La pittura Nanga: storia, stile e principali esponenti

La pittura Nanga: storia, stile e principali esponenti

La pittura Nanga fu uno stile pittorico che ricoprì uno spazio temporale piuttosto vasto, che dal XVIII secolo con i pionieri di questo stile, come Gion Nankai, Sakaki Hyakusen e Yanagisawa Kien, si evolse con artisti quali Ike Taiga, Yosa Buson e Tani Bunchō, continuando ad attirare artisti fino a circa la metà del XX secolo con, ad esempio, Tomioka Tessai, considerato uno dei suoi ultimi rappresentanti. 

Storia della pittura Nanga

Fu durante il periodo Tokugawa che si affermò in Giappone il concetto di Nanga (dal cinese Nanhua, pittura meridionale), affiancato a quello di Bunjinga (pittura dei letterati). Questo concetto ebbe origine in Cina in cui, sin dall’antichità, si dava importanza alla coltivazione delle arti quali musica, poesia, calligrafia e pittura. Qui, i letterati non dipingevano per guadagnarsi da vivere ed erano perciò liberi da vincoli, potendo esprimere con spontaneità la propria arte. Da questo derivava la minore importanza attribuita ai pittori professionisti, la cui capacità consisteva nell’imitazione dell’aspetto esteriore della natura. A differenza di quanto avvenne in Cina però, i bunjin giapponesi appartenevano a varie classi e contesti sociali (come samurai, studiosi, mercanti e signori feudali) e per la maggior parte si trattava di professionisti che lavoravano presso signori locali o mecenati per guadagnarsi da vivere: pochi, infatti, disponevano delle possibilità economiche grazie alle quali avrebbero potuto vivere la condizione da letterato.
Gli artisti della pittura Nanga erano però tutti accomunati dalla dedizione verso gli studi confuciani e verso la cultura cinese, plasmando la loro vita e le loro attività sulla base di ciò che essi immaginavano facessero i letterati in Cina. Nel campo artistico, soprattutto nei primi creatore dell’arte si riflette l’impossibilità di recarsi nel continente e la scarsità dei modelli a cui fare riferimento (principalmente il Manuale degli otto stili pittorici, il Manuale di pittura del giardino grande come un granello di senape e matrici in legno di antiche opere pittoriche e testi confuciani), e ciò fece sì che gli artisti della pittura Nanga idealizzassero i paesaggi cinesi o che operassero nella produzione di copie. 

Soggetti e formati pittorici

Nei soggetti, la pittura Nanga dimostra la vicinanza ai modelli cinesi, tratti da storie e leggende della letteratura cinese. I pittori Nanga furono prolifici anche nella pittura di paesaggio e in quella di fiori e uccelli in formati soprattutto di piccole dimensioni, quali rotoli verticali e ventagli. Non mancano, tuttavia, esempi di paraventi di grandi dimensioni, ad opera soprattutto di Ike no Taiga  e Yosa Buson. 
La particolarità della pittura Nanga sta anche nell’eterogeneità dei suoi pittori, che provenivano da varie classi sociali e che apportarono elementi mediati dall’esperienza personale, così come anche da altre scuole pittoriche giapponesi e persino elementi europei. 

Fonte immagine in evidenza: Wikipedia

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