Drusilla Tanzi: la Mosca di Montale, l’anima oltre le apparenze

Drusilla Tanzi

Drusilla Tanzi: la Mosca di Montale, l’anima oltre le apparenze

“Ho conosciuto una simpatica e intelligente sua ammiratrice… porta il bizzarro nome di Drusilla…” Così scriveva Eugenio Montale a Italo Svevo nel giugno del 1927. Parole che segnano l’inizio di una delle storie più affascinanti della letteratura italiana del Novecento, quella tra il poeta e Drusilla Tanzi, figura centrale nella sua vita e nella sua ispirazione poetica. Nata a Milano il 5 aprile 1885, sorella di Lidia Tanzi (madre di Natalia Ginzburg, che la ricorderà in Lessico famigliare) e di Silvio Tanzi (ricordato in una poesia di Satura, Xenia I, 13), Drusilla sposa nel 1910 il critico d’arte Matteo Marangoni, da cui ha un figlio, Andrea. Appassionata studiosa di Svevo, Drusilla Tanzi si muove nell’ambiente della rivista fiorentina Solaria. Proprio a Firenze, nel 1927, incontra Eugenio Montale. Drusilla, in seguito a una forte miopia, era costretta a portare spessi occhiali e per questo verrà soprannominata “Mosca“, senhal che diventerà ricorrente nella poetica montaliana.

Drusilla Tanzi: l’incontro con Eugenio Montale e il soprannome “Mosca”

L’incontro tra Drusilla Tanzi e Eugenio Montale avviene, come detto, a Firenze, dove la donna viveva con il marito Matteo Marangoni e il figlio Andrea. Drusilla, appassionata studiosa e amica di Italo Svevo, frequentava il gruppo di intellettuali riuniti attorno alla rivista Solaria. L’intesa tra i due è immediata, e nel 1939 Drusilla e Montale iniziano una convivenza a Firenze che, sebbene non priva di ombre e difficoltà, segnerà profondamente l’esistenza di entrambi e troverà poi eco nell’opera del poeta. In particolare, Montale ospita la Tanzi nella sua casa fiorentina, consolidando un legame che diverrà indissolubile. Sarà proprio lo spessore degli occhiali, resi necessari dalla forte miopia di Drusilla, a ispirare il soprannome con cui Montale la immortalerà nella sua poesia: Mosca. Questo senhal diverrà ricorrente, un simbolo affettuoso e al tempo stesso emblematico della loro relazione.

Il legame non convenzionale tra Drusilla Tanzi e Montale nell’Italia fascista

Il loro è un legame profondo che sfida le convenzioni sociali dell’Italia fascista, impegnata nella celebrazione del culto della famiglia tradizionale e della donna come madre e moglie modello. Montale non era un uomo celebre per essere fedele e negli anni 30’ intraprende una relazione con Irma Brandeis, un’italianista americana. Montale dedica a Drusilla numerose liriche, soprattutto dopo la sua scomparsa, nella raccolta Xenia, benché la presenza di Mosca sia già rintracciabile ne La bufera e altro. La loro relazione si sviluppa in un contesto storico e sociale complesso. La scelta di vivere insieme, al di fuori del vincolo matrimoniale, rappresenta una trasgressione alle norme imposte dal regime. La loro unione è basata su una profonda affinità intellettuale e su un affetto sincero, che resiste alle pressioni esterne e alle difficoltà della vita.

Irma Brandeis, la Clizia di Montale: una relazione parallela

Negli anni Trenta, Montale intreccia una relazione con la studiosa americana Irma Brandeis, che diviene la sua nuova musa ispiratrice, Clizia. A lei, Montale dedica la celebre “Ti libero la fronte dai ghiaccioli”. Irma incarna l’ideale della “donna angelo”, una figura di salvezza per il poeta e per l’umanità. Nonostante questa importante relazione, Mosca non abbandona Montale. Accetta, per qualcosa di più grande, quel rapporto semi-clandestino con la Brandeis. Secondo una lettera, Montale impedisce per ben due volte il suicidio di Drusilla, preoccupata dalla possibile partenza di Eugenio per gli Stati Uniti. Partenza che non avverrà mai. Dopo anni di convivenza, Drusilla e Montale si sposano il 23 luglio 1962. La loro unione viene però interrotta bruscamente l’anno seguente dalla morte di Drusilla, avvenuta in seguito alle complicazioni di una caduta con conseguente rottura del femore.

“Ho sceso dandoti il braccio”: la poesia di Montale che celebra Drusilla Tanzi

Se non è tanto la vita, è il modo in cui Eugenio sopravvive a Drusilla Tanzi, e soffre, e medita, e capisce ciò che la figura di questa minuta donna miope gli ha lasciato dietro a rendere la loro storia unica nel panorama della letteratura italiana. La grandezza di Drusilla, la sua essenza, emergono con straordinaria forza nella poesia che Montale le dedica dopo la sua morte, in particolare nella celeberrima “Ho sceso dandoti il braccio”, parte della raccolta Xenia.

