Dolcetto o scherzetto: storia di questa famosa tradizione
La tradizione di fare “dolcetto o scherzetto” è estremamente diffusa nei Paesi anglosassoni e, nonostante in Italia questa usanza non sia altrettanto diffusa, è comunque molto conosciuta, anche solo per le centinaia di serie e film americani che ce l’hanno mostrata come una ricorrenza imprescindibile per tutti i bambini e ragazzini che, travestiti con costumi a tema, bussano alle porte dei loro vicini in cerca di dolcetti. Ma da dove nasce l’usanza del “trick or treat?” (“dolcetto o scherzetto?”) Scopriamolo.
Le origini del dolcetto o scherzetto
Tutto risale all’epoca dei Celti, in cui il giorno di Halloween rappresentava la fine dell’estate e, con l’autunno, l’inizio del raccolto, che indicava anche l’inizio dei periodi freddi dopo la bella stagione. Inoltre si credeva che nel giorno di Halloween il confine tra vivi e morti si facesse più sottile, e gli spiriti vagassero sulla Terra. Ecco perché le popolazioni celtiche lasciavano cibo fuori la porta: per ringraziare gli spiriti dell’abbondanza del raccolto e per non ricevere scherzi.
Le usanze del souling e del guising, antenate del dolcetto o scherzetto
Successivamente, a partire dall’epoca medievale, in Irlanda, si è diffusa la pratica del souling, ossia chiedere cibo in cambio di preghiere. I Souler, soprattutto poveri e bambini, bussavano alle porte a chiedere dolcetti in cambio delle preghiere per i defunti, e così ricevevano le Soul cakes, ossia dolcetti preparati apposta per questa occasione, sui quali veniva disegnata sopra una croce. I Souler a volte cantavano anche canzoni accompagnate da strumenti musicali.
Ecco che quindi un’usanza di tradizione pagana era stata inserita nella cultura cristiana. Successivamente, si perse l’abitudine di cucinare le Soul cakes e si offrivano invece mele e noci; insomma una fase di transizione che avrebbe poi portato all’usanza di dare dolciumi ai piccoli che li chiedevano con la famosa frase “dolcetto o scherzetto”. Ciò che più si avvicina alla pratica del dolcetto o scherzetto moderno è il guising, di tradizione scozzese, ossia appunto il mascherarsi e bussare alle porte in cerca di cibo. La differenza è che con il guising non c’era più la questione delle preghiere, ma dovevano cantare una canzone o narrare una storia prima di ricevere il cibo, che era di solito della frutta.
Il cibo ha quindi un ruolo importante nella “festa dei morti” nel corso delle varie epoche, non solo per ciò che riguarda dolcetto o scherzetto. Non a caso, come abbiamo precedentemente detto, la festa dei morti dei Celti era strettamente legata al raccolto e quindi al cibo. Gli antichi Romani pensavano che le fave fossero il cibo dei morti e anche una sorta di congiunzione tra i vivi e l’aldilà. Durante la commemorazione dei morti, le fave venivano offerte ai poveri.
In effetti, ancora oggi, in varie zone d’Italia, per il giorno di Ognissanti si preparano pietanze in commemorazione dei defunti.
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