Édouard Louis e l’analisi sull’anomalia del sé

Édouard Louis e l'analisi sull'anomalia del sé

Édouard Louis é uno scrittore francese molto giovane. Il suo nome ben si interfaccia nell’ambito della letteratura che dalla Francia giunge in Italia e non solo. Il vero nome di Eduard Louis é in realtà Eddy Bellegueule proveniente da una famiglia povera con difficoltà economiche. 

Tra i suoi romanzi più significativi sicuramente va ricordato Qui a tué mon père, opera del 2018 che viene tradotta in italiano con il titolo Chi ha ucciso mio padre.

La scrittura di Louis é interessante non solo perché si tratta di un lavoro giovanile ma per la validità dei testi pubblicati. Attraverso le sue opere, il giovane scrittore spesso si lascia molto ispirare dalla sua vita personale. 

Un filo conduttore può esser ritrovato nell’anomalia del sé: Louis tratta dell’ irregolarità dentro i sistemi attraversati dall’uomo.

Édouard Louis In Chi ha ucciso mio padre

In Chi ha ucciso mio padre tratta principalmente del rapporto che il giovane autore ha avuto col padre. É più corretto parlare della storia di un’assenza. Si tratta di un brevissimo romanzo incentrato su questo rapporto mancato, caratterizzato da un padre privo di sensibilità che accusa il figlio d’essere “affemminato” in un ambiente provinciale che sminuisce la cultura e stigmatizza la diversità. Édouard Louis tratteggia il rapporto col padre dall’infanzia all’adolescenza, fino ad arrivare all’infortunio sul lavoro che provoca la morte del padre.  L’opera sottolinea un racconto pieni di contraddizioni perché ci si ritrova dinanzi alla descrizione di un padre distaccato, disinteressato. Invece questo si scopre essere solamente un atteggiamento, una corazza dietro cui si cela un animo sensibile, vittima della società del tempo che etichetta la diversità e categorizza le distinzioni di classi sociali. Nell’opera emerge il desiderio irrisolto di un figlio che desidera una relazione con il proprio padre ma che si ritrova costantemente a intrattenere solamente un dialogo vuoto. 

Édouard Louis e la prosa

La prosa di Édouard Louis è lucida e incisiva. Rispetto alla storia di padre e figlio, essa alterna slanci tonali carichi d’affetto ma anche di violenza. In questo testo non emergono solo tratti puramente autobiografici ma si evince soprattutto un’invettiva contro società francese del tempo, non dimenticando la citazione per alcuni politici come Macron. Louis afferma che quest’ultimo sia colui che “ti toglie il pane da bocca” e, in questo modo, l’autore si scaglia contro le leggi che hanno contribuito alla morte del padre e va contro il neoliberalismo francese del suo tempo.  

Édouard Louis, tracciando la propria identità omosessuale sottolinea come questa venga percepita ancora come un’anomalia del sé e, citando l’intellettuale americana Ruth Gilmore ricorda che il razzismo é “l’esposizione di certe popolazioni a una morte prematura”. Louis sperimenta sulla propria pelle che essere sé stessi ha come conseguenza la violenza, in una società governata da leggi errate, priva di sensibilità e buon senso. Édouard Louis ritrova la propria dimensione grazie alla scrittura. É attraverso la letteratura che riesce ad esprimere sé stesso. L’autore afferma: «Ho scritto per esistere.» Egli ha come intento quello lasciare al testo le proprie parole come fossero armi per gli altri: per difendersi, per esprimersi, per essere, per esistere. 

Fonte immagine: By Mariusz Kubik – Own work, CC BY 4.0, https://commons.wikimedia.org/w/index.php?curid=84699771

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