Il candomblé è un vero esempio di sincretismo tra le religioni degli schiavi africani deportati in Brasile nel periodo compreso tra il XVI e il XIX secolo e il cattolicesimo dei colonizzatori portoghesi. Le divinità del candomblé sono gli orixá, essenza spirituale di tutte le forze della natura: in quest’articolo vedremo chi sono e qual è il loro compito.
Cos’è il candomblé?
Il candomblé affonda le sue radici nei popoli dell’Africa occidentale, in particolar modo le tribù yoruba e bantu. Questa religione si basa sulla venerazione di divinità antropomorfe che corrispondono ai fenomeni naturali (l’acqua, il fuoco, i tuoni e così via) e sono in grado di influenzare, nel bene o nel male, la vita quotidiana.
Fu con la tratta degli schiavi che il candomblé giunse in Brasile: nelle piantagioni di caffè gli africani, provenienti da diversi gruppi etnici, uniformarono le proprie credenze e i propri riti, noti come nazioni (che differivano, sotto alcuni aspetti, a seconda della tribù di appartenenza). Tuttavia, siccome le religioni africane erano severamente proibite da parte dei colonizzatori, gli schiavi iniziarono ad abbracciare la fede cattolica. In apparenza, per aver salva la vita professavano la nuova religione ma, di nascosto, continuavano a praticare i rituali animisti dei loro antenati.
Soltanto a partire dall’effettiva abolizione della schiavitù in Brasile, nel 1888, il candomblé riuscì a diffondersi in tutto il Paese, soprattutto nello stato di Bahia, dove si ebbe la maggiore concentrazione di schiavi. Così come nella religione cristiana, anche nel candomblé esiste una specifica struttura gerarchica. A capo di essa è presente un sacerdote, che può essere tanto un uomo quanto una donna, noto rispettivamente come pai-de-santo (Babalorixá) o mãe-de-santo (Ialorixá), seguito dal Babaegbé o dalla Iyaegbe, che ha il compito di far rispettare l’ordine all’interno della gerarchia. Poi vi sono la Yabassé, che è responsabile delle offerte alimentari per le divinità e l’Axogun, che compie i sacrifici rituali. Infine, abbiamo i filhos de santo, ovvero i fedeli. I rituali avvengono nei terreiros, in un primo momento spazi aperti come campi o foreste, mentre oggigiorno sono solitamente le case in cui vivono i sacerdoti.
Gli orixá
Gli orixá (o orisha) furono inviati sulla terra da Olorum, essere supremo creatore dell’universo, affinché aiutassero gli esseri umani insegnando loro come vivere sul nostro pianeta. La maggior parte degli orixá si è reincarnata in uomo (o donna), pur esistendo da molto tempo prima che fosse creata la specie umana. Inizialmente si trovavano nell’Orum, considerato comunemente il cielo ma, in realtà, rappresenta una dimensione spirituale da cui ha origine tutto. Altri orixá, invece, erano esseri umani che si sono trasformati in divinità per via di azioni straordinarie compiute in vita o per possedere grande saggezza; inoltre, sarebbero nati con poteri soprannaturali e avrebbero avuto il controllo di alcuni fenomeni naturali.
Durante il periodo della schiavitù in Brasile, quando agli schiavi era proibito professare la propria religione e furono costretti con la forza a convertirsi, ad ogni orixá venne associato un santo cattolico in base a qualche caratteristica che aveva in comune con la divinità del candomblé. In questo modo, il culto degli orixá era mantenuto vivo e, almeno apparentemente, mascherato agli occhi dei colonizzatori.
Per ottenere la benevolenza degli orixá vengono compiuti sacrifici animali, nei terreiros gli viene offerto del cibo che sia di loro gradimento (ogni orixá ha una precisa alimentazione) e si eseguono danze caratterizzate da complesse coreografie e vari tipi di musica sacra. Per comunicare con il nostro mondo, queste divinità si servono della possessione dei fedeli, ai quali trasferiscono le proprie caratteristiche; è importante sottolineare che ogni persona è in grado di essere il tramite esclusivamente della sua divinità protettrice. In ogni santuario sono venerate tutte le divinità: nelle case più grandi ad ognuna di esse è dedicata una stanza specifica, in quelle più piccole si trovano tutte in una sola (quarto de santo).
Tra le divinità del candomblé, sono sedici quelle che vengono venerate in ogni terreiro in Brasile. Alcune di esse sono:
·Exu ⇒ considerato come il messaggero tra gli uomini e gli dei, è una divinità dal carattere ambivalente, considerato il più umano tra gli orixá. Irascibile e violento, è contrario alle convenzioni sociali e assume le caratteristiche di un trickster (essere furbo, bugiardo e bravo ad ingannare gli altri). È il dio degli incroci, nonché guardiano della parte esterna delle case e dei templi. È legato alla sessualità maschile e viene associato al diavolo della tradizione cristiana.
·Xangô ⇒ è l’orixá del fuoco, nonché dei fulmini e dei tuoni. Personaggio realmente esistito, re della città di Oió, è forte e temuto e ama fare giustizia, castigando ladri e malfattori.
·Iemanjá ⇒ è considerata la madre di tutti gli orixá ed è la signora del mare, oltre ad essere legata alla fertilità femminile e alla maternità. Nata dalla spuma marina come la dea Venere, dal punto di vista cattolico è associata alla Vergine Maria. È tra le divinità più importanti del candomblé, in quanto la sua figura rimanda alla Grande Madre, dea primordiale presente in molte tradizioni del mondo.
·Oxum ⇒ è la regina delle acque dolci e orixá della bellezza, della ricchezza e della fertilità. Raffigurata come una donna adornata di gioielli dorati che si osserva in uno specchio, è associata sia alla ricchezza materiale che spirituale. È uno degli orixá più giovani.
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