Crono] gli uomini innocenti non si sarebbero cibati che dei prodotti della terra; di qui il culto di Crono-Saturno come dio delle messi.
(Fonte Dizionario Treccani- Enciclopedia Italiana (1931)
Nonostante la sua fama di titano crudele, Crono era oggetto di venerazione in molte località del mondo greco. Ad Atene, per esempio, si celebravano le Cronie, feste annuali che si tenevano nel mese di Ecatombeone (corrispondente ai nostri luglio-agosto), durante le quali veniva commemorata l’età dell’oro e si sovvertivano temporaneamente le gerarchie sociali, con banchetti e giochi a cui partecipavano sia padroni che servi.
Crono e Fanes nell’Orfismo
Nell’Orfismo, una corrente religiosa e filosofica misterica diffusa in Grecia a partire dal VI secolo a.C., Crono assume un ruolo cosmogonico di primo piano. Viene identificato con Fanes, la divinità primordiale nata dall’uovo cosmico, principio di vita e di luce. Questa identificazione sottolinea ulteriormente il legame tra Crono e il concetto di tempo, inteso come forza creatrice e ordinatrice del cosmo.
Le Cronie: feste in onore di Crono ad Atene
Le Cronie celebravano il ritorno simbolico all’età dell’oro, un’epoca di abbondanza e di uguaglianza. Durante queste feste, le differenze sociali venivano temporaneamente abolite e gli schiavi potevano godere di una libertà eccezionale. Le Cronie rappresentano un’importante testimonianza del culto di Crono in Attica e del suo legame con la fertilità e il rinnovamento ciclico della natura.
Crono e Saturno: analogie e differenze tra Grecia e Roma
Il dio Crono fu associato alla divinità italica Saturno nella Roma antica, lo stesso Bendinelli affermò che Saturno si differenziava dal corrispettivo greco dal momento che non sarebbe stato un divoratore dei proprî figli, né sarebbe stato privato del trono con la forza, ma si sarebbe ritirato dal potere per la troppa età, lasciando il regno ai figli e riservandosi di esercitare i suoi poteri una volta all’anno tra i mortali. Il poeta Ennio fu portavoce della credenza dell’arrivo di Saturno in terra italica, il quale insegnò ai locali i segreti dell’agricoltura. Proprio per questo motivo, nell’antica Roma si festeggiavano i Saturnalia. Si trattava di feste invernali dedicate al titano paragonabili alle attuali festività di Natale, poiché, solevano scambiarsi dei piccoli doni.
I Saturnalia: feste romane in onore di Saturno
I Saturnalia erano una delle feste più importanti e sentite del calendario romano. Si celebravano dal 17 al 23 dicembre e rappresentavano un periodo di grande allegria e di sovvertimento delle regole sociali. Durante i Saturnalia, gli schiavi potevano godere di una temporanea libertà, i tribunali erano chiusi e si organizzavano banchetti, giochi e spettacoli. Era usanza scambiarsi doni, in particolare candele e statuette di terracotta. Come le Cronie, anche i Saturnalia erano legati al ricordo di un’antica età dell’oro e alla celebrazione del rinnovamento e della fertilità.
Come veniva raffigurato Crono?
Nell’arte antica, Crono veniva spesso raffigurato come un uomo anziano e barbuto, con in mano un falcetto, l’attributo che lo lega sia alla castrazione di Urano che al suo ruolo di divinità agricola. A volte, è rappresentato mentre divora i suoi figli, una scena drammatica che sottolinea la sua natura ambivalente. Nell’iconografia orfica, invece, Crono-Fanes è spesso rappresentato come un essere androgino alato, avvolto da un serpente e con una testa di leone o di ariete, simbolo di forza e regalità.
L’eredità del dio Crono nella cultura moderna
La figura di Crono, con le sue molteplici sfaccettature, continua a esercitare un certo fascino anche nella cultura moderna. Lo ritroviamo in numerose opere letterarie, artistiche e cinematografiche, spesso reinterpretato in chiave simbolica o allegorica. Ad esempio, nella saga di “Percy Jackson e gli dei dell’Olimpo” di Rick Riordan, Crono è il principale antagonista, un titano malvagio che vuole distruggere l’Olimpo e instaurare un nuovo ordine mondiale.
Conclusione: il fascino eterno del dio Crono
Crono è una delle figure più complesse e affascinanti della mitologia greca. Dio del tempo, dell’agricoltura e dell’età dell’oro, ma anche tiranno spietato e padre snaturato, Crono incarna le contraddizioni e le ambiguità dell’animo umano. La sua storia, tramandata da miti e leggende, continua a parlarci di potere, di ribellione, di tempo che scorre e di cicli che si rinnovano, mantenendo intatto il suo fascino a distanza di millenni.
Fonte immagine di copertina per l’articolo sul Dio Crono: Pixabay