Economia keynesiana: la sua applicazione dopo la grande depressione

Economia keynesiana: la sua applicazione dopo la grande depressione.

L’economia keynesiana si basa su una critica all’economia classica, la quale prevedeva che il mercato ritornasse in maniera autosufficiente al suo equilibrio, a seguito di un mutamento dei suoi fattori interni.

La grande depressione è stata fondamentale per dare credito alla nuova scuola economica; in un mercato con un’ altissima disoccupazione e una domanda estremamente ridotta si è venuta a creare una situazione di stagnazione e tutto questo non sarebbe mutato autonomamente. Affinchè questo succedesse, secondo i neoclassici, i lavoratori avrebbero dovuto percepire uno stipendio inferiore ed essere occupati maggiormente, per far risalire la domanda e trovare un nuovo equilibrio.

Questo meccanismo funziona in teoria, ma non trova applicazione nella pratica. Le industrie non avevano a disposizione il capitale necessario per far ripartire la produzione e gli operai non avrebbero mai accettato condizioni simili.

In questo periodo di crisi economica si diffonde il concetto fondamentale dell’economia keynesiana: spesa in deficit. lo stato investe nella propria economia attraverso la creazione di nuovo debito e la svalutazione della propria moneta. Questo permette di avviare grandi investimenti, con lo scopo di ridurre la disoccupazione (opere pubbliche, investimenti nell’esercito, incentivi alle assunzioni) e rimettere in moto le industrie investendo nei settori più importanti (siderurgia, estrazioni e tecnologie).

Il risultato è un aumento della domanda che rimette in moto l’economia ed evita la stagnazione. Il debito prodotto verrà ripagato successivamente dal surplus generato da questi nuovi investimenti. Questa è la teoria che sta dietro al modello economico keynesiano. Ciò ovviamente non basta, poiché la domanda viene gonfiata dall’intervento statale, ma non riuscirebbe a sostenersi senza ulteriori misure come il protezionismo. Le misure protezionistiche in economia vengono adottate dallo stato per proteggere la propria produzione, tassando i prodotti provenienti dall’estero al fine di avvantaggiare le proprie aziende. Questa tipologia di misure serve assolutamente per sostenere la domanda e renderla più stabile.

Crollo della borsa di New York – 1929

Nell’ottobre del 1929 crolla la borsa di New York generando un effetto a catena che porta alla prima crisi economica mondiale della storia. Gli Stati Uniti si risolleveranno soltanto anni dopo grazie al New Deal di Roosvelt. Il presidente democratico, prendendo ad esempio l’economia keynesiana, avvia investimenti per ampliare le reti ferroviarie ed autostradali. Vengono fondati i Civilian Conservation Corps (gruppi di inoccupati arruolati per costruzione e manutenzione di opere pubbliche), viene approvato il national industrial Recovery Act che regola i prezzi di beni di prima necessità, liberalizza i sindacati e tutela la libera concorrenza contro i monopoli.

Vengono varate inoltre importanti leggi sul controllo del settore bancario tramite l’Emergency Banking Act, con cui vengono aumentati i poteri di controllo della banca federale su tutte le banche statunitensi. Infine c’è l’Agricolture Adjustment Act tramite il quale lo stato incentiva gli agricoltori che riducono la propria produzione, poiché la sovrabbondanza di prodotti agricoli ha portato ad una svalutazione eccessiva dei prezzi. Vengono poi approvate le ultime misure classiche dell’economia keynesiana: le misure protezionistiche che dopo la ripresa avvenuta già nel 1934, fine del primo New Deal, verranno rimosse.

Grazie all’economia keynesiana, gli Stati Uniti sono riusciti a risollevarsi prima di molti altri paesi dalla crisi generata dal loro stesso sistema speculativo. Non può dirsi lo stesso per paesi come la Francia che, seguendo la teoria classica, hanno cercato strenuamente di difendere il franco dalla svalutazione. La Francia non ha investito in deficit nell’economia, ha visto un aumento spropositato della tassazione che ha prodotto enormi conflitti sociali. Questi si sono risolti solo dopo la svalutazione del franco avvenuta nel 1937, la quale  portò il paese fuori dalla crisi.

Fonte immagine: Pixabay

A proposito di Chiumiento Barbara

Studentessa di mediazione linguistica e culturale presso l'Università degli studi di Napoli l'Orientale

Vedi tutti gli articoli di Chiumiento Barbara

Commenta