Divinità dei fenici: chi erano?

divinità dei Fenici

Le divinità dei Fenici: un viaggio nella mitologia fenicia

I Fenici erano una popolazione semitica risalente a circa 3.500 anni prima della nascita di Cristo, ma una civiltà vera e propria si sviluppò mille anni dopo, cioè 2.000 anni fa. Abitarono in territori del Libano, in una precisa zona chiusa tra le montagne dell’est e dell’ovest, a ridosso dell’Asia e dell’Africa. Furono abili navigatori e commercianti, e fondarono numerose colonie in tutto il Mediterraneo, tra cui Cartagine, Mozia, Tharros, Nora, Sulcis e Cadice. La loro civiltà, fiorente soprattutto tra il XII e il VI secolo a.C., è nota per l’invenzione dell’alfabeto fenicio, da cui derivano molti alfabeti moderni, e per la produzione e il commercio della porpora, un prezioso colorante rosso. In realtà non si potrebbe nemmeno parlare di civiltà fenicia in senso proprio, in quanto le loro città-stato, come Sidone, Tiro e Biblo, non si sono mai identificate come appartenenti ad un gruppo comune e per questo non si sono mai realmente unite per formare un’unica entità politica. Anche se non si posseggono scritti mitologici, liturgici e profetici, sappiamo con certezza che essi non svilupparono mai il concetto di un solo Dio supremo, pertanto parliamo di più divinità dei Fenici, da sempre politeisti.

Chi erano i Fenici: origini e storia di una civiltà

Per comprendere appieno il mondo delle divinità dei Fenici, è utile fare un passo indietro e considerare le origini di questo popolo. I Fenici, noti anche come Canaanei nelle fonti bibliche, erano una popolazione di lingua semitica stanziata lungo la costa del Levante. Abili navigatori e commercianti, i Fenici stabilirono una vasta rete di rotte commerciali e fondarono numerose colonie in tutto il Mediterraneo.

Le divinità dei Fenici: politeismo e cosmogonia

Il loro concetto sull’origine del mondo parte dall’unione del Caos primitivo con una divinità, da cui nacque l’uovo cosmico, dalla cui divisione si generò il Cielo e la Terra. La cosmogonia fenicia, simile a quella di altre culture antiche, riflette la loro visione del mondo e il loro rapporto con le forze della natura. La religione dei Fenici era politeista, con un vasto pantheon di divinità, ognuna con i propri attributi e sfere di influenza.

Le principali divinità dei Fenici: El, Balaat e Baal

Come si è già accennato, la vasta famiglia delle divinità dei Fenici comprende diverse figure di divinità ben distinte tra loro; ne sono più di settanta, ma andremo ad analizzare quelle più importanti della mitologia fenicia. Importanti erano due categorie di divinità dei Fenici: la poliade, ossia protettrice di una città (una per ogni città fenicia); e quelle della paredra, al fianco della poliade, meno rilevante e generalmente del sesso opposto. Le figure importanti in questo mosaico di divinità dei Fenici erano gli dèi El, Balaat e Baal, trinità cardine del sistema religioso fenicio. El era il creatore del mondo, un Dio lontano dall’uomo, in quanto inafferrabile ed irraggiungibile; Balaat era sua moglie, simbolo di maternità, considerata una sorta di grande madre, colei che dava calore, fertilità e sicurezza all’uomo ed era anche nota come Ashera (ibrido felino tipico della mitologia semitica); ed infine il loro figlio Baal, dio della pioggia e della vegetazione, il quale ogni anno moriva e risorgeva per rappresentare il passaggio delle stagioni. Egli, oltre ad essere il più venerato tra tutte le divinità dei Fenici, era legato all’elemento del fuoco, ravvivante per Baal, in quanto simbolo di rigenerazione e di resurrezione. Baal era spesso associato a Melqart, dio protettore della città di Tiro, e a Eshmun, dio della guarigione.

Kusor, Shadrapa, Reshef e altre divinità minori

Altre divinità dei Fenici considerate secondarie erano Kusor, dio del mare e guardiano delle stagioni, identificato con il greco Poseidone e il romano Nettuno; Shadrapa, patrono dei medici; Reshef, dispensatore di tuoni e fulmini, associato al dio della guerra e delle epidemie; Misor e Sydyk, divinità della giustizia; Hijon, protettore degli artigiani e degli industriali; Dagon, signore del grano e Astarte, dea guerriera della fertilità, assimilabile alla greca Afrodite e alla romana Venere. Tra le altre divinità dei Fenici, possiamo ricordare anche Chusor, dio della metallurgia, Mot, dio della morte, Yam, dio del mare, Anat, dea della guerra e dell’amore, Shapash, dea del sole, e Yarikh, dio della luna.

I sacrifici alle divinità dei Fenici: il moloch e il fuoco

L’uomo per le divinità sacrificava prodotti della terra, animali e bambini. Il sacrificio dei bambini, chiamato moloch, per quanto possa sembrare oggi raccapricciante, era un elemento tipico del sistema religioso fenicio. In occasione di guerre, carestie, epidemie o di altri momenti di difficoltà, i primogeniti appena nati venivano immolati nel fuoco, nella convinzione che ciò li trasformasse in esseri protettori della famiglia e della comunità in generale. Il fuoco era l’elemento ravvivante per Baal, in quanto divinità dei Fenici simbolo di rigenerazione e di resurrezione. Si credeva, inoltre, che egli volesse il sorriso sulle labbra per una madre che sacrificava il figlio e per questo erano vietati pianti e lamenti in queste circostanze. Le urne con le ceneri dei bambini erano quindi seppellite sulle pendici di piccole alture, chiamate tofet, che diventavano poi luoghi di culto. I tofet erano santuari a cielo aperto, situati fuori dalle mura cittadine, dove venivano deposte le urne cinerarie dei bambini e degli animali sacrificati.

L’influenza delle divinità dei Fenici sulle altre culture

Dunque, la mitologia dei Fenici è una delle più antiche mitologie del Mar Mediterraneo; si pensi che il filosofo Eusebio disse: “la maggior parte delle teogonie sparse nel mondo sono venute dai Fenici e dagli Egizi”. Essa non è una mitologia chiusa, ma sono riconosciuti notevoli ed importanti collegamenti, ed influenze con altre popolazioni di quei secoli, come la mitologia mesopotamica, la mitologia egizia e la mitologia greca. La religione fenicia, infatti, presenta diversi punti di contatto con le religioni delle culture circostanti, in un processo di sincretismo religioso che ha portato all’assimilazione di divinità e culti stranieri. Anche se non ci sono pervenute statue sulle divinità dei Fenici a causa del diffuso aniconismo, cioè divieto di raffigurazione del volto umano e divino come precetto di alcune religioni, abbiamo potuto far tesoro di affascinanti informazioni sulle divinità dei Fenici, grazie a fonti come Sancuniatone e Filone di Biblo, a iscrizioni fenicie e a reperti archeologici, che ci hanno permesso di ricostruire, seppur parzialmente, il ricco e complesso pantheon di questa affascinante civiltà.

Fonte per Divinità dei Fenici: chi erano?: Wikipedia

 

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