Il “milione di scale” e il vuoto: la metafora della vita senza Drusilla

Ho sceso, dandoti il braccio, almeno un milione di scale / e ora che non ci sei è il vuoto ad ogni gradino. Con questi versi, Montale apre la sua accorata elegia dedicata a Drusilla. La metafora delle scale, iperbolicamente quantificate in “almeno un milione“, rappresenta la quotidianità condivisa, la lunga vita trascorsa insieme. Ora, dopo la morte di Drusilla, ogni gradino è vuoto, simbolo di una solitudine incolmabile. Il poeta prosegue il suo cammino esistenziale, ma la sensazione di vuoto e di nostalgia è opprimente. Anche così è stato breve il nostro lungo viaggio. Il ricordo della vita coniugale, pur nella sua durata, appare ora fugace e irrimediabilmente perduto.

Le “vere pupille” di Drusilla Tanzi: una guida oltre le apparenze

Ho sceso milioni di scale dandoti il braccio / non già perché con quattr’occhi forse si vede di più. / Con te le ho scese perché sapevo che di noi due / le sole vere pupille, sebbene tanto offuscate, / erano le tue. In questi versi toccanti, Montale rivela il ruolo fondamentale di Mosca nella sua vita. Nonostante la miopia, Drusilla possedeva una visione interiore acuta, una capacità di cogliere l’essenza delle cose che andava oltre le apparenze. Lei era la vera guida del poeta, colei che lo aiutava a districarsi tra le insidie della realtà, a comprendere il senso profondo dell’esistenza. Se Montale aiutava la moglie a scendere le scale, Drusilla aiutò il marito a scorgere il senso profondo delle cose, rendendolo al di sopra delle trappole e degli scorni.

Xenia: gli epigrammi di Montale, un dono per l’amata Drusilla Tanzi

Gli “xenia”, nella tradizione letteraria che risale al poeta latino Marziale, erano i “doni da inviare all’ospite”. Montale sceglie questo titolo per la raccolta di epigrammi dedicati a Drusilla, come a voler offrire dei piccoli doni alla sua amata, ormai “ospite” dell’Aldilà. Proprio come un insetto, la Mosca di Montale vola indisturbata tra le pagine dello scrittore e in mezzo ai suoi ricordi, sorti da riflessioni o da circostanze quotidiane. Attraverso la memoria, il poeta ricostruisce frammenti di vita vissuta, episodi apparentemente insignificanti che acquistano un valore inestimabile alla luce della perdita. Mosca diviene simbolo di una presenza costante, di un amore che trascende la morte. È nel suo atto finale che il rapporto si sublima a tal punto che diventa arte. Montale le attribuisce l’onore più grande che si possa concedere a chi ha vissuto l’amore per il suo compagno in modo così estremo come Mosca (Drusilla Tanzi): la detenzione del suo vero occhio poetico. Ecco da dove nasce l’eternità: da quelle anime che ci sconvolgono facendoci apprezzare solo con la loro assenza la loro necessità. E questo… Mosca l’aveva sempre saputo.

[Fonte immagine su Montale e Drusilla Tanzi: latestatamagazine.it]

Nunzia Serino

Altri articoli da non perdere
Matrimoni nel mondo: le 5 usanze più insolite
Matrimoni nel mondo: le 5 usanze più insolite

Ci sono tantissimi modi diversi per poter festeggiare un matrimonio: ogni popolo ed etnia presenta una serie di tradizioni che Scopri di più

Il Gattopardo di Tomasi di Lampedusa: dalla letteratura al cinema
Il Gattopardo di Tomasi di Lampedusa: dalla letteratura al cinema

Il Gattopardo di Tomasi di Lampedusa è un romanzo che ebbe grande successo e fu pubblicato nel 1958 dal direttore Scopri di più

Inno Nazionale ungherese: cosa c’è da sapere
Inno Nazionale ungherese

L’inno nazionale ungherese è un testo poetico; la data di componimento è il 1823 ed è una poesia che ha Scopri di più

Imperialismo, cos’è e come ha influenzato il mondo
Imperialismo, cos'è e come ha influenzato il mondo

L'imperialismo è il modo in cui le potenze mondiali hanno tentato di estendere il proprio potere in modo coercitivo in Scopri di più

Václav Havel, il presidente drammaturgo
Václav Havel, il presidente drammaturgo

Václav Havel è stato l'ultimo presidente della Cecoslovacchia e il primo della neonata Repubblica Ceca. Intellettuale di spicco e dissidente Scopri di più

La storia del Brasile: dall’epoca precoloniale alle ultime elezioni
storia del brasile

La storia del Brasile può essere divisa in quattro fasi: Brasile precoloniale (1500-1549); Brasile colonia (1549-1822); Brasile impero (1822-1889); Brasile Scopri di più

A proposito di Nunzia Serino

Nata a Giugliano in Campania (NA) nel 1987, ha studiato Lettere Moderne e Filologia Moderna all'Università degli Studi di Napoli Federico II. Docente di Lettere presso la Scuola Secondaria di I grado e giornalista pubblicista, ricopre il ruolo di Editor e Caporedattrice sezione Cinema e Cultura per Eroica Fenice.

Vedi tutti gli articoli di Nunzia Serino

2 Comments on “Drusilla Tanzi: la Mosca di Montale, l’anima oltre le apparenze”

  1. ” Ho sceso un milione di scale dandoti il braccio…” è stata la poesia che mi ha aiutato a sopravvivere dopo la scomparsa di mia moglie nel 2020.

    Rispondi

Commenta