La storia di Shirley Temple, l’ombra della pedofilia ad Hollywood

La storia di Shirley Temple, l'ombra della pedofilia ad Hollywood

Vi siete mai chiesti come sarebbe stato diventare una star del cinema? Una miriade di artisti costruiscono il cardine della propria carriera cinematografica mediante sacrifici e circoli viziosi indesiderati. Immaginate, però, essere bambine e divenire piccole dive fuoriclasse ancor prima di frequentare la scuola. Ciò che state per leggere è la storia di Shirley Temple, la bambina prodigio di un’America lontana.

Esordi dell’attrice

Soprannominata Little Miss Miracle, Shirley Temple nasce il 23 aprile 1928, durante il periodo più critico della patria del “sogno americano: la Grande Depressione. Malgrado ciò, la bambina appartiene ad una famiglia in grado di sopravvivere a tale sciagura, anzi, la madre Gertrude decide di iscriverla ad una scuola di danza, con la speranza che Shirley potesse diventare una ballerina di gran fama. Proprio durante un’esibizione, viene notata dai produttori della Educational Films Corporation, marcando la storia di Shirley Temple come cronaca singolare e perturbante.

A soli tre anni, la sua immagine è sottoposta ad un cambiamento radicale: i capelli tinti di biondo e ben 56 giri di riccioli per volumizzare il suo viso. Non è un caso, pertanto, che la piccola attrice sia riconosciuta, nel cinema Hollywoodiano, come la versione umana di “Riccioli d’Oro. La storia di Shirley Temple sarà percossa da soprusi e vessazioni nemmeno arrestati dalla sua famiglia,  per via dalla sete di successo dei suoi cari genitori.

Il cinema del terrore randella: la storia di Shirley Temple

I particolari allarmanti, che hanno fondato la carriera millenaria della bambina prodigio, sono tanti.

Tutto inizia con la partecipazione del film War Babies (1934), un cortometraggio con al suo interno un gruppo di soldati, interpretati da bambini, sedotti da una ballerina di tip-tap (Shirley Temple). A distanza di anni, tale film ha suscitato oltraggio e disorientamento nel pubblico cinefilo, soprattutto verso scene dove gli infanti sono portati ad interpretare situazioni disturbanti. Purtroppo, però, gli episodi angoscianti che animano la storia di Shirley Temple non finiscono con tale partecipazione. 

Baby Burlesk (1931) potrebbe rappresentare il punto più dolente della sua infanzia rubata. Serial cinematografico, gli episodi mostrano la treenne Shirley che, indossando un pannolino, impersona una ballerina di Burlesque, sollecitata a conquistare i soldati-bambini della scena. Un set che fa accapponare la pelle, non pensate?

Ebbene, la storia di Shirley Temple potrebbe essere paragonata ad un viaggio raccapricciante, dove la sessualizzazione e le punizioni diventano pane quotidiano nel campo lavorativo. Una di queste prevede l’obbligo di essere rinchiusa in una cabina acustica senza finestre, denominata la “scatola nera“, e trascorrere lunghe ore all’interno di essa.

Dopo l’uscita del film Captain January (1936), la storia di Shirley Temple inizia ad essere notata dallo scrittore britannico Grahan Greene. Alla visione delle sue performances, Greene scriverà «I suoi animatori, uomini di mezza età ed ecclesiastici, rispondono alla sua  dubbia civetteria alla vista del corpicino ben formato e desiderabile, pieno di vitalità, solo perché il velo di sicurezza della storia e del dialogo si abbassa tra la loro intelligenza e il loro desiderio». Egli tenderà spesso ad insultare la bambina, definendola «una nana di 50 anni», oppure «una totale idiota». Lo scrittore sarà poi denunciato dai genitori dell’attrice, i quali usciranno vincitori dalla causa.

Deturpata dalla grinfie di uomini malati, l’infanzia e la storia di Shirley Temple sono state private dei ricordi dolci e felici di una bambina, molto abile a nascondersi dietro ai riccioli biondi e ad un docile sorriso. Durante la sua adolescenza, l’attrice perde tutte le proposte lavorative cui era abituata a ricevere, ed Hollywood continua a tormentarla con le frequenti molestie di uomini del cinema. A soli dodici anni, smette di recitare poiché considerata troppo grande per ruoli “carini” e “desiderabilmente innocenti”.

Un tempo la bambina più famosa di Hollywood, la storia di Shirley Temple è ancora sconosciuta per molti cinefili moderni. L’attrice, morta nel febbraio del 2014, descrive i primi anni della sua vita come «un cinico sfruttamento della mia innocenza infantile», ma ammette che senza di esso non sarebbe diventata la cosiddetta “America’s Sweetheart

Fonte immagine in evidenza : Wikipedia

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